le cose ci sono, sono lì a rispondere ai nostri sguardi più o meno sicuri, alle domande che non facciamo e nemmeno sappiamo, a salvarci e a condannarci: sempre e pur tuttavia solo cose. Sarebbero chiare se noi non fossimo così confusi. Non sono le cose a comandare ma l'atteggiamento che abbiamo noi di fronte ad esse. Come ci poniamo, come scegliamo se parlare o meno e cosa dire e cosa tenere per noi e non condividere. Cosa lasciare andare.
marco valenti scrive
29 novembre 2010
te lo ho detto, di recente, che ti amo?
Un po’ preoccupati.
Un po’ perplessi.
Era ora di sposarsi ed erano sposati; erano sposati ma era allora l’ora?
E quando se no?
Quando mai?
Frutti di cometa in viaggio di nozze.
Da cometa e bugie. Marco Valenti.
Grazie Delia, per il video meraviglioso.
Have I told you lately that I love you
Have I told you there's no one else above you
Fill my heart with gladness
take away all my sadness
ease my troubles that's what you do
For the morning sun in all it's glory
greets the day with hope and comfort too
You fill my life with laughter
and somehow you make it better
ease my troubles that's what you do
There's a love that's divine
and it's yours and it's mine like the sun
And at the end of the day
we should give thanks and pray
to the one, to the one
Have I told you lately that I love you
Have I told you there's no one else above you
Fill my heart with gladness
take away all my sadness
ease my troubles that's what you do
There's a love that's divine
and it's yours and it's mine like the sun
And at the end of the day
we should give thanks and pray
to the one, to the one
And have I told you lately that I love you
Have I told you there's no one else above you
You fill my heart with gladness
take away my sadness
ease my troubles that's what you do
Take away all my sadness
fill my life with gladness
ease my troubles that's what you do
Take away all my sadness
fill my life with gladness
ease my troubles that's what you do
26 novembre 2010
link a destra
Con l'avvicinarsi dell'appuntamento dell'11 dicembre a Teatro, ci sono state nuove recensioni del libro e alcune interviste.
Segnalo che qui sul blog le trovate scorrendo la parte destra: ringrazio chi me le ha fatte e invito chi non lo avesse ancora fatto (e ne avesse voglia) a leggerle.
Troverebbe, comunque, bei posti dove girare.
emmevù
16 novembre 2010
avere un vespone
Avere un Vespone significava un sacco di cose.
Potevi andare da Roma a Civitavecchia e imbarcare per la Sardegna, o la Corsica, dove passare per strade in cui i Camper si incastravano. Entrare in un campeggio sentendoti maledettamente “on the road”. Sentirti bene. Non risolveva nulla ma aiutava un certo mood.
emmevù
14 novembre 2010
bolletta
Il mio erogatore di energia elettrica è AceaElectrobel: questa la premessa.
Ciò detto mi arriva la bolletta. Apro e, scorrendola, trovo un malaugurato avviso che mi dice che esiste una bolletta (la penultima) non pagata. La prima reazione è, va da sè, di incredulità. Mi appresto a confutarla sfogliando il librone-raccoglitore di bollette pagate.
Panico: non c’è.
Incredulo vado a ravanare, sempre più febbrilmente, tra le bollette non pagate (un bel mucchio) e constato l’assenza della bolletta Acea.
Dove cappero sta? Ok: la ho perduta. Questa la risposta dopo una non breve (credetemi) ricerca.
Seconda ondata di panico: e ora?
Non resta che mettere la coda sotto le gambe e contattare il gestore.
Mi preparo a cercare su internet e mi predispongo a una ricerca affannata e ansiosa, a un contatto – soprattutto – da 199. Di quelli che ti mettono in attesa per fare soldi su una attesa costosissima.
Ok – mi dico - devi passare sotto le forche caudine della tua inefficace organizzazione. Così vado rassegnato sul sito di Acea.
Si rivelano una serie, in sequenza, di sorprese.
Arrivo rapidamente alle mie bollette, armato solo del mio codice utente.
Mi registro.
Chiedo, on line, un duplicato.
La procedura dura, giuro, soltanto venti secondi e, oplà!, arriva a compimento.
Nel giro di una decina di giorni la mia cassetta delle posta è ingravidata dalla nuova bolletta e non mi resta che regolarizzare.
(ho regolarizzato).
Tanto di cappello e perciò ne scrivo qui.
Perché, in un mondo ed in una Italia che, davvero, non funziona qualcosa c’è.
Qualcosa che funziona perfettamente.
È una notizia.
Mi ci attacco e la cullo con grazia di debitore.
FUNZIONA!
Esiste una Italia che può funzionare. Niente gestione mefiosetta di numeri telefonici ombra né di call center.
Funziona e basta.
Quindi esiste una maniera in cui le cose possono funzionare.
