marco valenti scrive

marco valenti scrive

12 giugno 2009

bonton&ipod

Pranzo, solitario, in albergo durante un viaggio di lavoro e traggo consolazione da gran buon cibo prima di una riunione che spero, in cuor mio, meno faticosa del prevedibile.
Il cameriere, già visto in viaggi precedenti, mi accompagna al tavolo che è vicino - troppo vicino - a una coppia.
Sono un lui e una lei che pranzano ed hanno interessi di lavoro comuni ma mancano di altre prossimità.
Per me trota ai ferri ed erbe, patate al forno, pomodorini gratinati: della coppia non so perchè sono alle mie spalle.
Entrambi inanellano frasi che non posso non sentire e, non ignorando i temi trattati, le banalità impressionanti (di lui soprattutto) quasi mi spingono all'intervento. Non lo faccio, ovviamente, ma il bianco che bevo da piacere qual è diventa medicina.
Cauterizza.
Solo parzialmente giova un altrimenti strepitoso dolce ai frutti di bosco.
Ciascuno pranza dove capita e ne paga le conseguenze.
Caffè e via in camera a sciacquarmi il viso e impupazzarmi per la riunione.
Mi chiedo: l'uso di un Ipod (o di un Walkman) al ristorante è da considerarsi violazione delle buone regole?
emmevù

2 commenti:

  1. non so che dire, a volte per via di certe "vicinanze" non si può far a meno di sentire i discorsi altrui, l'altra sera in pizzeria io e due mie amiche ci siamo dovuto sorbire nostro malgrado una caterva di banalità dette da due signore avvelenate con i rispettivi ex compagni, mariti, anche noi avremmo voluto intervenire perchè quando è troppo è troppo ma siamo state zitte e abbiamo tentato di parlare fra di noi, certo il frastuono di quelle due era insopportabile

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  2. la differenza, sostanziale, è che io ero SOLO e non potevo evitare di sentirli chiacchierando!

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