"Quando il
saggio indica la luna lo stolto guarda il dito.".
O se preferite
“Quando il
giusto indica il cielo lo stolto osserva il dito.”
L’etimologia è incerta.
Ci sono convinzioni radicate diverse tra loro su come e dove nasca questo
detto. Ci ho perso un po’ di tempo salvo poi pensare che non sia
particolarmente importante attribuirla.
Quel che volevo dire è una cosa
diversa.
Una volta pensavo
che la storia del dito e della luna fosse una fesseria, un esempio sciocco, un
paradosso.
Chi può essere così
cretino – mi chiedevo - da guardare il
dito del saggio che indica la luna invece di guardare la luna?
La mia idea al riguardo è totalmente cambiata
al punto che penso che a guardare la luna siamo una minoranza.
Intanto quel che
succede di fronte ad una affermazione o a una idea espressa è che in tantissimi
vanno a guardare chi è stato che la ha detta.
“Giusto, saggio: chi decide se quello che è lì che indica è un
saggio?
Si fa una votazione?
Qualcuno lo ha nominato saggio?
Giusto, il giusto,
un uomo giusto.
Mah!
Allora siccome tu dici che è uno giusto dobbiamo stare qui a sentire tutto quello che dice
e a guardare tutto quello che indica?”.
Allora siccome tu dici che è uno giusto dobbiamo stare qui a sentire tutto quello che dice
e a guardare tutto quello che indica?”.
C’è un modo
semplicissimo di non fare lo sforzo di pensare con la propria testa.
Se la ha
detta Caio è sbagliata; se invece la ha detta Tizio è giusta. Semplice, no?
“Tutto quello che dice Tizio,
che è il kapo
indiscusso,
è giusto;
non è come Caio che dice solo stupidaggini.
Noi amiamo
Tizio e odiamo Caio
e anche Sempronio.
e anche Sempronio.
Io a Tizio lo amo al punto
che se mi dicesse di rigare la macchina di Sempronio
io gliela righerei subito.
che se mi dicesse di rigare la macchina di Sempronio
io gliela righerei subito.
Ecco.
Ma poi: Caio chi?”.
Ma poi: Caio chi?”.
Poi c’è la
questione del vedere,
del riuscire a vedere,
del non voler vedere.
del riuscire a vedere,
del non voler vedere.
“Io la luna non la vedo perché sono miope ma il dito, cavolo!
Quello lo metto a fuoco benissimo.
E che cos’è tutta questa smania di mettere
le cose in prospettiva!
Guardo il dito e basta.”.
“A me la luna mi da fastidio e non la voglio guardare.
Se la
guardo poi mi tocca farci i conti.
Allora la butto in caciara,
faccio un po’ di
confusione,
faccio in modo che della luna non si parli più. Ecco.
Mi metto
proprio a parlare del dito,
se è magro,
nodoso,
tozzo.
se è magro,
nodoso,
tozzo.
Da lì mi metterò a
parlare di cura delle unghie, poi della pelle.
Già. Tutto questo parlare della
luna!
Che noia.”.
A guardare il cielo
siamo sempre di meno.
A guardare la luna saremo sempre di meno: ad indicarla
non ne parliamo proprio!
Mi fermo qui prima che mi si faccia notare che ho un'unghia spezzata, al dito indice, e vado a tagliarla.
Mi fermo qui prima che mi si faccia notare che ho un'unghia spezzata, al dito indice, e vado a tagliarla.
(video
pubblicato su youtube da FrederikGamard01 a cui vanno complimenti a iosa per la
realizzazione)
C'è un sipario che
s'alza c’è un sipario che cala: si
consuma la corda e la tela
se per noi vecchi
attori e per voi vecchie attrici i
ricordi si fan cicatrici.
Non è il senno di poi
che ci aiuta a correggere con il tempo
ogni errore che nel tempo si fa.
Mentre ancora chi
guarda nel silenzio allibito già
sussurra "L'artista è impazzito”.
Come i gatti di notte
sotto stelle sbiadite crede forse di
aver sette vite
quando invece col
dito indicare la luna vuole dir non
averne nessuna.
C'è una sedia da
sempre nella fila davanti riservata
per noi commedianti
perché mai la fortuna
ch'è distratta e furtiva ha avvertito
la sera che arriva
Nella cinta se mai
altri buchi da stringere e allargare
un sorriso se è così che si fa
con la luce che
scende col sipario che cala si consuma
la corda e la tela
si divide d'un tratto
da chi ha solo assistito chi indicava
la luna col dito
e ogni volta lo
sciocco che di vite ne ha una guarda
il dito e non guarda la luna.
Il che ha anche un vantaggio per il saggio. Infatti se questi si decidesse a nascondersi dietro ad un dito sa che nesduno lo scoprirà.
RispondiEliminaMa il mii vero dubbio è: se il saggio indica il dito, io che cavolo guardo?
Sarebbe opportuno lasciare da parte il giudizio: nessuno è stolto, nessuno è saggio.
RispondiEliminaQuando qualcuno indica qualcosa è lecito sia guardare quel qualcuno, guardare il dito o guardare ciò che ci sta indicando.
Sono semplici scelte che facciamo, ciò che ci interessa come individui attira la nostra curiosità.
Trovo interessante questo modo di dire, perché al suo interno troviamo dei giudizi che fanno parte della cultura nella quale viviamo.
Giudizi di fatto infondati, che però ci portano come individui a fare o non fare determinate scelte.