marco valenti scrive

marco valenti scrive

24 aprile 2014

il treno va




Vagoni del treno - Van Gogh


Amo il treno, viaggiare in treno, le stazioni. Ne ho scritto anche qui, più volte.
Il lato ottimista del treno, le attese sospese lunghe e spesso faticose, i contrattempi, qualche appunto minimo e così via.

Etichetta "Viaggi (taccuini con un senso)"

Adoro Paolo Conte.
E' un grande artista, un ponte tra molte cose, tra la lirica e il jazz, tra l'Italia e la Francia, tra ieri e domani.

Etichetta "Musica con un senso"
Qui il treno va.




Dir che ti penso è un controsenso perché sei sempre qui: sì, tra le mie dita, come la vita che in un sorriso vivi.

Il treno va:
scomparirà sulle sue ruote rotonde
dietro alle nuvole bionde.

Io sono qua, rimango qua
in questa ruggine densa come qualcuno che pensa
a un treno

Tu dove vai? Con quei begli occhi che hai…
Ritornerai? Me l'hai promesso, lo sai


Il treno va, scomparirà dietro alle nuvole bionde.

18 aprile 2014

una fila di auguri



Auguri in fila!

Buona Pasqua il 20 Aprile e che sia di Resurrezione comunque la pensiate.

Buona pasquetta il 21 Aprile e auguri a Roma mia bella perché è il compleanno della Capitale comunque la pensiate.

Buon 25 Aprile che è l’Anniversario della liberazione del Paese dal nazifascismo ed è pure San Marco comunque la pensiate.

Buon Primo Maggio che è la festa dei lavoratori e dei loro diritti comunque la pensiate.

Buona vacanza 
a chi prende un ponte 
e riesce a staccare la spina.


Comunque la pensiate 
auguri 
sinceri 
a tutti.

17 aprile 2014

In vino veritas





Concordo totalmente con il pensiero espresso da Baudelaire: chi sono io, del resto, per contraddirlo?
Mi riservo, prima o poi, un bel post pieno di frasi sul vino.

Parlo di vini solo quando mi sono piaciuti molto, spesso abbinati con ricette che ho sperimentato e che sono riuscite.
Ne parlo senza patenti di esperto però ne parlo con gioia: un buon vino contribuisce al piacere. Provo a capirne di più ma non so se riuscirò mai a distinguere un sentore di ribes da uno di mirtillo: magari è importante ed è per questo che spesso lascio un collegamento a qualche sito che parla di un particolare vino con maggiore proprietà di linguaggio.

Mi aiuta confrontarmi con amici gaudenti e da qualche tempo con la competenza e la passione di una piccola ma appassionata enoteca che ha aperto vicino casa mia, a Roma, in viale Jonio e che doverosamente ringrazio (mai abbastanza!).
Ciao Organic%l, alla salute!

Auguro a tutti di bere bene, di gioirne e di avere l’occasione di sorprendersi anche per una bottiglia e saluto con qualche immagine di vini che ho gustato e dei quali ho parlato: se fate clic sul nome del vino sotto ogni foto  si apre il mio articoletto qui nel  blog.

Prosit!

14 aprile 2014

Attenti al lupo!




ATTENTI AL LUPO

Una canzone che è in realtà di gioiosa e consapevole speranza, scritta da Ron e lanciata de Lucio Dalla; una canzone che ci dice che “la vita è una catena” e “qualche volta fa un po’ male”; che serve sempre stare attenti al lupo ma che arriva l’estate e ci si ama in mezzo ai prati pieni di cicale.
Felici. Tranquilli. Attenti.
 


 

C'è una casetta piccola così con tante finestrelle colorate e una donnina piccola così con due occhi grandi per guardare

e c'è un omino piccolo così che torna sempre tardi da lavorare e ha un cappello piccolo così con dentro un sogno da realizzare e più ci pensa, più non sa aspettare

Amore mio non devi stare in pena questa vita è una catena qualche volta fà un po' male guarda come son tranquilla io anche se attraverso il bosco con l'aiuto del buon Dio stando sempre attenta al lupo...

attenti al lupo...

attenti al lupo...

living together

living together

Laggiù c'è un prato piccolo così con un gran rumore di cicale e un profumo dolce e piccolo così amore mio è arrivata l'estate!

Amore mio è arrivata l'estate

e noi due qui distesi a far l'amore in mezzo a questo mare di cicale questo amore piccolo così ma tanto grande che mi sembra di volare e più ci penso più non so aspettare.

Amore mio non devi stare in pena
questa vita è una catena
qualche volta fa un po' male
guarda come son tranquilla io
anche se attraverso il bosco
con l'aiuto del buon Dio
stando sempre attenta al lupo

attenti al lupo...

Living together...

