Care deputate e cari deputati, permettetemi di esprimere il
mio più sentito ringraziamento per l’alto onore e responsabilità che comporta
il compito di presiedere i lavori di questa assemblea.
Vorrei innanzitutto rivolgere il saluto rispettoso e
riconoscente di tutta l’assemblea e mio personale al Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano che è custode rigoroso dell’unità del Paese e dei
valori della costituzione repubblicana.
Vorrei inoltre inviare un saluto cordiale al Presidente
dalla Corte costituzionale e al Presidente del consiglio.
Faccio a tutti voi i miei auguri di buon lavoro, soprattutto
ai più giovani, a chi siede per la prima volta in quest’aula. Sono sicura che
in un momento così difficile per il nostro paese, insieme, insieme riusciremo
ad affrontare l’impegno straordinario di rappresentare nel migliore dei modi le
istituzioni repubblicane.
Vorrei rivolgere inoltre un cordiale saluto a chi mi ha
preceduto, al presidente Gianfranco Fini che ha svolto con responsabilità la
sua funzione costituzionale.
Arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a
difendere e rappresentare i diritti degli ultimi in Italia come in molte
periferie del mondo. E’ un’esperienza che mi accompagnerà sempre e che da oggi
metto al servizio di questa Camera. Farò in modo che questa istituzione
sia anche il luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno.
Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze.
Dovremmo impegnarci tutti a restituire piena dignità a ogni diritto.
Dovremo ingaggiare una battaglia vera contro la povertà, e non contro i poveri.
In questa aula sono stati scritti i diritti universali della nostra
Costituzione, la più bella del mondo. La responsabilità di questa istituzione
si misura anche nella capacità di saperli rappresentare e garantire uno a uno.
Quest’Aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale. Di una
generazione cha ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta
spesso a portare i propri talenti lontano dall’Italia.
Dovremo farci carico dell’umiliazione delle donne che
subiscono violenza travestita da amore. Ed è un impegno che fin dal primo
giorno affidiamo alla responsabilità della politica e del Parlamento.
Dovremo stare accanto a chi è caduto senza trovare la forza
o l’aiuto per rialzarsi, ai tanti detenuti che oggi vivono in una condizione
disumana e degradante come ha autorevolmente denunziato la Corte europea dei
diritti umani di Strasburgo.
Dovremo
dare strumenti a chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, a chi rischia
di smarrire perfino l’ultimo sollievo della cassa integrazione, ai cosiddetti
esodati, che nessuno di noi ha dimenticato.
Ai tanti imprenditori che costituiscono una risorsa
essenziale per l’economia italiana e che oggi sono schiacciati dal peso della
crisi, alle vittime del terremoto e a chi subisce ogni giorno gli effetti della
scarsa cura del nostro territorio.
Dovremo impegnarci per restituire fiducia a quei pensionati
che hanno lavorato tutta la vita e che oggi non riescono ad andare avanti.
Dovremo imparare a capire il mondo con lo sguardo aperto di
chi arriva da lontano, con l’intensità e lo stupore di un bambino, con la
ricchezza interiore inesplorata di un disabile.
In Parlamento sono stati scritti questi diritti, ma sono
stati costruiti fuori da qui, liberando l’Italia e gli italiani dal fascismo.
Ricordiamo il sacrificio di chi è morto per le istituzioni e
per questa democrazia. Anche con questo spirito siamo idealmente vicini a chi
oggi a Firenze, assieme a Luigi Ciotti, ricorda tutti i morti per mano mafiosa.
Al loro sacrificio ciascuno di noi e questo Paese devono molto.
E molto, molto dobbiamo anche al sacrificio di Aldo Moro e della sua scorta che
ricordiamo con commozione oggi nel giorno in cui cade l’anniversario del loro
assassinio.
Questo è un Parlamento largamente rinnovato.
Scrolliamoci di
dosso ogni indugio, nel dare piena dignità alla nostra istituzione che saprà
riprendersi la centralità e la responsabilità del proprio ruolo. Facciamo
di questa Camera la casa della buona politica. Rendiamo il Parlamento e Il
nostro lavoro trasparenti, anche in una scelta di sobrietà che dobbiamo agli
italiani.
Sarò la presidente di tutti, a partire da chi non mi ha
votato, mi impegnerò perché la mia funzione sia luogo di garanzia per ciascuno
di voi e per tutto il Paese.
L’Italia fa parte del nucleo dei fondatori del processo di
integrazione europea, dovremo impegnarci ad avvicinare i cittadini italiani a
questa sfida, a un progetto che sappia recuperare per intero la visione e la
missione che furono pensate, con lungimiranza, da Altiero Spinelli.
Lavoriamo perché l’Europa torni ad essere un grande sogno,
un crocevia di popoli e di culture, un approdo certo per i diritti delle
persone, un luogo della libertà, della fraternità e della pace.
Anche i protagonisti della vita spirituale religiosa ci
spronano ad osare di più: per questo abbiamo accolto con gioia i gesti e le
parole del nuovo pontefice, venuto emblematicamente “dalla fine del mondo”.
A
papa Francesco il saluto carico di speranze di tutti noi.
Consentitemi un saluto anche alle istituzioni internazionali,
alle associazioni e alle organizzazioni delle Nazioni Unite in cui ho lavorato
per 24 anni e permettetemi – visto che questo è stato fino ad oggi il mio
impegno – un pensiero per i molti, troppi morti senza nome che il nostro
Mediterraneo custodisce. Un mare che dovrà sempre più diventare un ponte
verso altri luoghi, altre culture, altre religioni.
Sento forte l’alto richiamo del Presidente della Repubblica
sull’unità del Paese, un richiamo che questa aula è chiamata a raccogliere con
pienezza e con convinzione.
La politica deve tornare ad essere una speranza, un
servizio, una passione.
Stiamo
iniziando un viaggio, oggi iniziamo un viaggio. Cercherò di portare assieme a
ciascuno di voi, con cura e umiltà, la richiesta di cambiamento che alla politica
oggi rivolgono tutti gli italiani, soprattutto in nostri figli. Grazie.
Laura
Boldrini
(Presidente
della Camera dei Deputati)