marco valenti scrive

marco valenti scrive

3 febbraio 2010

ricordando Fred


Esattamente cinquanta anni fa Ferdinando Buscaglione, trentottenne, moriva in un incidente d’auto a Roma, nel quartiere Parioli. Schiantava la sua Ford Thunderbird lilla contro un camion carico di porfido. È conosciuto per le sue bellissime canzoni col suo nome d’arte: Fred Buscaglione.
Personaggio popolarissimo negli anni 50, assunto a mito del duro, dissoluto e senza freni, è stato un grandissimo musicista, cantante, crooner, jazzista, uomo di spettacolo.
Ha interpretato un modo godibilissimo di fare un certo tipo di spettacolo musicale e le sue canzoni, oggi, sono straordinariamente moderne.
Ecco il link su Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Fred_Buscaglione
Tra le tantissime canzoni “Buonasera signorina” la canto con gioia.
Eccola: testo e video.


Buonasera signorina buonasera


come è bello stare a Napoli e sognar


mentre in cielo sembra dire buonasera


la vecchia luna che sul Mediterraneo appar


Ogni giorno c'incontriamo camminando


dove par che la montagna scenda in mar


Quante cose abbiamo detto sospirando


in quell'angolo più bello del mondo


Quante volte ho sussurrato amore t'amo!


Buonasera signorina kiss me goodnight


Buonasera signorina kiss me goodnight



28 gennaio 2010

Quel treno per Pisa

Devo partecipare a un seminario il 27 mattina.
Prenotati, per tempo, albergo e tratte ferroviarie il 26 per l'andata e il pomeriggio seguente per il ritorno.
Soltanto nella giornata del 25 apprendo che lo sciopero delle ferrovie non dovrebbe interessare il mio viaggio di ritorno: questo stempera la mia ansia da cattivo viaggiatore (buona notizia).
Imperfetto viaggiatore? Certamente: ma non sapere se, quando e come tornerai a casa non aiuta sicurezza di sé e buon umore.
La mattina del 26 piove forte.
Decido per andare in stazione con il taxi (che non mi rimborseranno mai: cattiva notizia) e quindi mi avvio, con il mio piccolo bagaglio, verso il treno delle 15 e 46.
Ore 15 e 10: arrivo in stazione.
Ore 15 e 25: il tabellone luminoso mi racconta che la partenza sarà posticipata di venti minuti (16 e 06).
Attendo girellando di conoscere il binario di partenza.
Quando salgo sul treno, binario ventuno, il ritardo è salito a quarantuno minuti.
Cattiva notizia.
L'intercity è vecchio e mal tenuto.
Il mio scompartimento è già pieno di gente e bagagli.
La mia quarantottore fatica a trovare posto sulla cappelliera.
Continuo a inanellare notizie cattive e notizie buone.
Sono seduto accanto al finestrino (buono) ma do le spalle al locomotore (lato pessimista del treno: cattivo); i finestrini sono sudici all'inverosimile e pieni di condensa e perciò si vede il panorama poco e male (cattiva notizia); gli altri cinque compagni di scompartimento, uno dopo l'altro, tirano fuori quotidiani nazionali o settimanali che - letteralmente - aborro per linea politica, editoriale, contenuti (cattiva notizia).
Escludo qualsiasi conversazione, anche leggera, che possa scivolare sul sociale o sul politico: siamo nel Paese in cui siamo e, quindi, non mi resta che escludere qualsiasi conversazione.
Cattiva notizia.
Si susseguono le stazioni intermedie, cala la notte, arrivo a Pisa in ritardo alle 19 e 40.
Non ho nientissimo da fare fino all'indomani.
Soprattutto ho potuto iniziare e terminare la lettura di "Uova fatali" di Bulgakov.
L'ultima è la notizia migliore.
Emmevu

25 gennaio 2010

Tra Panettone e Frappe



Non credo di essere diventato, anzitempo, un anziano brontolone. Se avete presente il genere, uno di quelli che “ai miei tempi…”, il prototipo del nostalgico de “i bei tempi andati”: penso e spero di non essere già ora un rompi balle d’antiquariato. Ma la domanda che mi sorge spontanea ormai da qualche giorno mi fa venire qualche dubbio. Ve le porgo in modo che, forse, qualcuno risponda.

Tra i pandori, panettoni, torroni e varie dolcezze natalizie e frappe e castagnole di carnevale non esisteva una fase di tregua?

Trovarsi all’alimentari con disposti cabaret di castagnole (di ogni tipo: mica solo quelle classiche!) quando ancora qualche mezzo cartone di panettone è a casa a implorare smaltimento non fa pensare nessuno oltre me?

Quando ero piccolo il dolce si mangiava la domenica, era questione di pastarelle, di quel “diplomatico” che – fatalmente – rimaneva ultimo perché ci si era tuffati sui bignè.

Era tempo di attese e le cose che arrivavano avevano, per questo e non per altro, il loro sapore.

Per ora, per quanto velatamente indignato, resista alla tentazione (grande) ripiego comunque su altro.