11 aprile 2014

Bivi



Freddi pomeriggi di febbraio
Sarmenti tagliati da raccogliere tra l’erba
Strofino forte le manocce ghiacciate
Il filare non finisce più
La voce di nonna mi rincuora: 
“Forza, forza… 
pensa ca co tre mattucce 
ci cocimo no forno de ciambelle”

E il lavoro passa più leggero.

Non è questione di mese ma di etichetta.

Un amico mi ha portato un vino rosso che non conoscevo. Regione Lazio. 
Ha casa a un passo dalle vigne di quel vino. Strade di crinale, poggi, pendenze importanti. Vigne in salita, faticose da governare. 
Ma c’è il crinale esposto meglio e l’uva se ne giova.

Ne parla Veronesi di questo vino e per me è come dire che sta scritto nella Bibbia. Poi, da quel libro del 1961, per anni c’è stata poca cultura vinicola, parcellizzazione delle terre, e in tanti si sono fatti il loro vino ma per sfizio. Per poter dire “il mio vino”.

I vini di Roma sono passati nella memoria collettiva a vini da taverna, magari genuini ma poco colti: la memoria va alle grotte dei Castelli romani, ai bianchi sfusi di quando ero ragazzino, fave e Frascati, al vinaio che veniva da nonno con il furgone e le damigiane di Cannellino. I vini importanti erano toscani o piemontesi.

Ma i vitigni ci sono sempre stati, alcuni eccellenti, e nel tempo si è avuta una cura sempre maggiore nelle tecniche di vinificazione e nel mantenere forte il legame con i territori e le loro caratteristiche.

Complice una bistecca di manzo presa dal macellaio di fiducia, notevole per bontà e dimensioni, ci decidiamo a stappare con il suo bell’anticipo e a onorare il regalo ricevuto.



“Bivi! 
Bevo e sfato ancora l’idea di vino a quattro soldi da povera osteria, greve, che da in testa; demolisco con gioia l’idea di vino di seconda classe nel Lazio con quello splendido Cesanese del Piglio. 
Mi godo e stragodo il suo sapore morbido, quella punta di amarognolo, il suo bel colore rosso rubino e tutti i suoi quattordici gradi e mezzo. 

Ho brindato all’amico fraterno che me lo ha portato. 
Straordinario. 

L’amico con cui condivido (anche) una provata fede calcistica romanista mi perdonerà se per questa unica volta mi son detto forza Lazio!”


Poi (dopo) ho scoperto che il Cesanese è stato il primo a diventare a denominazione di origine controllata e garantita nella Regione, che è un ottimo vitigno tipico nel frusinate e nella bassa provincia romana, che è vinificato in purezza e sempre dopo sono andato a verificare sul libro di Luigi Veronelli “I vini d’Italia”.


Cito un articolo che ne parla con competenza:

BIVI !
(bevi)
Cesanese del Piglio
D.O.C.G.C.
Vendemmia 2012





È dono del padre. È sole nel calice. È ruvida mano. È ricordo di zolle. È ossequio al passato. È autoctona schiettezza. È sorriso rubino. È fiore sbocciato. È ciliegia carnosa. È vento che soffia nel bosco. È sapore che riempie la bocca. È atto d’amore. È il mio vino.
Maria Elena Sinibaldi


Andatelo a cercare e mi ringrazierete!


10 aprile 2014

risultato eccellente?


 
 
Siamo pieni di sondaggi, sulle televisioni e sui giornali, ma molto meno pieni di ragionamento e di buon senso.

Secondo una (variabile ma cospicua) maggioranza, a detta di uno degli ultimi sondaggi, i lavoratori statali sarebbero TROPPO tutelati rispetto agli altri. Si fa strada l’idea che il contratto collettivo e l’assunzione a tempo indeterminato non siano diritti acquisiti ma lussi.



6 aprile 2014

Coop

Coop.



Sul principale social forum circola da un po’ un video con correlati articoli, articoletti e commenti, nel quale un signore (tale Max Bugani che non conosco e saluto cordialmente) ha sul tavolo di cucina diversi prodotti a marchio Coop.

Canticchiando un famoso jingle della cooperativa controllante un grande numero di supermercati in Italia, il nostro ci mostra una applicazione che la società Coop ha reso disponibile a tutti: mediante tale app è possibile conoscere la provenienza di tutte le materie prime presenti in ognuno dei prodotti marchiati Coop. Sono quei prodotti in vendita nei supermercati della catena che vengono commercializzati con etichetta Coop (la pasta Coop, le merendine Coop, i pomodori sottolio Coop e via dicendo).


pubblicità anni '80 della Coop

Funziona così. 

