marco valenti scrive

marco valenti scrive

8 gennaio 2010

Alla stazione ferroviaria


La lettura di un bell’appunto di viaggio, di cui vi lascerò il link, mi ha riportato alla mente un episodio di alcuni anni fa capitatomi in stazione.


Aspettavo, non ricordo se un treno in partenza o l’arrivo di qualcuno, e ingannavo l’attesa passeggiando tra i pochi esercizi commerciali. Provavo a decidermi se mangiare qualcosa e, perciò, indugiavo di fronte alle vetrine di bar, rosticcerie o similari.
La mia attenzione fu catturata dalla figura di un uomo in un affollato fast-food.

Era vestito elegantemente a differenza degli altri avventori. Giacca di cammello, camicia bianca e cravatta, pantaloni grigi e al polso una ventiquattrore di pelle.

Non era in fila alle casse: si aggirava per il locale con l’aria di cercare qualcuno.
Parecchi tavoli erano occupati. In uno una famiglia composta da genitori e tre figli in sequenza ravvicinata consumava faticosamente un pasto che sovrabbondava decisamente le capacità media di assumere cibo in un solo pasto.
Quando il figlio minore iniziò a lamentarsi, e a dare segni di impazienza, decisero che era tempo di andare.


In pochi istanti l’uomo ben vestito si sedette al tavolo lasciato da quella famiglia.
Poggiò la valigetta sul tavolo facendole spazio. Impilò i vassoi e i bicchieroni di carta vuoti, finì di aprire i sacchetti con le patatine rimaste e le polpettine di pollo.


Poi, con calma, iniziò a mangiare.
Ero incredulo, basito, ma l’accaduto era inequivocabile: quell’eleganza era una divisa di un povero che, professionalmente, girava per avanzi di cibo altrui.
Però con classe.


Quando il mio sguardo incrociò quello di un cameriere questi alzò le spalle e allargò leggermente le braccia a significarmi che non era la prima volta.
Emmevu.
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Lascio a voi i commenti insieme alle indicazioni per leggere un taccuino con analogo senso, molto bello, nel blog “sintagmatica”:

http://sintagmatica-piesse.blogspot.com/2010/01/sei-roma-termini.html

6 commenti:

  1. Bello e amaro.
    Sia questo racconto che quello dell'altro blog purtroppo mostrano in che mondo di miseria viviamo.

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  2. C'è anche tutta..."l'arte di arrangiarsi".
    Tristemente.

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  3. Storia curiosa e in un certo senso stranissima.
    Tocca.
    Laura

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  4. Incredibile!
    Tutto quell'ingegno per un panino e un resto di patatine fritte?
    Ma è una storia vera o è inventata?

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  5. Incredibile fino ad un certo punto questi tempi moderni generano nuove povertà, di cui spesso non ci rendiamo conto.
    Gabri

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  6. La storia è cronaca che ho visto con i miei occhi alla Stazione Termini di Roma.
    Purtroppo.
    Emmevu

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Costretto al test di verifica dal proliferare di spam. Mi spiace. Spero molto in tanti commenti e spero che, a prescindere dal fatto che non vengano moderati da me, siano di buon gusto e vengano firmati. Buona lettura e buon commento a tutti.