Il costo degli acquisti alimentari, in termini ecologici oltre che economici, dipende anche da quanto le merci camminino.
Un chilo di pesche spagnole, qui a Roma, “inquina” più di un chilo proveniente da Latina in termini di distanze percorse. Anche per questo mi permetto un po’ di sciovinismo e di amore di campanile e guardo le zone di produzione del cibo che compro.
Invito tutti a farlo sempre, ma a farlo con attenzione.
Fino a pochi giorni fa io, per esempio, acquistavo il latte fresco della Centrale del latte di Roma nella convinzione che non potesse provenire altrimenti che dallo stabilimento appena fuori in Grande Raccordo Anulare, tra le vie Tiburtina e Nomentana.
Osservando bene il cartone ho visto stampigliati tre diversi centri di produzione ed ho appreso che il latte che stavo bevendo veniva da un’altra Regione italiana. L’azienda Centrale del latte di Roma è di proprietà del gruppo Parmalat e, evidentemente, ci sono logiche produttive ed occupazionali che hanno portato alla scelta, in apparenza illogica, di far produrre “il latte di Roma” altrove.
Resta che mi spiace, mi stupisce un po’, e che devo portare gli occhiali da lettura anche al supermercato dove ho comunque deciso di cambiare lattaio.
"Bevete più latte!".
http://www.youtube.com/watch?v=WYb7lmI1tPE
Voi come vi regolate?
Io bevo latte di soja per ragioni di intolleranza, ma dover averne provato diversi ne acquisto di sole due marche, il marito che beve latte preferisce quello dell'alto Adige che non è lontanissimo dal Veneto, ma anche l'alta qualità della Coop gli va benone. Per il resto, ovvero verdura e frutta, cerco sempre di prendere prodotti di stagione, italiani, preferibilmente prodotti in loco, zona del Cavallino o S. Erasmo. Per dire delle pesche, qui arrivano quelle della zona di Cesena che sono ottime e Cesena non è lontanissima...c'è anche un discorso di produttività da fare, ovvero sul territorio agrigolo non sempre si produce tutto il necessario per il fabbisogno, però si può scegliere sul chilometraggio.
RispondiEliminaInoltre, qui intendendo Venezia e terraferma c'è il mercato a km 0 e quando ho tempo ci faccio volentieri un salto ed i prezzi sono buoni...anche perchè in latre regioni amici mi han raccontato che c'è chi se ne approfitta sul discorso km 0 e alla fine il cliente paga di più...
Per quanto concerne la lettura delle etichette, io e il consorte siamo degli habituè! E da tempi non sospetti, per necessità di evitare ingredienti, ma ripeto è diventata un'abitudine che definisco ottima. Cerco di sapere sempre ciò che metto nel carrelo visto che deve poi nutrire i nostri corpi e le nostre menti ;-)
Buona giornata