Tu inserisci il codice a barre del prodotto e dal telefono o dal computer vieni a sapere che, per esempio, i pomodori conservati in olio sono italiani ma l’olio di girasole che li mantiene viene da altrove o che le farine utilizzate per la pasta secca non sono italiane (o non necessariamente) ma possono provenire dalla Bulgaria o da fuori Europa.

Il servizio, utile e ben fatto, allude ad una mancata italianità dei prodotti e lascia che affiorino un paio di dubbi in chi lo vede (sempre partendo dalla pubblicità che dice “La Coop sei tu”).

Il primo dubbio è che la Coop sia una Gigantesca Mostruosa Multinazionale e che non faccia lavorare i nostri compatrioti ma invece muova Economie Globali.

Il secondo dubbio è che i prodotti marchiati Coop non siano italiani e quindi che potrebbero essere non genuini (se non artefatti).

Da questi dubbi “primari” vari commentatori fanno discendere, con toni più o meno velati, preoccupati, scandalizzati, accesi, altri dubbi “derivati” (causa certa/ effetti presumibili):
 chissà che non ci prendano in giro, 
che non ci truffino, 
che sfruttino lavoratori stranieri non tutelati, 
che facciano profitti illeciti.

Ovviamente capita che i commenti si schierino (non sempre) tra Guelfi e Ghibellini, seguaci dello slow food e del KmZero, anticomunisti, teorici dell’ “è-tutto-un-magna-magna”, increduli, creduloni, peplessi etc. etc. etc.

Premettendo

che non sono un Socio della Coop, 
che per lavoro mi occupo (tra le altre cose) di revisioni di società cooperative essendone abilitato, 
che reputo superficiali e gratuitamente allusivi sia l’origine del dibattito che parte dello stesso, 
vorrei contribuire con alcuni spunti di chiarezza e di pacata riflessione.

4 aprile 2014

sotto pressione




Sotto pressione.
  La pressione mi sta schiacciando. 
La pressione ti comprime come nessuno si augurerebbe. 
Sotto una pressione che distruggere un palazzo, spezza in due una famiglia, sbatte la gente in strada…

 (Sono solo momenti che capitano. 
Quella scheda da consegnare subito e sono le cinque e mezza del pomeriggio e stavi per uscire dal lavoro e non sai come e cosa devi fare ma sai che prima di essere libero la dovrai riscrivere almeno tre volte, quel contocorrente che pensavi di avere chiuso e invece è ancora lì e non riesci a capire come devi chiuderlo, quell'oggetto che si rompe improvvisamente e quell'altro che non riesci più a ricordare dove l'avevi messo, quell'affare che non si chiude, quella telefonata che non arriva, quel ritardo che accumuli, quel sonno che hai ma non riesci a soddisfare, quell'amaro in bocca, quel libro che non capisci, la cartella esattoriale, i conti che non tornano, quell'amico che non è tanto amico, quel futuro che non è sicuro, quella stanchezza senza poter riposare, quel senso di imprevisto dietro l'angolo e ancora, ancora, ancora... )

 


Pressure pushing down on me 
Pressing down on you no man ask for 
Under pressure, that burns a building down Splits a family in two Puts people on streets It's the terror of knowing What this world is about Watching some good friends Screaming let me out Pray tomorrow, gets me higher Pressure on people, people on streets Chippin’around, kick my brains around the floor These are the days it never rains but it pours People on street, people on streets It's the terror of knowing What this world is about Watching some good friends Screaming let me out Pray tomorrow, gets me higher Pressure on people, people on streets Turned away from it all like a blind man Sat on a fence but it don't work Keep coming up with love but it's so slashed and torn Why, why, why Love Insanity laughs under pressure we're cracking Can't we give ourselves one more chance? Why can't we give love that one more chance? Why can't we give love? Cause love's such an old fashioned word And love dares you to care for The people on the edge of the night And love dares you to change our way of Caring about ourselves This is our last dance This is our last dance This is ourselves Under pressure 
Under pressure 
Pressure

UNDER PRESSURE - The Queen

2 aprile 2014

Sir Alec Guinness


Sir Alec Guinness








Sir Alec Guinness è nato il 2 aprile 1914 a Paddington (Londra) e se ne è andato nel 2000  dopo averci lasciato una grandissima quantità di film memorabili nei quali ci ha fatto stare bene e ci ha dato emozioni.
Misurato, composto, efficace sempre: da Grandi speranze fino a Star Wars, da La signora omicidi al ruolo di Smiley ne La talpa,  è passato in Lawrence d’Arabia e per il ruolo del colonnello Nicholson ne Il ponte sul fiume Kwai. Straordinario.

http://it.wikipedia.org/wiki/Alec_Guinness


Cento anni fa.


Best wishes Sir! Auguri. Buon compleanno.


Sir Alec Guinness

Sir Alec Guinness

Sir Alec Guinness