Conservo i giornali quotidiani usciti il giorno della nascita di mio figlio, nel maggio del ’94.
Riportano, ahimé, l’avvento di Berlusconi a cui sono sempre stato, fin dalla prima ora e non dopo averne condiviso ogni nefandezza, avverso.
La persona, abilissima, intelligente, ha influenzato la nostra vita negli ultimi diciassette anni.
In modo talmente impressionante che quel che si rimprovera maggiormente ai governi diversi dal suo, che per troppo brevi tratti si sono avvicendati in questo periodo, è di non aver creato leggi che rendessero impossibile la sua democratica presenza nell’agone politica.
Non si parla di indubbi meriti economici e sociali ma si rimarca che non hanno normato il conflitto di interessi.
Caddero per tre parlamentari di Rifondazione Comunista e tornò quello del ’94 portando Brunetta, Gelmini, il ministro del dito medio alzato e delle pernacchie, lo spacchettamento del sindacato, la legge elettorale porcellum, le leggi ad personam, l’occupazione sistematica di ogni luogo di potere, inclusa informazione.
Un idolo. Una ossessione.
Lui ha lavorato bene (benissimo) sulle modalità con cui mettevamo in fila i nostri valori ed i nostri bisogni.
Ha cambiato questi valori.
Nel tempo li ha sovvertiti. Ha creato bisogni che non c’erano, valori che non erano pensabili prima, falsi miti di cui ci si nutre avidamente.
Ha comperato uomini, coscienze, diritti, riuscendo a minimizzare il malcontento e insieme a valorizzare ogni cosa che faceva o che diceva di fare.
Ha inventato la macchina del fango, il dossieraggio cattivo e pilotato dalla stampa e dalle televisioni da lui direttamente possedute, o pesantemente influenzate con l’azione di governo.
Poi se dopo dieci anni viene condannato Igor Marini per calunnie nessuno si ricorda chi fosse.
Quindi sono tutti uguali.
Anzi, ci si appassiona su chi abbia la faccia più adeguata a contrapporsi a quella di lui.
Non si cerca un programma, una idea, ma una faccia.
(Si deve sperare che Raul Bova sia su piazza?).
Siamo entrati, comunque, tutti in una realtà che non ci apparteneva.
Tutti.
Nessuno ha remato profondamente contro questa guerra infinita. Chi gli si è opposto ha giocato con le sue regole (e perciò ha perduto).
Non abbiamo avuto dei Ghandi, dei Martin Luther King, dei Mandela.
Non abbiamo avuto dei Pasolini (casomai, al massimo, dei Pansa).
Ora che, non essendo riuscito a comprarsi tutto il mondo, non c’è più e starnazza in mezzo ai suoi che berciano al colpo di Stato, che cosa si fa?
Semplice: ottenebrati dalla cultura del complotto si comincia a fare pelo e contropelo a Monti ed ai suoi neo ministri.
Si parla di Governo delle banche e dei poteri forti.
Si cercano peccati precedenti per evitare, non sia mai, peccati futuri.
Si fa sciopero – SCIOPERO – contro un governo che sta ottenendo oggi la fiducia. Benedetti sindacati cobas: non siete riusciti a annullare uno sciopero che avevate indetto contro un premier dimesso e, già che c’eravate, avete scioperato contro il nuovo premier prima ancora che ottenesse la fiducia.
Non ci sono parole.
Non si sa cosa faranno, comunque, e non si sa con quali criteri ma si è sospettosi a prescindere.
È così che stiamo?
È così che siamo ridotti?
Allora che torni Silvio!!!
(Scusate: Scritto&Postato di pancia - ma convinto!)