marco valenti scrive

marco valenti scrive

27 aprile 2013

Riflessioni nel cielo sopra Berlino




Non voglio più ascoltare tutto questo dolore,
tutta questa pece nera ‘ché ci si resta appiccicati
e le ali non si spiegano.
Non voglio testimoniare,

25 aprile 2013

festa




Sul 25 di Aprile wikipedia, non so se precisa o reazionaria, la prima cosa che ti fa sapere è che è il giorno 115 dell’anno (116 se l’anno è bisestile) e che ne mancano 250 a finirlo (l’anno).
Sul 25 di Aprile io mi ricordo che

23 aprile 2013

Il vecchio e il nuovo


Vecchio e nuovo.

C’è in giro una contrapposizione sempre più insistente tra vecchio e nuovo e sembra risultare genericamente buono quello che è nuovo e cattivo ciò che è vecchio in ogni cosa e a proposito di ogni persona.

Il nuovo che avanza contro il vecchio che resiste.

Non intendo schierarmi ma riflettere e ponderare ogni singola situazione perché comunque trovo la questione troppo spesso mal posta e troppo povera di argomenti.

Sarà perché ho passato il mio primo mezzo secolo a sentirmi dire che non avevo abbastanza esperienza e temo di trascorrere il prossimo sentendomi dire

9 aprile 2013

La vita da un aereo


Vorrei dedicare una vecchia canzone. La vorrei dedicare a tutti gli italiani che lavorano all’estero e che vedono il Paese da lontano. Magari hanno un buon lavoro e una famiglia e sono in America o a Bruxelles da anni. Guardano noi italiani in Italia, non capiscono, un po’ giudicano e quando li senti parlare li senti lontani. Incuriositi e un po’ dispiaciuti per quel che ci capita e che ci lasciamo capitare. Lontani.

 


 

La vita da un aereo sembra semplice davvero

Il mondo sembra senza gente

Ma qui sotto le nuvole

C’è chi ha cercato tanto

E non ha mai trovato niente

Tra quindici minuti avverte il capitano

atterreremo su Milano

Noi fermi qui nel traffico

Proprio sotto il cielo

Ci annoiamo dolcemente

Senza un’hostess che ci serve birre e limonate

Fresche come la sua mente

Con pochi soldi in tasca

Con il flipper tra le mani

ad uccidere marziani.

La vita vista da un aereo sembra semplice davvero

Sembra senza niente da fare

Ma qui sotto le nuvole proprio sotto il cielo

è difficile volare.

Tra strade che s’inseguono città che si corteggiano

Il mondo è un gioco divertente

è difficile pensare che dentro a quel giocattolo

C’è chi uccide anche per niente

O chi invece va a rubare

Chi è già pronto per morire

Chi non sa come scappare.

La vita vista da un aereo sembra semplice davvero

Sembra senza niente da fare

Ma qui sotto le nuvole proprio sotto il cielo

è difficile volare

La vita vista da un aereo sembra semplice davvero

Sembra senza niente da fare

Ma qui sotto le nuvole proprio sotto il cielo

è difficile volare volare

Volare volare volare

Volare volare

4 aprile 2013

La calamarata alla zia Lidia e un bel bianco













È capitato di passare qualche giorno tra Palermo e Capo San Vito in occasione della Pasqua, di stare benissimo, di rivedere posti meravigliosi in compagnia di familiari adorabili (che infatti adoro), di ingrassare senza alcun senso di colpa una chilata abbondante in una settimana mangiando una gran varietà di pietanze memorabili. Potrei scriverne per giorni.



Venendo invece al punto vi dico che per poter festeggiare il compleanno di zia Lidia con noi hanno deciso di anticiparlo di un giorno e che a pranzo, prima di un’orgia di gamberoni e della cassata, la zia ha voluto preparata la Calamarata e che abbiamo pasteggiato bevendo un ottimo vino biologico.
Prima vi racconto la pasta e poi il vino.
Ulteriore premessa è che “calamarata” è il nome di un particolare formato di pasta.



