le cose ci sono, sono lì a rispondere ai nostri sguardi più o meno sicuri, alle domande che non facciamo e nemmeno sappiamo, a salvarci e a condannarci: sempre e pur tuttavia solo cose. Sarebbero chiare se noi non fossimo così confusi. Non sono le cose a comandare ma l'atteggiamento che abbiamo noi di fronte ad esse. Come ci poniamo, come scegliamo se parlare o meno e cosa dire e cosa tenere per noi e non condividere. Cosa lasciare andare.
marco valenti scrive
23 maggio 2009
quarantottore
Continuavo a lodarne l’ottimo cuoio; mi pavoneggiavo del ben visibile e noto marchio; mi confortavo della perfetta adeguatezza delle sue tasche.
Di fronte a vetrine di valigerie la confrontavo con nuovi modelli e riflettevo su quanto possa essere diventato costoso (troppo) sostituirla con una pari livello e come altri modelli, decisamente più abbordabili, non reggano il confronto.
Ripensando a quando mio padre me la regalò e a quanti viaggi avevamo fatto insieme andavo avanti a convincermi di avere una, splendida, quarantott’ore.
Gli eventi sono fatalmente precipitati quando la cerniera lampo del vano principale si è, irrimediabilmente, incastrata.
Inutilizzata e inutilizzabile, la guardo sconsolato alla vigilia di un, piccolo, nuovo viaggio. Partirò con un più ingombrante trolley.
Ok. Non guarirò mai dall’affezionarmi agli oggetti.
emmevù
21 maggio 2009
lentamente muore
Un Blog è fatto di dialoghi. Questo Blog ama la poesia e, ancor di più, ciò che significa.
Non è questione di "tag"; è questione di cuore e di smuovere sensazioni logiche, che si ritengono belle.
Ecco: è tutto qui.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che
fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi e' infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o
della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una
splendida felicita'."
Pablo Neruda
Grazie a Maria Alessia per ave re commentato con questa poesia un altro post (ermetica).
È giusto ed è ancor più giusto regalarla al Blog per la sua limpidezza ed il suo significato.
Emmevù
18 maggio 2009
crepuscolo
17 maggio 2009
oltre l'arcobaleno
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Somewhere over the rainbow bluebirds fly
Birds fly over the rainbow
Why oh why can't I