La notizia è che se ci si organizza il mondo funziona perfettamente. Mi spiego? FUNZIONA PERFETTAMENTE: on line. On line può significare “al volo”.
Ho pagato con gioia.
Ho detto tutto: non dite?
10 novembre 2010
ridere
Anche ora, quando l’ascolto, mi predispone al buon umore e all’ottimismo: ce ne è bisogno.
Nel video che ho fatto ho messo alcune belle immagini di Roma. Alcune le ho scattate io: altre Monette e Delia che ringrazio.
http://www.youtube.com/watch?v=8mzPmtOfI-Q
Non me la prendo più se il mondo e a testa in giù
nemmeno il cielo mi ascolta ormai
lavori in casa e poi non resta neanche il tempo per vivere
sempre di corsa noi non ci fermiamo mai
neanche un minuto a pensare
io scendo qui
andate avanti voi perche mi vien da riderci su oh
ridere per non prendermi troppo
seriamente sai che non merita mai
io voglio ridere fino quasi a morirmi
aiuta a vivere lontano dai guai
non me la prendo piu' se il sole cade giu' e quel che ho in tasca non basta mai
a volte e facile scordare la fortuna di esistere
e se ho problemi io li affronto a modo mio sbagliando sulla mia pelle
anche perche'
stressarsi e inutile la soluzione viene da se oh
ridere per non prendermi troppo seriamente sai che non merita mai io voglio ridere fino quasi a morirmi aiuta a vivere lontano dai guai
ridere per cambiare colore ai giorni inutili che non passano mai aiuta a vivere perche in fondo non e cosi' difficile ridere
non ti resta che piangere se non ridi piu se non ridi piu'
lavorare va bene si ma se non mi va oggi resto qui a dormire
senza soldi ma libera faccio l'autostop direzione in capo al mondo ridi e lasciati vivere come me
ridere per non prendermi troppo
seriamente sai che non merita mai
io voglio ridere fino quasi a morirmi
aiuta a vivere lontano dai guai
ridere
per cambiare colore ai giorni inutili
che non passano mai aiuta a vivere
perche in fondo non è
cosi difficile ridere
http://www.dirottasucuba.com/
8 novembre 2010
tagliatelle pollo e funghi e Merlot
Ciò detto a volte mi misuro con cose più gustose che, quando vengono a modino, condivido in questo blog (vedi argomenti “Ricette” e “Bere con un senso”).
Metti un pollo spezzato al tegame che in finale di cottura avevi arrossato con un po’ di concentrato di pomodoro e una tazzina d’acqua; immaginalo squisito e, tuttavia avanzato.
Nell’intingolo ho sminuzzato finemente i pezzi rimasti.
Nello stesso ho cotto una padellata di funghi misti tagliandoli quasi tutti a pezzi piccolissimi per una cottura più veloce e nella stessa padella fumante ho condito mezzo chilo di tagliatelle all’uovo.
La padellata di funghi era una di quelle confezioni miste da supermercato: niente di più (ma buona, fresca, non surgelata, e già sperimentata in altre ricette).
Parmigiano, pepe bianco e applausi.
Merlot (rigorosamente friulano).
Vitigno a bacca nera è originario della zona di Bordeaux dove, assieme al Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, concorre alla produzione dei più famosi vini a livello mondiale. E’ stato introdotto in Italia nel 1880 dal senatore Pecile e dal conte Di Brazzà, per diffondersi in un primo momento in Friuli e successivamente in Veneto.In Friuli Venezia Giulia ha trovato sicuramente terra di elezione: punto fermo dell’enologia friulana, è oggi il vitigno a bacca nera più diffuso.
Colore: rosso rubino che si caratterizza per tonalità granate con l’invecchiamento.
Profumo: bouquet caratteristico con aroma che richiama amarena, lampone, mirtillo. Invecchiando, il bouquet si arricchisce di note speziate.
Gusto: strutturato, sapido. Invecchiando si affina acquistando complessità.
Abbinamenti: è indicato per piatti di carni rosse, arrosto, pollame, coniglio e formaggi semistagionati.
Temperatura di servizio: 18°C.
1 novembre 2010
in cucina
In cucina
Tavolo di cucina, le sette e tre quarti, un mercoledi. Prima colazione.
Pausa.
“Che hai stamattina?”.
“Anche stanotte non ho dormito bene. Non mi hai sentita ma alle quattro ero già in piedi.”.
Pausa.
“Ho capito. Preoccupata?”.
Pausa.
“C’ho l’angoscia e mi sveglio. Penso e non mi riesce più di dormire.”
“Come posso aiutarti?”.
“Troppo tardi.”.
Pausa.
“Ah.”.
Pausa più lunga.
“Sono oltre.”.
Lì lui si alza e va in bagno.
Per la prima volta
si è scordato
di finire
il caffè.
(da "Cinque canti di separazione" di Marco Valenti)