Il segreto della perfetta riuscita di questa ricetta è dato da due elementi:
ingredienti di primissima qualità e pazienza.
E’ lunga ma ne vale la pena assolutamente.
.
Gli ingredienti della ricetta come era in origine sono qui di seguito.
A seguire  la “Calamarata di zia Lidia”; in pratica un’altra ricetta. Ne tiene l’ispirazione.
L’idea della calamarata è quella di servire un piatto con gli ingredienti a forma di anello.

Cominciamo.

Ingredienti:
per ogni commensale
100 grammi di calamari
7 pomodori pachino
1 zucchina genovese

Inoltre
Una cipolla grattugiata
Quattro spicchi di aglio
Sale origano peperoncino.

Ma zia Lidia è palermitana, e ha i suoi gusti.

Perciò...

Il peperone non ce lo mette, l’aglio dice che si può evitare, che fai non ce le metti 3 melenzane fritte?, aggiunge 100 grammi di gamberi a testa e 100 grammi di vongole a persona.

Un poco di brodo di pesce insaporirà alla fine della cottura.

Per prima cosa preparate le zucchine; svuotatele come per farle ripiene, tagliatele a rondelle spesse e friggetele , da una parte la zucchina dall’altra la polpa a rondelle.


In una padella mettete a soffriggere la  cipolla ed un poco di peperoncino, poi aggiungete gli anelli e le zampette dei calamari. Aggiungere un bicchiere di vino e far sfumare.
Sostituendo l’origano con prezzemolo e basilico, mettere in padella i pomodorini con l’aglio, che verrà tolto. Quando sono pronti aggiungerli ai calamari.



Friggere anche la melanzana a tocchetti.
In un’altra padella  aprire le vongole e metterle da parte.
Aggiungere a pomodori e calamari  i gamberi e far andare a fiamma bassissima per alcuni minuti facendo assorbire il sapore del brodo di pesce  (ne basta anche un bicchiere).
Cuocere le pasta, la calamarata, ovviamente, e far andare per l’ultimo paio di minuti tutto insieme nel tegame del pesce aggiungendo le zucchine, le melanzane e le vongole all’ultimo.

Spolverare con un trito di basilico e prezzemolo e, perché no, un poco di menta fresca.




Godetevela a tavola.


Due parole sul vino bisogna che le spenda.


Il catarratto è innanzi tutto un vitigno storico antico largamente diffuso in Sicilia (soprattutto nelle province di Trapani e di Palermo); foglia da media a medio-grande, di forma da pentagonale ad orbicolare, con 3-5 lobi; grappolo medio, conico o piramidale, più o meno allungato, compatto, generalmente alato, acini medi, sferoidali, buccia di colore verde-giallo. Maturazione media.
Entra a comporre diversi vini siciliani.

Nel caso del Vino Catarratto portato a tavola l’uva omonima è l’unica usata.

Il Catarratto bevuto, “Sophia – Catarratto I.T.G della casa vinicola  Principe di Corleone”, è un vino biologico prodotto  a Monreale in Contrada  Malvello.

“Il vino Catarratto è caratterizzato da una elevata  acidità che influenza positivamente la freschezza aromatica e gustativa; sul piano olfattivo il sentore di fiori bianchi è il più diffuso. In bocca si presenta sapido e secco, ma ciò non ne compromette la serbevolezza.
Seppur ben apprezzato da esperti e non, una decina d’anni fa ha visto diminuire la sua diffusione regionale per lasciar spazio ai vitigni internazionali particolarmente richiesti dal mercato.” (Cit)

Del biologico ho già accennato altre volte. Vi lascio con il link alla casa vinicola aperto sul vino bevuto e goduto infinitamente per tutto il pasto.


Mangiare e bere bene, in bella compagnia, fa bene al corpo e all’anima.