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Se avete un computer non
serve spiegare che il titolo alluda ad un ricominciare.
Anno nuovo, vita nuova: è
questo il mio augurio e il mio auspicio. Togliersi le tossine recenti o meno e
ripartire. Resettate la macchina.
Farsi tornare la voglia.
Magari farsi venire voglie nuove. In ogni caso non avere pre-giudizi verso
nessuno (inclusi noi stessi) per ricominciare a parlare e a vivere.
Cosa serve e come si fa?
Non è complesso ma non è
banale. Serve una idea di cosa si vuole essere, di quali siano le cose per le
quali vale la pena impuntarsi e, magari, lottare. Fare il punto, la quadra. Mettere
dei paletti sul terreno della nostra vita personale e sociale e ripartire da
lì.
Essere meno intransigenti
nell’avvolgere il nastro del passato, sia proprio che altrui, e più proiettati
e magari (lì sì: perbacco!) rigidi sul bersaglio che si vuole cogliere.
Intransigenti sul “from now
on”, da ora in poi, da qui in avanti.
Comporta – inevitabilmente –
sfumare tutte quelle rigidità con le quali abbiamo avuto a che fare con le
nostre travi e con le pagliuzze altrui, o viceversa, con generosità e spirito costruttivo.
Vuol dire stendere un contratto con noi stessi e poi con chiunque lo voglia
sottoscrivere. Discuterlo e mettersi in discussione con chi ha voglia di fare
lo stesso.
Progettare un proprio mondo
nuovo dove i motivi di esclusione siano, anche essi, nuovi e – quindi – non
recriminare ulteriormente su quanto è stato oggetto delle nostre più o meno
noiose e puntigliose recriminazioni.
“What if”. “What if not”. Domande
legittime che ci riportano, inutilmente, a blocchi di partenza di un periodo
che auspico vogliamo assolutamente lasciare nel passato.
Personale. Sociale.
Politico. E’ lo stesso: non mettete una unica etichetta a quel che penso perché
vorrebbe dire limitare a un pezzetto quello che vuole essere intero. Cosa stai
togliendo? Coscia o petto? Io non mi auguro e non auguro a nessuno di limitare
il proprio pensare.
Come chiunque altro ho una
sfera intima, una personale. In queste voglio avere un progetto e accompagnarmi
a chi lo facilita o lo condivide: possibilmente rifuggire e combattere chi lo
ostacola o non lo condivide.
Lo stesso nella mia sfera
pubblica, sociale, politica.
E’ la stessa cosa e sono pronto a discuterne per
costruirla con altri.
Auguro a ciascuno di poter
rendicontare ogni scelta fatta mantenendo la testa alta e lo sguardo diritto,
ovviamente, ma non ho intenzione di essere un inquisitore. Non con te, non con
me. Perché non è importante. Non conta.
Non importa.
Non soddisfa l’urgenza delle
domande importanti.
Come voglio essere; cosa
voglio fare; come voglio vivere; dove voglio vivere; chi condivide i miei percorsi
e le mie mete.
Da oggi in poi
è quello che importa.
Per andare dove
è quello che importa.
Per fare cosa e per essere
che cosa
è quello che importa.
Punto.
Averlo chiaro è quello che conta: se qualcuno
verrà con me non gli chiederò da dove viene ma sarò felice di un pezzo di
strada non solitario.
Comunque vada io andrò.
Così spero di te.