marco valenti scrive

marco valenti scrive

30 ottobre 2009

halloween?


Notte tra il 31 ottobre ed il primo novembre: Halloween.

"Halloween" deriva da "All Hallows Eve", che vuole dire appunto "Vigilia di tutti i santi", perciò "Vigilia della festa di tutti i santi", festa che ricorre, appunto, il 1° novembre.

L’abbiamo importata dell’America. I media ci hanno fatto un fenomeno nostrano, proliferano le maschere, i “dolcetto-o-scherzetto, l’industria dolciaria, il conto in banca dei Dentisti.

Va bene tutto, per carità!

Però un tempo avevamo altro e secondo me dovremmo – ogni tanto – rifletterci.

Porto solo un esempio.

La "festa dei morti" in Sicilia era una ricorrenza popolare e molto sentita, risalente addirittura al X secolo. Si narra che anticamente nella notte tra l'1 ed il 2 novembre i defunti visitassero i cari ancora in vita portando ai bambini dei doni.
Oggi questi doni vengono acquistati dai genitori e dai parenti nelle tradizionali "fiere", che si svolgono in molte parti della Sicilia ma, ormai, solo nei paesi.
Qui vi si trovano bancarelle di giocattoli e oggetti vari da donare ai bambini. Questi ultimi vengono poi nascosti in casa e trovati dai bambini, al mattino presto, con una sorta di caccia al tesoro.
Oltre a giocattoli di ogni sorta, esisteva l'usanza di regalare scarpe nuove talvolta piene di dolcetti, come i particolari biscotti chiamati "crozzi 'i mottu", ossa di morto e la frutta secca, biscotti e cioccolatini, la frutta di martorana e i pupi di zucchero, generalmente accompagnati da 'u cannistru', un cesto ricolmo di frutta secca.

Un modo affettuoso di ricordare ai bambini chi non c’è più.

Ok.

Vi lascio e vado a comprare chewing-gum e mush-mellows… casomai domani bussassero!

26 ottobre 2009

una giornata perfetta


In una serata particolarmente malinconica mi è capitato di vedere vecchi filmini riversati in dvd in cui io, piccino, ero allo zoo e davo noccioline agli animali e poi ero al mare, facevo il bagno con la “paperella”, e via dicendo. C’era un sacco di gente di famiglia che adesso non c’è più.
Per colonna sonora ho messo questa meravigliosa canzone che, forse, ha contribuito a darmi un senso di nostalgia ed una vaga commozione. Non saprei pertanto dire se sia o meno adatta a far da colonna sonora a vecchi filmini ma so per certo che è davvero bella.

http://www.youtube.com/watch?v=j2JXy1Z9ovs


Just a perfect day drink Sangria in the park And then later when it gets dark, we go home.


Just a perfect day feed animals in the zoo Then later a movie, too, and then home.


Oh, it's such a perfect day I'm glad I spend it with you Oh, such a perfect day You just keep me hanging on You just keep me hanging on.


Just a perfect day problems all left alone Weekenders on our own it's such fun.


Just a perfect day you made me forget myself I thought I was someone else, someone good.


Oh, it's such a perfect day I'm glad I spent it with you Oh, such a perfect day You just keep me hanging on You just keep me hanging on You're going to reap just what you sow [x4]

Solo un giorno perfetto - Bevendo sangria nel parco - E poi, più tardi - Quando fa buio, andiamo a casa Solo un giorno perfetto dare da mangiare agli animali allo zoo - E poi, più tardi un film, e poi casa Oh, è talmente un giorno perfetto Sono contento di averlo passato con te Oh, è talmente un giorno perfetto Tu mi fai resistere e andare avanti
Solo un giorno perfetto - I problemi sono lasciati soli - Turisti per conto nostro - E' così divertente Solo un giorno perfetto - Mi hai fatto dimenticare me stesso - Pensavo di essere qualcun altro, qualcuno valido Raccoglierai ciò che hai seminato

23 ottobre 2009

Al al bar

Ha occhi vagamente impauriti, comunque furtivi. Non sfuggono. Gli chiedo cosa ci sia che non va. Nicchia un po’ ma poi confessa. Sceso dall’autobus si è fermato ad un bar. Mi mostra uno scontrino fiscale parzialmente inevaso (non gli lascio moneta) per un paio di euro, giù di lì. Bar Torino, indirizzo sullo scontrino, vicino casa. La sua glicemia (ha un po’ di diabete) era alta ma, almeno, dalla sua confessione so il perché. Lo rassicuro. È come un piccolo che confessa la marachella. Lo rassicuro, poi vado a sincerarmi del fatto e a saldare.

Birretta e pastarella alla faccia del diabete.

Spiego ai baristi la situazione.

Più che altro incasso solidarietà e ammirazione per essere tornato a saldare.

Questi sono i tempi in cui ci tocca vivere.

È mio padre, comunque, ed ho bisogno di sapere da un lato e di lasciarlo vivere – a prescindere- dall’altro.

Bilanciamenti di Al: nessuno nasce imparato e, perciò, troverò il passo.

