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Segni particolari: bella canzone di Paolo Conte tratta dall’album “Aguaplano” del 1987.
Che soddisfazione
Questo minestrone,
Tutto il circondario saprà saprà
Come vivo io? Non lo so neanchio
Ma se me lo dicono lo so
Che non sarà mai troppo asburgico
farsi mandare apposta dall’esercito
Una minestra perfida come un’abitudine,
Roba di libidine e di solitudine
Ma scusa, dimmi, parlo arabo?
Se non mi vuoi capire dillo subito,
Che in un sonno torpido
Mi vorrei nascondere,
Roba di fuligine e di carta-pecora,,,
Non sense, pensaci tu
L’alta moda amabile,
Qualche volta affabile,
Siamo andati in cimbali lo so
tu pensa a sorridere
che io penso a vendere,
Roba da cannibali, però
Ancheggiamo mannequins fanatiche,
Ancheggiamo, si sporgono e poi sbandano,
Come consuetudine e beatitudine,
Forse fuori margine,
fiancheggiando un argine
Non posso più, non posso più bearmici,
Posate le posate, adesso allungami
Una domanda singola come una voragine,
Roba da filippine e forse da dialettiche
Non sense, pensaci tu
sei gennaio millenovecentotrentasette nasceva Paolo Conte: auguri Maestro!
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