marco valenti scrive

marco valenti scrive

31 dicembre 2012

addio duemiladodici e avanti il prossimo!



Da dirne ne avrei (e ne avrò). Ha già avuto luogo una mitica cena dove confrontare Ribolla Gialla con Rebola: presto notizie.
Qui si è parlato di bere con un senso per tutto l'anno, dall'Amarone al Ruché, dall'Orvieto al Sangiovese e si è raccontato di liquore al mandarino fatto in casa e di altre ricette.
Si è parlato tanto di voglie e manie, di viaggi e libri, di persone e di cose e ci si è tolto qualche sassolino dalle scarpe.


L'augurio è sempre lo stesso.
Salute, amore, intelligenza per tutti voi e per tutto l'anno.

Lo saluterò con uno spumante non ancora provato, molto particolare, imbottigliato a quattromila metri sul livello del mare: mi sembra un inizio speranzoso.
Buon 2013 brindando con un Refrain Vin Mosseux!

Auguri di cuore

21 dicembre 2012

letterina


 
 
 
Cari Gesù Bambino e Babbo Natale,

quest’anno ce la ho messa tutta e vi prometto di fare ancora meglio.

Ho accettato le avversità senza protestare e ho provato a non fare del male a nessuno.

Vi prometto di continuare a volere bene e a stimare anche tutti quelli che mi ignorano, che non mi ascoltano mai. Quelli per cui quello che dico, scrivo, penso e faccio è trasparente.

Prometto anche di dire sempre la verità, anche se mi riservo di rimanere in silenzio
o avvalermi della facoltà di non rispondere.

Prometto di mettercela tutta a pensare positivo e a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno (casomai cambio bicchiere e ne prendo uno più piccolo).

Ecco.

Vorrei in cambio
la salute delle persone a cui voglio bene
e una annata che sia come un Monopoli
ma senza gli imprevisti (solo le probabilità)
e non andare mai in prigione senza passare dal via.
 
Auguri a voi e famiglia.
Auguri a tutti.
Grazie per l'attenzione.
marcolino

20 dicembre 2012

Ammenda


 
 
Questo blog, a volte, ha parlato di questioni di interesse sociale e lì ho provato con la massima serenità possibile a dire qualcosa che ritenevo di condividere. Molto raramente ho affrontato questioni riconducibili direttamente alla politica. Ciò che segue è una eccezione.

Il fatto è che sul social forum per eccellenza, diverso tempo fa, ebbi a condividere l’assunto che se fosse rimasta la legge elettorale vigente (Porcellum per definizione dell’estensore della medesima) non sarei andato a votare...
 

Come molti ero (e rimango) dell’avviso che il sistema dei partiti sia chiuso, troppo auto referenziato e verticale e che avesse (abbia) bisogno di una scossa di democrazia e di partecipazione che coinvolga e responsabilizzi i cittadini elettori.

Da allora ad oggi la legge elettorale non è cambiata: in Parlamento non è stato possibile trovare una maggioranza che si accordasse su una innovazione.
Giova ricordare che la composizione parlamentare è ancora quella scaturita dalle ultime elezioni che consegnarono al centro-destra una maggioranza mai vista?
Forse.

Da allora ad oggi, comunque, nel principale partito del centro-sinistra, sono successe alcune cose di una certa rilevanza (in termini di democrazia partecipata in antitesi al disposto del Porcellum).

Un segretario eletto attraverso primarie ha consentito modifiche statutarie nel proprio partito perché potesse essere indicato il candidato premier attraverso consultazioni aperte.

Nello stesso schieramento è in corso un ricambio generazionale che passerà nuovamente attraverso il vaglio di consultazioni popolari per la scelta del 90% dei candidati alle prossime elezioni politiche.

In diversi criticano le modalità con cui questo processo viene portato avanti: legittimamente ciascuno può esercitare il proprio democratico diritto di critica verso chiunque.

Mi preme solo rilevare come tale processo di coinvolgimento democratico, certamente perfettibile, sia avvenuto esclusivamente in un’area politica.

Sono propenso a non includere nella stessa specie di democrazia partecipata quanto avvenuto nell’area che si identifica nel signor Grillo perché è mancato totalmente qualsiasi riscontro limpido sulle votazioni in rete e anche perché fenomeni di espulsione dal movimento, decisi sommariamente dal capo del movimento medesimo, poco si accostano alla fattispecie della democrazia dal basso.

Tutto questo per dire che prima di criticare il livello e la qualità di democrazia presente in un partito, o gruppo, o parte politica potrebbe essere di una qualche utilità fare qualche semplice raffronto con altri partiti, o gruppi, o parti politiche.

