Torno a scrivere di libri
dopo un po’ che non lo facevo e torno con il libro, uscito nel 2018, di Alberto
Piazzi: il dossier E.
Le coordinate:
Il dossier E
Romanzo di Alberto Piazzi
ROBIN EDIZIONI
Anno di pubblicazione 2018
Pagine 392
ISBN – 9788872742396
Una frase:
«Luigi, questo fatto mi fa pensare a due cose. La prima, che i colpevoli
dell’omicidio hanno appoggi in luoghi che noi non abbiamo immaginato; la
seconda, che l’affaire Matteotti è un caso che scotta, e molto.»
La quarta di copertina:
“Il Dossier E” è un romanzo che gira intorno a un rocchetto di legno.
Sulla prima estremità si srotola un torneo di calcio tra squadre di alunni di
quinta elementare. Storia che inconsapevolmente si intreccia a un delicato e
apparentemente inspiegabile omicidio, in cui perde la vita un alto funzionario
della Commissione Europea.
Svolgendo un’indagine parallela a quella autorizzata, un membro del
Security Office e un professore della Scuola Europea seguiranno i fili avvolti
intorno al cilindro centrale del rocchetto e, tra valori e ideali, intrighi e
passioni, lobby e affari, raggiungeranno l’estremità opposta: così, solo dopo
essere venuti a conoscenza di verità scomode e spiacevoli, riusciranno a
scoprire il mandante e l’autore del delitto.
Quel che mi piace dire.
Non parlo spesso di libri né frequentemente li consiglio. Lo faccio come
se parlassi, a modo mio e non da critico letterario.
In questo caso mi sono
trovato davanti ad un libro scritto benissimo, incalzante, con una trama solida
e intricata quanto basta per non volerlo mollare mai. Descrizioni sobrie e
asciutte, personaggi che ti pare di averli davanti per come son ben esposti
(prototipali in qualche caso al punto di trovarti a pensare di averne
conosciuto qualcuno), un bell’ordito e tanti legami che si mostrano in valori e
disvalori ma spesso con un idem sentire di fronte alle piccole e meno piccole
verità. Del giallo ma anche dalla società e della vita.
Impossibile non caldeggiare la lettura di questa opera prima, alla quale
non potranno che seguire altre prove d’autore che aspetterò come si aspettano
le prime ciliegie mature.
Si è palesato un autore molto – ma molto – bravo.
Alberto Piazzi è nato in
Provincia di Cremona in Lombardia e per molti anni ha lavorato a Bruxelles come
funzionario della Commissione Europea ricoprendo incarichi di responsabilità
nella gestione delle politiche di sviluppo e coesione, in particolar modo del
Fondo Sociale Europeo (FSE) e del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.
Tra le
sue passioni il cinema, la letteratura e lo sport. E’ andato in pensione e
continua a vivere a Bruxelles dove fa il nonno, prova a fare un po’ di ciclismo
ma – soprattutto – scrive questo suo primo romanzo.
Malgrado sia un romanzo
giallo ben congegnato, estremamente accattivante, lo ho letto con voluta
estrema calma perché invogliato a coglierne tutte le sfumature oltre l’intreccio
legato alle indagini che seguono l’omicidio.
Che sia il protagonista, il
funzionario investigatore Luigi Calcerano, o che siano altri personaggi a
parlare e a far considerazioni di roba che fa pensare, riflettere, ce ne è
parecchia: Alberto Piazzi è un saggio che, senza scrivere un Saggio, ci
racconta molte cose nel suo romanzo.
Sa come alludere, usando
arguzia e ironia, e in più punti ci lascia con un sorriso in viso, mentre
leggiamo e consideriamo qualche frase sulle burocrazie e sullo scarso buon
senso in Commissione come in Italia.
Poi c’è il calcio. Passione
che mi unisce ad Alberto ma ci ha sempre contrapposto per tifo per squadre
avverse e che qui lui sa usare in modo magnifico sapendo alludere
splendidamente a tutte le metafore che fanno assurgere un gioco di squadra all’epico,
all’impresa, alla storia nella storia.