le cose ci sono, sono lì a rispondere ai nostri sguardi più o meno sicuri, alle domande che non facciamo e nemmeno sappiamo, a salvarci e a condannarci: sempre e pur tuttavia solo cose. Sarebbero chiare se noi non fossimo così confusi. Non sono le cose a comandare ma l'atteggiamento che abbiamo noi di fronte ad esse. Come ci poniamo, come scegliamo se parlare o meno e cosa dire e cosa tenere per noi e non condividere. Cosa lasciare andare.
marco valenti scrive
20 ottobre 2008
Laphroaig (Uno)
Quando Paolo ed io abbiamo scritto “Un senso alle cose” abbiamo disegnato personaggi che amano abbandonarsi al piacere del buon bere. Avevamo individuato nel Laphroig (Laphroaig pronuncia "la-FROYG" o IPA: /læˈfrɔɪk/) la marca di scotch whisky preferita da uno dei due personaggi dell’epistolario non a caso. Entrambi reputiamo il Laphroig il miglior single malt che abbiamo bevuto finora.
Poi è uscito un libro di Santo Piazzese con un protagonista che adora lo stesso liquore e abbiamo virato sul Glenfiddich pur sapendo che non c’è paragone. Ci sembrò che il posto fosse già occupato. Non piace a tutti il Laphroig, non è per tutti; è salato per via della distilleria vicino al mare; è particolarissimo e non ne vogliamo a chi dice che non l’ama. Tuttavia lo reputiamo, entrambi, straordinario per intensità e profumo.
A tal punto che ne parleremo ancora.
E ancora e ancora.
Se bere ha un senso e ha senso bere il Laphroig non può non essere provato.
Conservo con gioia il momento in cui, per la prima volta, lo abbiamo condiviso: roba di amicizia e complicità.
http://it.wikipedia.org/wiki/Laphroaig
la foto riporta una bottiglia “quarter cask”; giacché la ho provata conto di tornarci; sia di tornare a parlarne sia alla bottiglia…
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Grandissima idea. Come non averci pensato prima! Il Post Laphroaig(due) è mio! P
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