17 ottobre 2009

tortelli allo speck e lagrein


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Non servono alibi. Serve che al supermercato ti imbatti in una confezione di tortelli allo speck: basta e avanza. Mettici chilometri di distanza dall’essere altoatesino e la voglia di goderne appieno a prescindere.
Ammesso che tu abbia voglia di emergere da un grigio giorno di fatiche e non lasciare il tortello a un burro e parmigiano uniforme alla giornata trascorsa.
Complice non indifferente buona compagnia.
Padella grande antiaderente.
Olio di basilico.
Non fate l’olio di basilico?
Errore grave perché basta pochissimo per un risultato eccellente. Ne ho cinque litri e conto di svoltarci l’inverno. Apro una parentesi e vi dico come farlo.
Prendi il tuo basilico più profumato, spezzettane le foglie in una bottiglia e colmala di extravergine.
Poi lascia che maceri, scordandotene, in luogo mediamente buio.
Aspetta non meno di tre mesi e godi quando gli altri non hanno del basilico che ombre surgelate.
L’olio sarà così profumato che sembrerà giugno.
Non farlo è una scelta. Nessun impedimento o difficoltà vi separano dall’averlo.
Olio (di basilico), dicevo, aglio, pomodori freschi e profumati.
Vanno. Li lascio andare. Aggiungo due noci di formaggio da spalmare non prima di aver sfrigoliato speck a striscette Ricotta secca grattugiata, pepe profumato e appetito.
Se non scordate una buona compagnia e un rosato altoatesino secco, possibilmente di gradazione, avrete successo.
Info:
L' Alto Adige Lagrein rosato è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Bolzano. Gli acini di Lagrein scuro - una volta torchiati - colorano il mosto di tonalità rosso mattone e rosa. I profumi floreali, che rimandano con evidenza al garofano, risultano decisamente marcati. Il bouquet è accompagnato da note di mango.
Mediamente strutturato, è caratterizzato da una pronunciata acidità, anche se equilibrata dalla presenza di polifenoli. Questi rosati hanno un gusto freddo e sapido e, nonostante la loro acidità quasi aggressiva, possono svolgere il ruolo, serviti freddi, di eccellenti vini estivi o da pranzo.
Colore rubino chiaro, rosato con riflessi salmone, odore delicato, gradevole, sapore non molto di corpo, aromatico, elegante, fresco.

14 ottobre 2009

Tempo Stimato



Chi, a Roma, dal Lungotevere in Augusta vuole andare a Porta Pia deve, necessariamente, percorrere il Viale del Muro Torto.
http://it.wikipedia.org/wiki/Muro_Torto.
È una strada tortuosa e priva di uscite dove anche un piccolissimo incidente crea un congestionamento stradale di proporzioni bibliche ed io ci passo quotidianamente per andare a lavorare.

 Poco dopo aver lasciato sulla destra l’Ara Pacis http://it.wikipedia.org/wiki/Ara_Pacis un cartello luminoso segnala la situazione del traffico per Porta Pia indicando la stima del tempo di percorrenza recando, ad esempio, una dicitura tipo “PORTA PIA – TEMPO STIMATO 8 MINUTI – SCORREVOLE”.

All’ora in cui passo, di buon mattino, la stima varia tra i sei e i nove minuti e mi sono sempre chiesto, perplesso, da cosa dipenda la variazione e come venga, scientificamente, calcolato il tempo.

 Preso dalle cose di lavoro, malgrado spesso legga l’orologio al passaggio sotto il cartello, non ho mai verificato l’esattezza dell’indicazione.

Giorni fa, non erano ancora le otto, alzando gli occhi al cartello, mi è preso un colpo leggendo “Porta Pia – tempo stimato 35 minuti – traffico congestionato”. 

Impossibilitato a percorrere strade alternative mi sono messo l’anima in pace confidando nelle capacità di svicolo del mio scooter.

La strada era sgombra, il semaforo verde, nessun incidente: sono arrivato in meno di dieci minuti.
La grande soddisfazione ha messo in secondo piano la domanda su come venga stimato il tempo: che sia un team di scienziati analogo a quello che non azzecca mai le previsioni del tempo?

11 ottobre 2009

il levriero


Non so moltissimo del pezzo ritratto da Pietro.

Lo ho visto e rivisto ma non lo ho studiato dal punto di vista storico.

È nei musei capitolini ed è una statua in marmo scuro proveniente dell’Egitto. Bellissima. Alta che ti arriva al petto.

Quello che è straordinario di questo disegno è che il cane, il levriero, prende vita. Trema. Ha voglia fremente di scattare. Una delle tavole più fantasiose e commoventi. Sembra, fieramente, sfidarti più dell’originale (splendido)

È tipico, peculiare, di Pietro interpretare le cose secondo il suo istinto e la sua mano felice. Ingrandendo il disegno se ne coglie il singolo tratto.

Un aggiungere continuo fino al risultato.

Statua in marmo screziato proveniente dall’antico Egitto. Tavola cm 23,5 x 33.