marco valenti scrive

marco valenti scrive

15 dicembre 2016

La guerra dentro

"edit" 2016
Invio nuovamente un caldissimo "consiglio per gli acquisti" di un libro che, fin da quando lo ho letto nel 2014 trovavo - e trovo - fondamentale per capire la Siria e Aleppo. Se preferite (oggi) quel che resta di Aleppo. Nel mio Blog parlo anche di libri e anche di questioni sociali e questo post era, è e sarà sempre un post importante per me. dovrebbe esserlo stato, esserlo, per chiunque. Ma poi - per dire - "è solo un libro". Fate buone letture.


La  guerra dentro

Francesca Borri

BOMPIANI

Anno di pubblicazione 2014


ISBN 978-88-452-76941




L’autrice  Francesca Borri, nata nel 1980 ha lavorato in Medio Oriente come specialista in diritti umani.  Nel febbraio 2012 ha deciso di raccontare la guerra in Siria, stando ad Aleppo per parecchi mesi, come reporter freelance. Malpagata, non protetta, poco ascoltata.


«BOMBARDAVANO TUTTO, E IO ERO LI’ IN UN ANGOLO CON QUEST’ARIA – CHE ALTRA ARIA PUOI AVERE SE FORSE TRA UN MINUTO MUORI? – E JONATHAN MI SQUADRA E MI FA: “QUESTO NON E’ UN POSTO PER DONNE”. A UNO COSI’ MA CHE VUOI DIGLI? “IDIOTA: QUESTO NON E’ UN POSTO PER NESSUNO” »


Questo libro è più vero di quanto la maggior parte di noi sappia, o presuma di sapere, sulla guerra, sulla Siria e sui siriani. Racconta l’orrore meglio di troppi saggi scritti da politologi ed esperti che non hanno mai visto con i loro occhi. 
Questo libro può essere i nostri occhi e il nostro cuore che si aprono, ma l’avvertenza è d’obbligo: dopo averlo letto non si possono più chiudere. Non si può fare come se non l’avessimo letto e non basta ammirare il coraggio di chi lo ha scritto.
E’ un libro importante, che credo possa essere una testimonianza essenziale se si vuole (provare a) comprendere veramente la guerra in Siria, se si ha voglia di avere coraggio e aprire gli occhi sul medio oriente, su Aleppo, su Assad. Se si ha il coraggio di guardare oltre le foto che impietosiscono, l’informazione che non informa più oltre il pressapochismo e il sensazionalismo dei titoli a effetto, i luoghi comuni che fanno comodo al mondo che ci sovrasta e ci manipola e – in fondo – anche a noi.

È uno sguardo partecipato e attento sulla guerra e sulle guerre, sulla verità separata dalle convenienze, sull’informazione che ci viene propinata e sulla formazione della nostra coscienza di esseri umani.
Un accorato e accurato parziale squarcio di verità come un sasso in uno stagno paludoso dove la verità non ci interessa più perché ci sentiamo rassicurati, progressisti e dalla parte del giusto, per molto meno.

Un libro che si colloca tra “Se questo è un uomo” e “Trilogia della città di K”. Un libro che non scende a compromessi. Mai.


Il 21 agosto 201 3 un attacco chimico alla periferia di Damasco ricorda al mondo l'esistenza della guerra in Siria, già in corso da due anni. L'intervento occidentale sembra imminente, decine di giornalisti accorrono alla frontiera per poi sparire delusi quando Obama decide di non bombardare. Lasciano dietro di sé 1 26.000 vittime accertate, 200.000 stimate, e oltre metà della popolazione sfollata o rifugiata nei paesi vicini: secondo le Nazioni Unite, la peggiore crisi umanitaria dai tempi della seconda guerra mondiale. Francesca Borri copre per mesi la battaglia di Aleppo da reporter freelance e capisce presto di trovarsi su un duplice fronte: quello di una guerra senza regole, dove non esiste alcuna distinzione tra civili e combattenti, ma anche il fronte quotidiano dei rapporti con i caporedattori e gli altri giornalisti, in cui dominano cinismo, competizione, superficialità. Un viaggio nella guerra, ma anche nei meccanismi a noi nascosti con cui viene costruito, e spesso distorto, il suo racconto. Un viaggio che investe come un colpo di mortaio tutto quello in cui crediamo, il lavoro, l'amicizia, le ambizioni, e ci costringe a non sprecare più niente della bellezza della vita.

Nessun commento:

Posta un commento

Costretto al test di verifica dal proliferare di spam. Mi spiace. Spero molto in tanti commenti e spero che, a prescindere dal fatto che non vengano moderati da me, siano di buon gusto e vengano firmati. Buona lettura e buon commento a tutti.