Una premessa, breve. Questo Blog non è un luogo di recensioni su libri. Tuttavia (essendo uno che scrive o, almeno, ci prova) reputo interessante poter partecipare a chi passa di qui qualche libro (ancora) poco conosciuto che ho letto e che consiglierei. ...
Teorema del devastatore
Lorenzo Moneta
Editore: Giraldi
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Un Devastatore prima o poi lo abbiamo incontrato tutti. È quell'ex con il quale non abbiamo mai veramente chiuso, perché è incastrato nel limbo degli indimenticabili. È un file che rifiuta di farsi cestinare, un bug di sistema. È un untore, portatore (in)sano di una malattia sentimentalmente trasmissibile che induce insoddisfazione, bisogno di nascondere i sentimenti veri, paura di concedersi. Romeo è un trentenne insoddisfatto, studia architettura con lentezza, ha una tiepida ragazza fissa e un focoso amico d'infanzia. Sveva è una studentessa postmoderna e maschiaccia, dall'aria dolce e fatale. Fa e dice le cose giuste per sembrare la donna del destino. È davvero così? È il grande amore? Moderno odisseo, Romeo affronterà ciclopi e sirene per trovare risposta alla Domanda: quando il nostro Grande Amore non vuole essere nostro, è ancora il Grande Amore?
Si tratta di un bel romanzo d’esordio. Lorenzo si sofferma con umanità e capacità su temi che hanno visto generazioni di scrittori all’opera: il Grande Amore ci respinge e noi ci distruggiamo.
Il Devastatore è quella figura che, volente o nolente, ci piaga nell’anima e ci rende altro rispetto a ciò che eravamo “prima”.
Prima di cosa? Dell’Avvento del Devastatore. Ovviamente.
Ciascuno di noi può essere stato Devastato ma anche (a prescindere da dolo e intenzione) un gran Devastatore.
È, in fondo, il gioco delle parti.
Lorenzo Moneta, membro (come me) della comunità virtuale di Anobii, sa scrivere. Non è scontato. Scrive bene, sa come affabulare il lettore, sa come fargli prendere le parti del povero Romeo (il Devastato).
Sdoppia il suo eroe nel “durante” il gioco di innamoramento, e drammatica fine, ed il “dopo” fatto di perdita e voglia di disintossicarsi dal Devastatore a costo di viaggi nell’esageratamente etilico e nell’esageratamente drogato.
Perché ci sta anche che ci si lasci un po’ andare in certi casi.
La parte del lasciarsi andare è, a mio avviso, appena un po’ troppo insistita; la lettura risulta ripercorrente registri chiaramente espressi e si fa un po’ ridondante.
Azzardo una trentina di pagine di troppo?
Ultimo: la figura del professore universitario di Romeo, Furlan, è bellissima.
Provo a tirarne giù alcune.
Per quelli Devastati dalla fine di un relazione.
Per quelli che si sono chiesti, almeno una volta: “se non mi vuole devo ancora sbattermi per lui/lei come se fosse il Grande Amore?”
Per quelli che messi al muro dalla vita han detto: “Una canna: presto!!!”
Per quelli di Roma.
Per gli architetti, gli amanti architetti, gli studenti e quelli che “Ah… che bello quando ero studente”.
Per gli Anobiiani solidali con un Anobiano che si propone con grazia.
Per quelli che non serve che sia di grido per leggere un libro e, magari, anzi…
Per quelli che, per fortuna, le storie d’amore non sono “3metri-sopra-il-cielo” ma c’è pure altro.
Per i fumettari.
Per un sacco di altri motivi che scoprirete leggendolo.
Ecco il link al blog dell’autore:
Emmevu
mi sa che mi tocca proprio leggerlo
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