Tre considerazioni a premessa.
La prima è che ti aspetti che sia il massimo della retorica sabauda, piemonte-centrica, e che sia la celebrazione di una città che un tempo aveva il primato in tutto.
Il cinema, la moda, l’industria dell’auto, la televisione e che poi ha perduto, passo dopo passo, i suoi privilegi.
La città che aveva creato lo spazio per il nuovo parlamento, a Palazzo Carignano, per poi vedersi scippata da Firenze l’essere capitale del Regno che tanto faticosamente aveva tessuto a diventare veste.
La seconda è che te li aspetti sordi, proprio perché fieri oltre misura della loro piemontesità, ad ogni apertura verso una visione italiana ed europea.
Banalizzando si potrebbe dire un po’ leghisti.
Sia chiaro: banalizzando.
La terza è che da tempo vai professando che la storia di ogni singolo Paese debba essere rivista e riscritta, quindi diversamente raccontata, giacché è impresentabile l’ignoranza diffusa nei confronti degli altri Paesi dell’unione.
Con queste, blande, prevenzioni – roba da Roma contro Juve – ho vissuto una visita guidata del Museo Nazionale del Risorgimento italiano.
Palazzo Carignano. Sede del primo parlamento Italiano. Il museo è stato chiuso dal 2006 al 18 marzo 2011 per restauri; ha riaperto giusto per i 150 dall’unità d’Italia.
A guida di eccezione il Direttore del Museo. Temevo un piemontese – falso e cortese – che magari ci malsopportava e doveva sciorinare il repertorio destinato agli ospiti inattesi e inevitabili. Errore. Un vero gran signore e un appassionato mentore.
Una visita brevissima, durata solo un’ora.
Un sommario magistralmente porto, un riassunto necessariamente lacunoso.
Una corsa con i pattini per il Louvre della mia Patria.
Un anfitrione perfetto, un viaggio fantastico.
Il Museo perfetto.
Ho intravisto una cosa straordinaria.
Lo ripeto: straordinaria.
Fuori dalla ordinarietà e favolosamente aperta, multiculturale, completa e complessa senza essere noiosa.
Grazie Torino per essere avanti, culturalmente, e per mostrarlo a chi vuole comprendere attraverso questa perla che meriterebbe una settimana obbligatoria di formazione per ogni cittadino.
Grazie per la ricchezza di questo imperdibile esempio di racconto, di narrazione di una storia che è la nostra Storia, che dovremmo amare, rispettare, venerare.
Non mi permetto di riassumere il riassunto. Non sono degno. Invito tutti a studio sommario e visita approfondita e qui mi fermo.
Una ultima, orgogliosa, felice considerazione.
Da tempo vado ripetendo che se vogliamo creare una Europa di popolo occorrerebbe riscrivere la storia e uscire da una visione nazionalistica della storia per aprirci a ogni Paese nostro fratello e partner.
Lo ritengo imprescindibile per una Europa che unisce portoghesi a bulgari, greci a lettoni, svedesi a spagnoli. Un popolo europeo, una storia condivisa.
Uniti nelle diversità ma consci di quello che riguarda il passato di ogni regione europea.
Ecco: tutto questo, incredibilmente, lì c’è.
Stampe austriache sopra stampe italiane con oggetto la stessa battaglia che ci ha visti nemici.
Più ancora deliziosi filmati in molte stanze a raccontarci quel che succedeva per altre popolazioni ed in altre aree geografiche europee mentre noi si faceva Curtatone o la prima Grande Guerra.
Cosa in Tracia, in Lettonia, in Spagna.
Invito ognuno ad un consapevole, necessario, lungo, insistito pellegrinaggio laico verso questo luogo fantastico, ricchissimo eppure umile, completo Museo: vero viaggio nella nostra storia.
Pardon: Storia.
Se il Museo Egizio vi sa di formaldeide, e quello del cinema vi fa un filo troppo glamour, questo è la perfezione.
Grazie, gran Torino.
p.s.: si scherza, ovviamente. Il museo egizio ed il museo del cinema alla mole Antonelliana rimangono imperdibili. Imperdibili, ma così come è il museo a Palazzo Carignano del Risorgimento italiano.
bello, bellissimo post!
RispondiEliminaIl museo del risorgimento...per me un ricordo legato a due momenti diversi della mia vita. Lo visitai in quinta elementare (classica gita a Torino con incluso Teatro Regio, Mole, Superga, Valentino...tutto in una manciata di ore). L'ultimo giorno di naja, quando sei fantasma e devi occupare il tempo...senza sprecarlo dunque: museo...cultura!
RispondiEliminaPost veramente interessante!
Se siete in centro a Torino non scordatevi che vicino, vicinissimo al Museo egizio c'è Gobino: http://lecosesonocomesono-mv.blogspot.com/2008/11/torino-cioccolato.html
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