Con ciò, ovviamente, non è detto che una proposta politica debba convincere a recarsi a votare soltanto perché c’è stato un processo di partecipazione ma (cribbio!) un populismo che si nutre dell’assunto che “tutti sono uguali” penso abbia qualche pilastro in meno per reggersi in piedi.

Credo sia lampante che quanto avviene attorno al principale partito del centro-sinistra italiano si muova in direzione ostinata e contraria rispetto a quanto la vigente legge elettorale consente, legittimamente, a tutte le forze politiche.

Concludo pertanto facendo ammenda a quanto dichiarato: non ostante il porcellum mi recherò a votare (Maya permettendo).

17 dicembre 2012

Piero Valenti




Nato nel 1924 a Palermo, Pietro Valenti (Piero per tutti quelli che lo conoscono) studia Architettura a Firenze dove, dopo la guerra, si laurea.
Esercita la libera professione di architetto per cinquanta anni con il proprio studio a Roma. Disegnare dal vero, osservare e riprodurre architetture, monumenti, dettagli e caratteri stilistici è stato formazione prima e mestiere poi, ma sempre e comunque una passione. Una volta ritiratosi dall’attività professionale non ha smesso mai di disegnare. Matite per tracciare le prime impressioni e pennarelli a punta fine per chiudere le tavole, il disegno finché ha potuto lo ha assorbito moltissimo e, per certi versi, è stato la sua “terapia occupazionale” di anziano affetto da Alzheimer.
Ogni mattina prendeva l’autobus per Piazza Venezia; decideva volta per volta se passeggiare per i Fori, andare ai Mercati Traianei o girare per le sale dei Musei Capitolini. Quando qualcosa richiamava la sua attenzione cominciava a lavoraci su con bozzetti rapidi; a volte ritornava nel medesimo punto per continuare a disegnare sul luogo; altre completava il disegno a casa.
Poteva trattarsi di un monumento così come di una statua o, perfino, il desiderio di riprodurre un disegno in una esposizione temporanea perché magari testimone di una Roma che non esiste più.
Spesso non si fermava all’immagine ma la interpretava e la arricchiva offrendo una chiave di lettura nel fantastico e nel sognatore; lo si scopre in alcune espressioni delle statue piuttosto che in un uso volutamente artistico e amplificato di elementi naturalistici. Più che riprodurre, quindi, ha raccontato il suo mondo.
            Le sue scelte espressive, che vanno dal bozzetto rapidamente accennato fino alla tavola più complessa e particolareggiata, da De Pisis a Piranesi, riescono sempre a sorprendere e incantare.
La produzione di questo millennio conta più di trecento tavole, eseguite prevalentemente in Sicilia e a Roma.
Piero se ne è andato, serenamente, il 13 dicembre 2012: era mio padre.



Qui nel blog ci si riferisce a lui in due Tag.

Una riflette e prova a far pensare sulla malattia che ha accompagnato gli ultimi dieci anni di Piero: Al come Alzheimer.

Un’altra Tag prova, sebbene parzialmente, a raccontare gli straordinari disegni da lui effettuati dal duemila fino a poco fa:



La foto scelta lo vede nei Musei Capitolini di Roma, sorridente, vicino a uno dei soggetti da lui ritratti che mostriamo in due realizzazioni diverse: la Venere esquilina
In questo blog ho inserito e inserirò disegni migliori (a mio giudizio) ma la statua gli piaceva tanto....



12 dicembre 2012

Vecchi




Capita che in questo blog abbia una tag dal titolo “musica con un senso”; capita anche che abbia a che fare con persone care nella quarta età, che è quella della terza età ma più vecchi e meno autosufficienti.
Questa è una bella canzone.
Spesso i video associati sono un po’ retorici. Forse lo è anche il testo.
Ammicca, in alcuni versi: strizza l’occhio alla commozione.
Però, fidatevi di me, ci sta tutta.


