Il pacco di spaghetti integrale mi guardava da un bel po’, ogni volta che aprivo la dispensa.
Il fatto è che la pasta integrale, secondo me, non si può sostituire a quella bianca, tradizionale, ed essere adoperata in ogni ricetta: non riesco ad immaginare, per capirci, uno spaghetto integrale con le vongole.
Tra l’altro le integrali hanno un modo diverso di asciugarsi dopo la cottura e non amano essere ripassate in padella a distanza di tempo: non puoi saltarle il giorno dopo con la mollica di pane o farci la frittata di pasta.
In frigorifero, oltre al Verdicchio di Matelica che avrei stappato, c’erano delle olive in acqua e sale che mi erano state regalate. Piccole, succose, dal sapore intenso.
È scattata l’idea ed è stata un successo: eccovela.
Spaghetti integrali olive, acciughe e pecorino.
Ingredienti per 250 grammi di spaghetti.
2 spicchi di aglio;
5 filetti di acciuga sott’olio;
10 pomodorini pachino;
un pugno di capperi sotto sale;
pecorino romano grattugiato a piacere;
circa 150 grammi di olive (da snocciolare);
olio q.b.;
(è una vita che desideravo scrivere l’acronimo di “quanto basta” per vendicarmi di tutte le volte che non ho capito quanto ne bastasse ed ho rovinato le mie pietanze da giovane!!).
Ok: diciamo quattro cucchiai di olio (…in realtà sono una pasta d’uomo).
In padella olio e aglio. Appena dopo le acciughe a sfragranarsi e a seguire le olive spezzettate grossolanamente e i pomodori fatti a filetti.
Il termine “sfragranare” non esiste in italiano: è patrimonio di famiglia. Serve ad indicare ( il caso delle acciughe nell’olio è esemplificativo) di un cibo che perde la propria forma originale e di sminuzza e poi si disfa fino a essere condimento non più individuabile: per capirci… si sfragrana.
Dopo due minuti via l’aglio e dentro i capperi.
Fuoco basso e se si asciuga troppo due dita di bicchier d’acqua: da quel momento meglio se coperto.
È pronto quando pomodori, olive e capperi si son fatti morbidi.
Quando gli spaghetti son cotti si condiscono in padella con il sugo e lì stesso si spolvera con una prima manciata di pecorino.
Pepe bianco e pecorino in tavola per chi volesse aggiungere.
Successo garantito (a ingredienti di buona qualità) e ricetta facilissima.
Sul Verdicchio, 12 gradi, riporto una foto della bottiglia bevuta e quanto scritto in questo sito:
E' stato riconosciuto vino a D.O.C. il 21 Luglio 1967. Si produce in una zona a ridosso dell'Appennino umbro-marchigiano a cavallo tra le Province di Ancona e Macerata, con epicentro nella Città di Matelica (MC). Il comprensorio di produzione è situato nel cuore dell'Alta Valle Esina, insistendo in parte dei Comuni di Camerino, Castelraimondo, Cerreto d'Esi, Esanatoglia, Fabriano, Gagliole e Matelica. La disposizione (particolarissima ed unica nelle Marche) Nord-Sud di questa valle, la sinclinale camerte, impedisce l'arrivo degli influssi mitiganti marini generando un microclima mediterraneo-continentale caratterizzato da maggiori escursioni termiche dalla notte al giorno e dall'Estate all'Inverno. L'effetto di questo clima dà origine ad un'uva ricca di estratti, aromi primarî, zuccheri e polifenoli, che si traduce poi in un vino dotato di un elevato corpo che conferisce una particolare attitudine all'invecchiamento.
Enjoy!
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