È, fortunatamente, piuttosto raro che guardi la televisione ma, tuttavia, l’altra sera ho visto un politico che si arrabattava in testa ad una manifestazione pro dipendenti ex Alitalia.
Al di là del non essere certamente stata una mossa in tempi adeguati (della serie: forse sarebbe stato un tantino più utile andare in piazza prima) il viso a me sconosciuto del politico in cerca di notorietà mi ha fatto venire in mente una fulminea poesia di Cesare Pascarella.
http://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Pascarella
Sono andato a ricercarla.
La lumaca
La Lumachella de la Vanagloria,
ch'era strisciata sopra un obbelisco,
guardò la bava e disse: - Già capisco
che lascerò un'impronta ne la Storia
da “Cose der monno”
Ciascuno di noi può calzare il testo su chi meglio creda; credo la scelta sia vasta…
Emmevu
le cose ci sono, sono lì a rispondere ai nostri sguardi più o meno sicuri, alle domande che non facciamo e nemmeno sappiamo, a salvarci e a condannarci: sempre e pur tuttavia solo cose. Sarebbero chiare se noi non fossimo così confusi. Non sono le cose a comandare ma l'atteggiamento che abbiamo noi di fronte ad esse. Come ci poniamo, come scegliamo se parlare o meno e cosa dire e cosa tenere per noi e non condividere. Cosa lasciare andare.
Ma Cesare Pascarella è lo stesso della Scoperta de l'America?
RispondiEliminaPenso che Pascarella sia sottovalutato e non capisco il perchè.
RispondiEliminaBravissimo, sagace, pieno di straordinarie idee, custode di una saggezza popolare ormai spenta.
Adoro Pascarella e credo che "la scoperta de l'america" sia un testo straordinario per metrica, saggezza, sagacia, ironia.....
RispondiEliminaDa riscoprire.
Se penso che al momento è fuori catalogo...