marco valenti scrive

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8 settembre 2018

Il dossier E





Torno a scrivere di libri dopo un po’ che non lo facevo e torno con il libro, uscito nel 2018, di Alberto Piazzi: il dossier E.

Le coordinate:
Il dossier E
Romanzo di Alberto Piazzi
ROBIN EDIZIONI
Anno di pubblicazione 2018
Pagine 392
ISBN – 9788872742396

Una frase:
«Luigi, questo fatto mi fa pensare a due cose. La prima, che i colpevoli dell’omicidio hanno appoggi in luoghi che noi non abbiamo immaginato; la seconda, che l’affaire Matteotti è un caso che scotta, e molto.»

La quarta di copertina:
“Il Dossier E” è un romanzo che gira intorno a un rocchetto di legno. Sulla prima estremità si srotola un torneo di calcio tra squadre di alunni di quinta elementare. Storia che inconsapevolmente si intreccia a un delicato e apparentemente inspiegabile omicidio, in cui perde la vita un alto funzionario della Commissione Europea.
Svolgendo un’indagine parallela a quella autorizzata, un membro del Security Office e un professore della Scuola Europea seguiranno i fili avvolti intorno al cilindro centrale del rocchetto e, tra valori e ideali, intrighi e passioni, lobby e affari, raggiungeranno l’estremità opposta: così, solo dopo essere venuti a conoscenza di verità scomode e spiacevoli, riusciranno a scoprire il mandante e l’autore del delitto.

Quel che mi piace dire.

Non parlo spesso di libri né frequentemente li consiglio. Lo faccio come se parlassi, a modo mio e non da critico letterario. 
In questo caso mi sono trovato davanti ad un libro scritto benissimo, incalzante, con una trama solida e intricata quanto basta per non volerlo mollare mai. Descrizioni sobrie e asciutte, personaggi che ti pare di averli davanti per come son ben esposti (prototipali in qualche caso al punto di trovarti a pensare di averne conosciuto qualcuno), un bell’ordito e tanti legami che si mostrano in valori e disvalori ma spesso con un idem sentire di fronte alle piccole e meno piccole verità. Del giallo ma anche dalla società e della vita.

Impossibile non caldeggiare la lettura di questa opera prima, alla quale non potranno che seguire altre prove d’autore che aspetterò come si aspettano le prime ciliegie mature.
Si è palesato un autore molto – ma molto – bravo.

Alberto Piazzi è nato in Provincia di Cremona in Lombardia e per molti anni ha lavorato a Bruxelles come funzionario della Commissione Europea ricoprendo incarichi di responsabilità nella gestione delle politiche di sviluppo e coesione, in particolar modo del Fondo Sociale Europeo (FSE) e del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. 
Tra le sue passioni il cinema, la letteratura e lo sport. E’ andato in pensione e continua a vivere a Bruxelles dove fa il nonno, prova a fare un po’ di ciclismo ma – soprattutto – scrive questo suo primo romanzo.

Malgrado sia un romanzo giallo ben congegnato, estremamente accattivante, lo ho letto con voluta estrema calma perché invogliato a coglierne tutte le sfumature oltre l’intreccio legato alle indagini che seguono l’omicidio.

Che sia il protagonista, il funzionario investigatore Luigi Calcerano, o che siano altri personaggi a parlare e a far considerazioni di roba che fa pensare, riflettere, ce ne è parecchia: Alberto Piazzi è un saggio che, senza scrivere un Saggio, ci racconta molte cose nel suo romanzo.
Sa come alludere, usando arguzia e ironia, e in più punti ci lascia con un sorriso in viso, mentre leggiamo e consideriamo qualche frase sulle burocrazie e sullo scarso buon senso in Commissione come in Italia.



Poi c’è il calcio. Passione che mi unisce ad Alberto ma ci ha sempre contrapposto per tifo per squadre avverse e che qui lui sa usare in modo magnifico sapendo alludere splendidamente a tutte le metafore che fanno assurgere un gioco di squadra all’epico, all’impresa, alla storia nella storia.

1 settembre 2018

Calcio: non solo!





Questa storia parla di calcio ma la racconto per concludere di altro.

Prima dell’inizio della corrente stagione calcistica ho disdetto il mio contratto con Sky che mi aveva accompagnato nella visione di quasi tutte le partite della squadra per la quale tifo da tutta la vita (più poche altre partite).