marco valenti scrive

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30 gennaio 2014

Stoner


 

John Edward Williams - STONER

Traduzione di Stefano Tummolini - Postfazione all’edizione italiana di Peter Cameron

FAZI EDITORE
 

Pubblicato per la prima volta nel 1965, poi quasi dimenticato, Stoner di John E. Williams è stato ripubblicato nel 2006 dalla New York Review Books, suscitando un rinnovato interesse da parte della critica e dei lettori. (dal Sito ufficiale dell’Editore)

 

Trama

Stoner è il racconto della vita di un uomo tra gli anni Dieci e gli anni Cinquanta del Novecento: William Stoner, figlio di contadini, che si affranca quasi suo malgrado dal destino di massacrante lavoro nei campi che lo attende, coltiva la passione per gli studi letterari e diventa docente universitario. Si sposa, ha una figlia, affronta varie vicissitudini professionali e sentimentali, si ammala, muore. E’ un eroe della normalità che negli ingranaggi di una vita minima riesce ad attingere il senso del lavoro, dell’amore, della passione che dà forma a un’esistenza. (dal Sito ufficiale dell’Editore)



Quel che ne penso io

William Stoner (Missouri, 1891 – 1956) è il protagonista del libro, in scena dalla prima all’ultima pagina.
Chiarisco che si tratta di un personaggio di fantasia. 
Di lui l’autore John Williams ci racconta tutto,

26 gennaio 2014

fanè; grossier



Sperando disperatamente che qualcosa cambi rilevo come il nostro Paese si sia imbolsito e diventi nel tempo estremamente più volgare.

L’italiano è una lingua bellissima, probabilmente impoverita da un cattivo uso ma sempre splendida e ricca. 

Ciò non ostante si deve riconoscere che ci sono francesismi che, a saperli adoperare, possono sintetizzare elegantemente concetti altrimenti più complessi.

La nostra Italia è decisamente fané ed è influenzata da troppe persone decisamente grossolane e cafoni, nei modi e nei toni (terribilmente grossier).



Facile restare invischiati in una spirale verso il peggio di noi stessi; pericoloso rispondere alle urla e agli insulti gridando più forte, smettendo di ragionare, contribuendo ad alzare i toni e abbassare i contenuti; peggio ancora, forse, chiudersi e sopportare tacendo.

Restiamo svegli e civili, per favore.


Squilla la tromba che già il giorno finì,
già del coprifuoco la canzone salì,
su scolte alle torri guardie armate, olà.
Attente in silenzio vigilate.
Attente o scolte, su vigilate.


22 gennaio 2014

due birre e una immagine



A volte basta il tempo di un paio di birre per chiarirsi le idee e avere una immagine più nitida di quanto tante chiacchiere possano mostrare.

Il dileggio e lo scherzo provati direttamente sulla propria pelle, ancorché non grevi, offrono la misura di fenomeni di natura più ampia che altrimenti non percepiremmo nello stesso modo.

Vorrei parlare dell'immagine goduta da noi italiani all'estero attraverso il breve esempio, personale e parziale, di un fatto occorsomi di recente. Cosa dicono di noi.

Mi trovato per lavoro a Bruxelles e dopo una giornata di riunioni e una passeggiata intorno alla Grand Place mi ero deciso per una cena in un piccolo ristorante greco.

Nel tempo ho affinato le mie tecniche per

7 gennaio 2014

V come Vendetta


V come Vendetta


Personalmente parlando sono troppo pigro per vendicarmi e fortunatamente ho quasi sempre di meglio da fare. 
Il fatto che trovi faticoso organizzare vendette è la fortuna di molti (ma non di tutti). 
Quando ero più piccolo organizzare e mettere in opera fredde vendette mi faceva archiviare torti subiti lasciandomi abbastanza soddisfatto: poi sono cresciuto. 
Sfortunatamente per me ricordo le offese subite in termini di parole, opere e omissioni e questo mi porta rancorosi dolori che durano nel tempo. Ci sto lavorando sopra.

Per quanto sopra, scegliere la parola vendetta per la lettera V è stato facile; selezionare frasi ed aforismi tra tantissimi al riguardo particolarmente laborioso.



“Non c'è vendetta più bella di quella che gli altri infliggono al tuo nemico. Ha persino il pregio di lasciarti la parte del generoso”.

3 gennaio 2014

post scriptum culinario dal duemilatredici



Il cenone di fine anno, intimo, divertente e ben riuscito, ha lasciato un menu e qualche abbinamento di cui riparlerò.
Mi pare dovuto darvi subito un'idea con la lista e qualche immagine.


Notte di capo d’anno 2014

MENU



Ostriche di Anzio

Burro speziato al sale dell’isola di Noirmoutier
Sauternes Aoc Chateau Haut-Monteils 2005 – Domaine de Monteils

Corvo Glicine Duca di Salaparuta 2012

Cozze alla tarantina

Tagliolini al ragù di pesce



Salmone in crosta con patate novelle






Vermentino di Gallura Tancaré 2012

Grechetto Colli Martani Duca Odoardo 2012

Insalata di arance e olive




Dolce Sinfonia di capodanno

Torta nera con sorpresa

Altri dolciumi



Stinco, Cotechino e Zampone
con

lenticchie di Castelluccio di Norcia

2 gennaio 2014

2014: urgenze

Dire cose facili è semplice, banale e scontato. 
Facile indignarsi, rimanere politically correct, misurato; semplice suscitare interesse e considerazione rimanendo su piani consueti e ovvii.
L’efficienza di un organismo si misura sapendo valutare gli effetti delle azioni che compie, ovvero l’efficacia delle cose che fa, gli effetti delle risposte che mette in campo, attua, realizza in risposta ai bisogni che deve affrontare.
Se l’organismo che esaminiamo è un individuo o una collettività quanto detto sopra vale alla stessa maniera.
Quindi un insieme di individui, 
una collettività, 
funziona se è in grado di individuare i bisogni a cui deve dare soluzione in modo logico, 
se mette in fila le priorità dalla più importante a quelle meno rilevanti 
e risponde alle sollecitazioni con azioni adeguate ed efficaci.
Se un organismo collettivo perde tempo su questioni futili e non affronta le questioni essenziali, 
perché non le sa riconoscere o perché non vuole affrontarle, 
deperisce e muore.
Può morire con la soddisfazione di aver risolto qualche bisogno secondario ma, intanto, muore. 
L’orgoglio di aver conseguito un successo nella soluzione di uno o più problemi secondari se lo porta nella tomba.
Quanto più un problema è serio tanto più dovrebbe essere oggetto di analisi e di cura adeguate. 
Le misure per affrontare una questione, le risorse impegnate nel produrre una azione efficace a risolvere la questione medesima, devono essere commensurate alla gravità del problema che si deve affrontare.
Se le risorse sono limitate devono essere comunque adeguate ad affrontare le questioni più urgenti e più gravi. 
Un esempio: non posso spendere soldi dal parrucchiere e non in farmacia e correre il rischio di morire ben pettinato.
Occorre dare priorità alle cose più gravi e più urgenti e pericolose. 
Se devo affrontare due minacce da due individui diversi 
e uno mi insulta e l’altro mi sta prendendo di mira con una pistola per uccidermi 
sarà bene che non mi curi degli epiteti offensivi 
ma mi concentri su come evitare di rimanere ucciso. 
Serve che risponda alla minaccia più grave con una azione efficace. 
L’eccezionalità della azione da intraprendere sarà commisurata alla gravità del problema da fronteggiare.