marco valenti scrive

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26 novembre 2012

Ionesco


Eugène Ionesco era nato il 26 novembre 1912.
Cento anni fa.
Secondo diverse fonti, in realtà, non nel ’12 ma nel 1909.
Comunque il 26 novembre.


Straordinario pensatore e autore teatrale.
Mettendo da parte ogni ritegno vi leggo “Per preparare un uovo sodo”.



Libera traduzione dal francese di Delia Casa (grazie!): nel mio blog in francese è lei che lo legge.

Un grande attore italiano, nato nel 1912, è stato Renato Rascel.
Su questo Blog ne ho parlato, qui.
 In questo video recita un lavoro di Ionesco, “Delirio a due”,  con Fulvia Manni.
La chiocciola e la tartaruga sono la stessa bestia?



Su Wikiquote un sacco di frasi e di citazioni da gustare.



Auguri Eugène, e buon teatro a tutti!

16 novembre 2012

informazione, web, contestazione, critica


Ultimamente è impossibile non notare come l’informazione stia cambiando ancora e in modo poco ordinato e poco attendibile.

Da un lato l’affermarsi dei social forum portano una apparente sconfinata democrazia in cui tutti possono postare e condividere qualsiasi cosa.

I video e le immagini, spesso, sono però incontrollate, incontrollabili a volte, risultando quasi sempre quadri di realtà quanto meno parziali come angolo di visuale.

La condivisione di contenuti risulta poco critica, spesso fideistica o faziosa: da cristallina buona fede di molti è manipolata dalla furbizia di qualcuno.

Certamente ci sarò caduto anche io più di una volta.

Forse il bersaglio è proprio quello di screditare il web e la libera circolazione delle idee e delle notizie. Il dubbio mi viene quando riconosco fonti ricorrenti dietro questa disinformazione (o, se preferite, informazione distorta).

La stampa, soprattutto on line non aiuta perché con frequenza sempre maggiore sostituisce la cronaca con le immagini e confonde i fatti con le opinioni.

Allora i fatti diventano confusi con il risultato che diventa carente l’informazione.

Non ho soluzioni: sto suonando un piccolo allarme alle coscienze di chi mi legge.

Riguardo ai disordini e alla violenza nelle manifestazioni  a Roma avrei diverse cose da dire, pur in assenza di un quadro oggettivo dei fatti (per i motivi che ho citato).

Tuttavia preferisco lasciare per me quel che penso e chiudere con le parole di uno dei più lucidi pensatori che il nostro Paese ha avuto, spesso osannato con troppo pressappochismo, che nelle righe che seguono parla dopo le contestazioni, fortissime, del 1968 a Roma: Pier Paolo Pasolini.

Intervista sul '68
Domanda: Vorrei avere il suo parere su questa generazione di giovani contestatori, e conoscere le ragioni di certe sue reticenze nei loro confronti.

 Pier Paolo PASOLINI: Penso che la principale caratteristica di questi giovani contestatori è di essere «sottosviluppati» sul piano culturale... Di qui a fare della propria ignoranza una specie di ideologia, il passo è breve: la mitizzazione del «pragma» (organizzativo) che ne deriva, è poi l'atteggiamento richiesto... dal neocapitalismo: un buon tecnico deve ignorare il passato; deve amare soltanto il «fare». Distruggendo la propria cultura, la massa informe dei contestatori distrugge la cultura della società borghese: ed è quello che la società borghese oggi vuole. (...) Suppongo che l'abbandono di certi centri di interesse culturali, quali li concepisco personalmente, sia dovuto al fatto che l'attuale cultura, agli occhi dei giovani, ha raggiunto l'ultimo grado di saturazione.
Pasolini, "Il sogno del Centauro" (a cura di Jean Duflot), Editori Riuniti, Roma. 

Adesso i giornalisti di tutto il mondo

(compresi quelli delle televisioni)

vi leccano (come ancora si dice nel linguaggio

goliardico) il culo. Io no, cari.

Avete facce di figli di papà.