Sarà perché era domenica, ieri, o per sentirmi moderno?

Ho ripiegato bene.

Parecchio.

Vi lascio condividere una suggestione, a mio avviso, straordinaria: Torta Pistocchi e Passito.

Emmevu.

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Tortapistocchi.

http://www.tortapistocchi.it/

Difficile parlarne. Consiglio di dare una occhiata al loro sito. È una torta di cioccolato fondente straordinaria: è l’apoteosi del cioccolato fondente, una torta che ne basta una fetta piccola perché è meglio di un cioccolatino. La ho gustata nel formato classico ma so esserci varianti al peperoncino, alle amarene e agli agrumi di Sicilia.

Resta, poi, quella questione sul bere con la cioccolata o con i dolci fortemente “cioccolatosi”: in differenti situazioni, incluso l’accompagnare questa torta straordinaria, la ho personalmente risolta con i passiti.

Ci ho bevuto un “passito di Pantelleria” da urlo e ci stava davvero bene.

Si esaltavano a vicenda: Ben Ryè Donnafugata, passito di Pantelleria.

http://www.donnafugata.it/showPage.php?template=news&id=379

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Che dire?

Enjoy!

24 gennaio 2010

TEOREMA DEL DEVASTATORE


Una premessa, breve. Questo Blog non è un luogo di recensioni su libri. Tuttavia (essendo uno che scrive o, almeno, ci prova) reputo interessante poter partecipare a chi passa di qui qualche libro (ancora) poco conosciuto che ho letto e che consiglierei. ...









Teorema del devastatore



Lorenzo Moneta



Editore: Giraldi


...






Un Devastatore prima o poi lo abbiamo incontrato tutti. È quell'ex con il quale non abbiamo mai veramente chiuso, perché è incastrato nel limbo degli indimenticabili. È un file che rifiuta di farsi cestinare, un bug di sistema. È un untore, portatore (in)sano di una malattia sentimentalmente trasmissibile che induce insoddisfazione, bisogno di nascondere i sentimenti veri, paura di concedersi. Romeo è un trentenne insoddisfatto, studia architettura con lentezza, ha una tiepida ragazza fissa e un focoso amico d'infanzia. Sveva è una studentessa postmoderna e maschiaccia, dall'aria dolce e fatale. Fa e dice le cose giuste per sembrare la donna del destino. È davvero così? È il grande amore? Moderno odisseo, Romeo affronterà ciclopi e sirene per trovare risposta alla Domanda: quando il nostro Grande Amore non vuole essere nostro, è ancora il Grande Amore?



...



Ecco cosa ne penso.



Si tratta di un bel romanzo d’esordio. Lorenzo si sofferma con umanità e capacità su temi che hanno visto generazioni di scrittori all’opera: il Grande Amore ci respinge e noi ci distruggiamo.
Il Devastatore è quella figura che, volente o nolente, ci piaga nell’anima e ci rende altro rispetto a ciò che eravamo “prima”.
Prima di cosa? Dell’Avvento del Devastatore. Ovviamente.
Ciascuno di noi può essere stato Devastato ma anche (a prescindere da dolo e intenzione) un gran Devastatore.
È, in fondo, il gioco delle parti.
Lorenzo Moneta, membro (come me) della comunità virtuale di Anobii, sa scrivere. Non è scontato. Scrive bene, sa come affabulare il lettore, sa come fargli prendere le parti del povero Romeo (il Devastato).
Sdoppia il suo eroe nel “durante” il gioco di innamoramento, e drammatica fine, ed il “dopo” fatto di perdita e voglia di disintossicarsi dal Devastatore a costo di viaggi nell’esageratamente etilico e nell’esageratamente drogato.
Perché ci sta anche che ci si lasci un po’ andare in certi casi.
La parte del lasciarsi andare è, a mio avviso, appena un po’ troppo insistita; la lettura risulta ripercorrente registri chiaramente espressi e si fa un po’ ridondante.



Azzardo una trentina di pagine di troppo?



Ultimo: la figura del professore universitario di Romeo, Furlan, è bellissima.

Il romanzo è un bel romanzo e si consiglia come imperdibile a diverse categorie di individui-lettori.
Provo a tirarne giù alcune.
Per quelli Devastati dalla fine di un relazione.
Per quelli che si sono chiesti, almeno una volta: “se non mi vuole devo ancora sbattermi per lui/lei come se fosse il Grande Amore?”
Per quelli che messi al muro dalla vita han detto: “Una canna: presto!!!”
Per quelli di Roma.
Per gli architetti, gli amanti architetti, gli studenti e quelli che “Ah… che bello quando ero studente”.
Per gli Anobiiani solidali con un Anobiano che si propone con grazia.
Per quelli che non serve che sia di grido per leggere un libro e, magari, anzi…
Per quelli che, per fortuna, le storie d’amore non sono “3metri-sopra-il-cielo” ma c’è pure altro.
Per i fumettari.
Per un sacco di altri motivi che scoprirete leggendolo.






Ecco il link al blog dell’autore:



http://www.lorenzomoneta.it/





Emmevu