Quando stavo scrivendo “Cometa e bugie” portavo avanti l’intenzione che nel libro ci fossero parecchi riferimenti musicali. Immaginavo una sorta di colonna sonora del libro e, qui e là, ho disseminato brani e citazioni. Per uno dei tre finali, cercando un brano italiano, contemporaneo al periodo in cui avevo collocato i fatti, ho tirato fuori questa canzone del Dirotta su Cuba, versione acustica, del 1996.
Anche ora, quando l’ascolto, mi predispone al buon umore e all’ottimismo: ce ne è bisogno.
Nel video che ho fatto ho messo alcune belle immagini di Roma. Alcune le ho scattate io: altre Monette e Delia che ringrazio.
http://www.youtube.com/watch?v=8mzPmtOfI-Q
Non me la prendo più se il mondo e a testa in giù
nemmeno il cielo mi ascolta ormai
lavori in casa e poi non resta neanche il tempo per vivere
sempre di corsa noi non ci fermiamo mai
neanche un minuto a pensare
io scendo qui
andate avanti voi perche mi vien da riderci su oh
ridere per non prendermi troppo
seriamente sai che non merita mai
io voglio ridere fino quasi a morirmi
aiuta a vivere lontano dai guai
non me la prendo piu' se il sole cade giu' e quel che ho in tasca non basta mai
a volte e facile scordare la fortuna di esistere
e se ho problemi io li affronto a modo mio sbagliando sulla mia pelle
anche perche'
stressarsi e inutile la soluzione viene da se oh
ridere per non prendermi troppo seriamente sai che non merita mai io voglio ridere fino quasi a morirmi aiuta a vivere lontano dai guai
ridere per cambiare colore ai giorni inutili che non passano mai aiuta a vivere perche in fondo non e cosi' difficile ridere
non ti resta che piangere se non ridi piu se non ridi piu'
lavorare va bene si ma se non mi va oggi resto qui a dormire
senza soldi ma libera faccio l'autostop direzione in capo al mondo ridi e lasciati vivere come me
ridere per non prendermi troppo
seriamente sai che non merita mai
io voglio ridere fino quasi a morirmi
aiuta a vivere lontano dai guai
ridere
per cambiare colore ai giorni inutili
che non passano mai aiuta a vivere
perche in fondo non è
cosi difficile ridere
http://www.dirottasucuba.com/
le cose ci sono, sono lì a rispondere ai nostri sguardi più o meno sicuri, alle domande che non facciamo e nemmeno sappiamo, a salvarci e a condannarci: sempre e pur tuttavia solo cose. Sarebbero chiare se noi non fossimo così confusi. Non sono le cose a comandare ma l'atteggiamento che abbiamo noi di fronte ad esse. Come ci poniamo, come scegliamo se parlare o meno e cosa dire e cosa tenere per noi e non condividere. Cosa lasciare andare.
Grazie, era un po' che non la sentivo. Adesso vado a vedere se ce l'ho anche in iTunes.
RispondiEliminain questo giorno pumbleo una nota di colore
RispondiEliminaSe ben ricordo, nel tuo libro, viene anche citata una canzone di Sergio Caputo . .
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