Vi odio come odio i vostri papà.

Buona razza non mente.

Siete pavidi, incerti, disperati

(benissimo!) ma sapete anche come essere

prepotenti, ricattatori, sicuri e sfacciati:

prerogative piccolo-borghesi, cari.

Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte

coi poliziotti,

io simpatizzavo coi poliziotti.

Perché i poliziotti sono figli di poveri.

Vengono da subtopie, contadine o urbane che siano.

Quanto a me, conosco assai bene

il loro modo di essere stati bambini e ragazzi,

le preziose mille lire, il padre rimasto ragazzo

anche lui,

a causa della miseria, che non dà autorità.(...)

(Pasolini)

9 novembre 2012

Il liquore al mandarino




In giardino ci sono alberi da frutto che vengono sfruttati al meglio.
In particolare quest’anno il mandarino di oltre venti anni ha prodotto una quantità di frutti impressionante. Abbiamo fatto seguire una produzione di marmellata notevole e, con le bucce, alcuni litri di liquore al mandarino.
Fare le cose con i prodotti del proprio giardino raddoppia la soddisfazione.
Il liquore non è affatto complicato da preparare.
Potete vederlo su questo video,

e seguire questa ricetta, come abbiamo fatto noi.
Fatemi sapere.
Occorrente.
1 litro di alcol 95gradi;
la buccia di una dozzina di mandarini;
700gr di zucchero.
Prendete la buccia dei frutti e grattate via la parte bianca.
Mettete le bucce in uno o più barattoli di vetro.
Coprite le bucce con l’alcol.
Scordatevi i barattoli chiusi in un posto buio per non meno di quindici giorni.
Preparate lo sciroppo unendo 700gr di zucchero ad un litro d’acqua e scaldando il tutto finché lo zucchero non si scioglie completamente.
Lasciate che lo sciroppo si raffreddi.
Unite l’alcol dei mandarini, che sarà diventato arancione, filtrandolo, allo sciroppo.
Imbottigliate.
Buon bicchierino!
 
(dicembre 2011)

7 novembre 2012

Autunno


Autunno.
Bologna, 17 novembre 2012
Libreria Trame, ore 12.
Che cosa?
Guarda il video.




Un'oca che guazza nel fango
un cane che abbaia a comando
la pioggia che cade e non cade
le nebbie striscianti che svelano e velano strade

Profilo degli alberi secchi,
spezzarsi scrosciante di stecchi
sul monte, ogni tanto, gli spari
e cadono urlando di morte gli animali ignari

L'autunno ti fa sonnolento, la luce del giorno è un momento che irrompe e veloce è svanita:metafora lucida di quello che è la nostra vita.

L'autunno che sfuma i contorni consuma in un giorno più giorni, ti sembra sia un gioco indolente, ma rapido brucia giornate che appaiono lente...

Odori di fumo e foschia, fanghiglia di periferia, distese di foglia marcita che cade in silenzio lasciando per sempre la vita

Rinchiudersi in casa a aspettare qualcuno o qualcosa da fare, qualcosa che mai si farà, qualcuno che sai non esiste e che non suonerà...
Rinchiudersi in casa a contare le ore che fai scivolare pensando confuso al mistero dei tanti "io sarò" diventati per sempre "io ero"...

Rinchiudersi in casa a guardare un libro, una foto, un giornale e ignorando quel rodere sordo che cambia "io faccio" e lo fa diventare "io ricordo”
La notte è di colpo calata, c'è un'oscurità perforata da un'auto che passa veloce lasciando soltanto al silenzio la buia sua voce...
Rumore che appare e scompare, immagine crepuscolare del correre tuo senza scopo, del tempo che gioca con te come il gatto col topo...
Le storie credute importanti si sbriciolano in pochi istanti: figure e impressioni passate si fanno lontane e lontana così è la tua estate


E vesti la notte incombente

lasciando vagare la mente
al niente temuto e aspettato
sapendo che questo è il tuo autunno
che adesso è arrivato...