Tempo fa con un amico si era pensato di scrivere storielle sul diverso punto di vista di chi viaggia in moto (o motorino, o scooter) rispetto a chi gira in automobile: poi non se ne è fatto niente.
Resta, comunque, il mio disagio a girare in una città faticosa, caotica e imprevedibile; pur non essendo uno di quelli che svicolano, sempre e senza senno, facendo slalom oltre i limiti della follia, ovviamente approfitto degli spazi in cui io posso passare mentre altri non possono riuscirvi.
Parto da qui per una rapida, non esaustiva, carrellata su quello che non mi piace rivolgendomi direttamente alle categorie interessate.
Il fatto che la Smart o le macchinette 50cc dei ragazzini fighetti siano più piccole non giustifica che tappino inesorabilmente i varchi in cui le due ruote (e non le quattro!) potrebbero altrimenti agevolmente passare.
L’indicatore di direzione (volgarmente denominato freccia o le frecce) andrebbe azionato sempre quando si effettua un cambio di corsia; è necessario che TUTTI se ne facciano una ragione e si abituino.
Possedere un SUV o una Multipla (Ah! Le Multiple: meglio stia zitto!) non autorizza automaticamente ad occupare più di una corsia.
Quando ci si ferma in seconda fila ci si può anche accostare a meno di un metro e trenta da chi è parcheggiato correttamente; andrebbe segnalato con gli indicatori di direzione; sarebbe utile, meno pericoloso, non aprire repentinamente lo sportello di destra per fare scendere il passeggero.
Se siete in una strada a due corsie non è detto dobbiate continuamente tentennare sulla scelta della corsia da percorrere e, nell’indecisione, cambiarla di continuo e senza l’uso delle frecce.
Potrei seguitare, e non è detto che non lo faccia in futuro; vi lascio con una citazione, pertinente, da “Un senso alle cose” (Paolo Scatarzi e Marco Valenti: Ed BoopenLed – www.boopen.it).
Vorrei camminare per la vita con la stessa indifferenza dei conducenti degli autobus.