Questo blog, a volte, ha parlato di questioni di interesse
sociale e lì ho provato con la massima serenità possibile a dire qualcosa che
ritenevo di condividere. Molto raramente ho affrontato questioni riconducibili
direttamente alla politica. Ciò che segue è una eccezione.
Il fatto è che sul social forum per eccellenza, diverso
tempo fa, ebbi a condividere l’assunto che se fosse rimasta la legge elettorale
vigente (Porcellum per definizione dell’estensore della medesima) non sarei
andato a votare...
Come molti ero (e rimango) dell’avviso che il sistema dei
partiti sia chiuso, troppo auto referenziato e verticale e che avesse (abbia) bisogno
di una scossa di democrazia e di partecipazione che coinvolga e responsabilizzi
i cittadini elettori.
Da allora ad oggi la legge elettorale non è cambiata: in
Parlamento non è stato possibile trovare una maggioranza che si accordasse su
una innovazione.
Giova ricordare che la composizione parlamentare è ancora
quella scaturita dalle ultime elezioni che consegnarono al centro-destra una
maggioranza mai vista?
Forse.
Da allora ad oggi, comunque, nel principale partito del
centro-sinistra, sono successe alcune cose di una certa rilevanza (in termini
di democrazia partecipata in antitesi al disposto del Porcellum).
Un segretario eletto attraverso primarie ha consentito modifiche
statutarie nel proprio partito perché potesse essere indicato il candidato
premier attraverso consultazioni aperte.
Nello stesso schieramento è in corso un ricambio
generazionale che passerà nuovamente attraverso il vaglio di consultazioni
popolari per la scelta del 90% dei candidati alle prossime elezioni politiche.
In diversi criticano le modalità con cui questo processo
viene portato avanti: legittimamente ciascuno può esercitare il proprio
democratico diritto di critica verso chiunque.
Mi preme solo rilevare come tale processo di coinvolgimento
democratico, certamente perfettibile, sia avvenuto esclusivamente in un’area
politica.
Sono propenso a non includere nella stessa specie di
democrazia partecipata quanto avvenuto nell’area che si identifica nel signor
Grillo perché è mancato totalmente qualsiasi riscontro limpido sulle votazioni
in rete e anche perché fenomeni di espulsione dal movimento, decisi
sommariamente dal capo del movimento medesimo, poco si accostano alla
fattispecie della democrazia dal basso.
Tutto questo per dire che prima di criticare il livello e la
qualità di democrazia presente in un partito, o gruppo, o parte politica
potrebbe essere di una qualche utilità fare qualche semplice raffronto con
altri partiti, o gruppi, o parti politiche.
Con ciò, ovviamente, non è detto che una proposta politica
debba convincere a recarsi a votare soltanto perché c’è stato un processo di
partecipazione ma (cribbio!) un populismo che si nutre dell’assunto che “tutti
sono uguali” penso abbia qualche pilastro in meno per reggersi in piedi.
Credo sia lampante che quanto avviene attorno al principale
partito del centro-sinistra italiano si muova in direzione ostinata e contraria
rispetto a quanto la vigente legge elettorale consente, legittimamente, a tutte
le forze politiche.
Concludo pertanto facendo ammenda a quanto dichiarato: non
ostante il porcellum mi recherò a votare (Maya permettendo).