le cose ci sono, sono lì a rispondere ai nostri sguardi più o meno sicuri, alle domande che non facciamo e nemmeno sappiamo, a salvarci e a condannarci: sempre e pur tuttavia solo cose. Sarebbero chiare se noi non fossimo così confusi. Non sono le cose a comandare ma l'atteggiamento che abbiamo noi di fronte ad esse. Come ci poniamo, come scegliamo se parlare o meno e cosa dire e cosa tenere per noi e non condividere. Cosa lasciare andare.
marco valenti scrive
22 giugno 2011
appunti minimi di un viaggio in treno
Un guasto sulla linea elettrica tra Roma e Napoli aveva fatto vacillare la mia fideistica preferenza per il treno, rispetto all'aereo, negli spostamenti tra grandi città.
La scelta del treno è motivata da risparmi in termini ecologigi, di comodità di viaggio e di qualità e quantità di spostamenti.
Roma Termini e Torino Porta Nuova sono nei centri storici; Fiumicino prevede un treno per arrivarci; Torino, da Caselle, una corriera.
Vuoi mettere, poi, sgranchiersi le gambe tra una carrozza e l'altra; scendere a fumare a Firenze; sgranocchiarsi uno snack salato, seduto comodamente in prima classe?
L'ufficio mi passa, ancora, la prima classe: probabilmente un ultimo, non piccolo, privilegio destinato a scomparire tra i falsi rispermi per le casse dello Stato numerosamente e rumorosamente messi in campo di recente.
Più che tangibili risultati hanno portato ad una sempre più rassegnata mortificazione di noi dipendenti, funzionari statali.
Funzionari; funzionali; pedine; pedoni.
Comunque a cinque minuti dell'orario di partenza era arrivata la buona notizia: il freccia rossa Roma Torino sarebbe partito in orario dal binario dieci.
Il giornale me lo avrebbero dato in treno; avevo con me il computer per scrivere un po'; gli ultimi documenti di lavoro da esaminare; Utz, di Bruce Chatwin da iniziare a leggere.
alla partenza avevo di che pregustare un buon viaggio.
Un buon viaggio è una bella cosa.
Perciò, eravamoalla vigilia dei referendum, la tifosa della parte politica a me avversa che parlava a voca molto alta pochi posti più in là non riusciva a scalfire il mio sereno buon umore.
Sapevo che il lavoro sarebbe stato faticoso ma che avrei avuto frammenti di solitudine che intendevo godermi al meglio.
Vagheggiavo con piacere visite squisitamente turistiche in una città che continuavo a carezzare senza mai esplorarne ed assaporarne le bellezze, costretto sempre da tempi tiranni.
Quindi un mezzo sorriso a prescindere dai cafoni e Utz in attesa della sosta fiorentina per il cambio della motrice e per la sigaretta.
Perfetto.
emmevù
Post scriptum: (non che abbia incrinato il piacere del viaggio) Credevo che con il servizio di ristorazione dei treni italiani fosse sufficiente (alla sopravvivenza) non farli cucinare ed ordinare piatti freddi: mi sbagliavo. Alla non modica cifra di euro quindici e cinquanta mi hanno dato un piatto di "prosciutto crudo e mozzarella di bufala". Mi sono chiesto: credono che siamo tutti cretini e talmente sfatti nel gusto da non riconoscere una mozzarella di bufala da una di mucca? A Roma (credo non solo) un bufala è sinomimo di una fregatura. Ecco: in quel senso era davvero una bufala.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
ho viaggiato diverse volte in treno..... lunghi viaggi.... spesso in seconda classe... tra marmaglie di bambini che piangono e cinesi che mangiano da coppette in cartone cibi di dubbio aspetto.....
RispondiEliminatranne in rarissimi casi ... ho sempre resistito ai cibi blastificati che vengono venduti alla carrozza generalmente 4 o 5 ... già il caffè è al limite della sopportazione
Firenze merita una sosta più lunga . . . magari per presentare un libro!
RispondiEliminaNel mio settore i funzionari stanno scomparendo: un'estinzione " in progress "!!
Grazie ad entrambe. Il post si riferisce ad un Roma Torino; quanto detto su Firenze da Minerva mi trova comunque daccordo.
RispondiEliminaSe mi organizzi qualcosa, anche di librario, accorro!
:-)
(stamttina non riesco ad entrare con il mio account; rimango comunque io, emmevù, aliar marco valenti, alias colui che cura questo blog)
:-)
prova a collegarti su google togliendo l'opzione riconoscimi come utente predefinito... e vedi se il problema si risolve.... a volte è capitato anche a me
RispondiEliminaPuò essere un'idea caro emmevù! Magari riuscirò ad organizzare qualcosa . . .
RispondiEliminaCerto che le bufale ... non mancano mai :)
RispondiEliminaCiao Marco e complimenti per il blog,
Lara