“…Mi chiamo Ahmed e vengo dall’Africa. Avevo fame e sono venuto senza chiedere permesso da voi. Ho la tosse. È una tosse secca e insistente. Ho un po’ di sangue nello sputo. Un fratello mi ha detto che se vado in ospedale mi possono denunciare. Perciò non ci vado. Non posso. Un amico mi da lo sciroppo. Tossisco lo stesso. Un altro mi ha detto che nel mio Paese c’è ancora quella brutta malattia che si chiama tubercolosi e che è una malattia che da voi non c’è più da tanti anni. Io ho la tosse. Non lo so se la tosse si attacca. Forse si. Ma non posso rischiare che mi denuncino. Prendo lo sciroppo e non vado all’ospedale. Perchè non voglio essere preso. Metto la mano davanti alla bocca. Spero d non infettare nessuno.”
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Nel disegno di legge sulla sicurezza c’è scritto che i medici possono denunciare gli irregolari. Vecchie malattie sopite stanno tornando.
Diceva un vecchio spot: --"meditate gente: meditate…”.
Emmevù
le cose ci sono, sono lì a rispondere ai nostri sguardi più o meno sicuri, alle domande che non facciamo e nemmeno sappiamo, a salvarci e a condannarci: sempre e pur tuttavia solo cose. Sarebbero chiare se noi non fossimo così confusi. Non sono le cose a comandare ma l'atteggiamento che abbiamo noi di fronte ad esse. Come ci poniamo, come scegliamo se parlare o meno e cosa dire e cosa tenere per noi e non condividere. Cosa lasciare andare.
mi permetto di fare un copia incolla della mail di emergency a firma di Gino Strada.
RispondiEliminaGino Strada: «L'emendamento anti immigrati: una norma stolta prima
ancora che perversa»
A oggi, in Italia, una legge vieta al personale sanitario di
denunciare gli immigrati conosciuti per ragioni di cura, anche se la
loro presenza in Italia non fosse regolare. Un emendamento approvato
al Senato intende sopprimere questa norma. Si metterebbero cosi' gli
individui nella condizione di scegliere fra l'accesso alle cure e il
rischio di una denuncia; si spingerebbe parte della popolazione
presente in Italia nella clandestinita' sanitaria, con grandi rischi
per se' e per la collettivita'.
Si vuole affidare ai singoli medici la scelta se garantire lo stesso
diritto alla cura a tutti gli individui, nel miglior interesse del
paziente e nel rispetto del segreto professionale, oppure se
esercitare la facolta' di denunciare i loro pazienti "irregolari".
Secondo tutti i medici che ho conosciuto e apprezzato, l'unico modo
giusto e civile per fare medicina e' garantire a tutti la miglior
assistenza possibile, senza distinzione alcuna riguardo a colore della
pelle, sesso, convinzioni politiche, religiose o culturali,
nazionalita' o status giuridico. Questo e' il modo in cui Emergency ha
lavorato, per quindici anni in tredici diversi paesi, curando tre
milioni di persone senza distinzioni. Questo e' il modo con cui
continuiamo a lavorare, anche in Italia, nel Poliambulatorio per
migranti e persone indigenti di Palermo.
Anche di fronte all'incivilta' sollecitata da una norma stolta prima
ancora che perversa, sono certo che i medici italiani agiranno nel
rispetto del giuramento di Ippocrate, nel rispetto della Costituzione
e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Nel rispetto,
soprattutto, di chiunque si rivolga a loro avendo bisogno di un
medico.
Sul giornale di oggi è riportata la notizia che il ricorso alle strutture pubbliche di extracomunitari è diminuito del 20%.
RispondiEliminaCredo che la cosa che nessuno insegna alle nuove generazioni sia il rispetto.
RispondiEliminaRispetto per chi arriva e che prima di essere extracomunitario è una persona e però pure per chi, come noi, accoglie gli altri.
é difficile dare un metro al sociale senza entrare nel politico e nel polemico.
RispondiEliminadifficilissimo se non hai intenzione di entrarci.
la norma è ardua da digerire e implica cose su cose su cose.
non sono sicuro che sia questo blog una sede di discussione nel merito.
non so.
il disagio resta.