i vecchi sulle panchine dei giardini
succhiano fili d'aria e un vento di ricordi
il segno del cappello sulle teste da pulcini
i vecchi mezzi ciechi i vecchi mezzi sordi
i vecchi che si addannano alle bocce
mattine lucide di festa che si può dormire
gli occhiali per vederci da vicino a misurar le gocce per una malattia difficile da dire
i vecchi tosse secca che non dormono di notte
seduti in pizzo al letto a riposare la stanchezza
si mangiano i sospiri e un po' di mele cotte
i vecchi senza un corpo i vecchi senza una carezza
i vecchi un po' contadini che nel cielo sperano e temono il cielo
voci bruciate dal fumo dai grappini di un'osteria
i vecchi vecchie canaglie
sempre pieni di sputi e consigli
i vecchi senza più figlie questi figli che non chiamano mai
i vecchi che portano il mangiare per i gatti
e come i gatti frugano tra i rifiuti
le ossa piene di rumori e smorfie e versi un po' da matti
i vecchi che non sono mai cresciuti 
i vecchi anima bianca di calce in controluce 
occhi annacquati dalla pioggia della vita
i vecchi soli come i pali della luce
e dover vivere fino alla morte che fatica
i vecchi cuori di pezza
un vecchio cane e una pena al guinzaglio
confusi inciampano di tenerezza e brontolando se ne vanno via
i vecchi invecchiano piano
con una piccola busta della spesa
quelli che tornano in chiesa lasciano fuori bestemmie e fanno pace con Dio
i vecchi povere stelle
i vecchi povere patte sbottonate
guance da spose arrossate di mal di cuore e di nostalgia
i vecchi sempre tra i piedi
chiusi in cucina se viene qualcuno
i vecchi che non li vuole nessuno i vecchi da buttare via
ma i vecchi, i vecchi, se avessi un'auto da caricarne tanti
mi piacerebbe un giorno portarli al mare
arrotolargli i pantaloni e prendermeli in braccio tutti quanti
sedia sediola... oggi si vola... e attenti a non sudare


10 dicembre 2012

Viva la Francia!

Da poco, con il determinante aiuto di Delia, è nato il mio blog in lingua francese.
Passateci e, se volete, passate parola.
Grazie.

Les choses sont comme elles sont

http://leschosessont.blogspot.it/

Depuis quelque temps, à l'aide de Delia, est venu au monde mon blog en langue française.
Faites un petit tour et, si vous voulez bien, dites-le à vos amis.
Merci 
( pendant ces jours de décembre  un original calendrier vous accompagne)



(in questi giorni di dicembre ci troverete un originale calendario dell'avvento)

7 dicembre 2012

precisazioni non dovute

A volte ci si trova, per motivi personali, a dover precisare le cose.

Non dovrebbe succedere ma tuttavia capita.

Lascio una dichiarazione.




"Nel blog compare una striscia laterale a destra nella quale,
 tra molte cose, 
c'è una finestra dal titolo strano - ci si può perdere.
Ruota ciclicamente il motivo per cui è possibile perdersi di vista.
Posto che per perdersi di vista occorre essersi visti, 
la dicitura che compare attualmente è l'unica che ha 
un possibile riferimento autobiografico.
Dice, più o meno, che 
se invece di dirsi le cose subito si perde tempo a rimuginare il rischio di perdersi di vista aumenta.
Confermo e sottoscrivo.
Nel blog, in quello che pubblico, 
nei libri che scrivo, 
non sono autobiografico e non indirizzo messaggi trasversali a nessuno.
Neppure nella frase che ho citato 
anche se ammetto che sia  riferibile (anche) a me.
Sia i miei racconti che il mio blog sono solo mezzi attraverso i quali esprimere concetti, raccontare storie e - quando possibile e quando è il caso - lasciare che chi legge rifletta un poco.
Non sono, ribadisco, rivolte a nessun parente, 
conoscente, vicino, amico, 
persona che conosco o con cui ho avuto la possibilità di avere scambi di idee.
Sono (o pretendono di essere) 
una cosa differente e altra nella scala relazionale o, almeno, 
un altro piano di relazione.
Quel gradino in cui, scrivendo, ho piacere di raccontare e basta.
Qualsiasi interpretazione diversa da quanto ho detto non ha fondamento.".



Punto.
Nessuno dica che non lo ho detto chiaramente.

A futura memoria,
marco

( ...ogni riferimento a fatti o persone reali è inesistente e, perciò, noi ce ne laviamo le mani. ).

5 dicembre 2012

Blue Rondo a la turk (Dave Brubeck)




Dave Brubeck.

Nato: Concord, 6 dicembre 1920.
Morto: Norwalk, 5 dicembre 2012.



Dave Brubeck: 5 dicembre 2012

Dave Brubeck avrebbe compiuto novantadue anni domani: è morto oggi, 5 dicembre 2012. 
Un grandissimo pianista jazz, un elegante compositore, un esecutore raffinato. Vi invito a leggere la sua biografia su wikipedia, http://it.wikipedia.org/wiki/Dave_Brubeck 

 Soprattutto vi invito a vederlo e ascoltarne la musica facendo un giro in internet, magari su youtube. Vi lascio una sua esecuzione, decisamente minore rispetto ad altre, del mio brano preferito in assoluto.

 

 Non è deliziosa? E’ il mio pezzo preferito in assoluto. Ve ne suggerisco un altro altrettanto famoso: poi fate voi…

 

 Grazie di tutta questa musica!