Barafonda.
Dall’inizio di questo blog avrò parlato di libri una decina
di volte.
Queste occasioni, in cui parlo di un libro specifico, sono raccolte
sotto la tag/argomenti chiamata, forse un po’ pomposamente, recensione.
Capita
per qualche motivo collaterale a un libro che ho letto; succede con i miei
libri quando li propongo; ne ho avuto voglia quando ho letto un libro di un
autore italiano a me contemporaneo con particolare soddisfazione.
Barafonda di
Michele Marziani fa decisamente parte dell’ultima fattispecie.
BARAFONDA
Michele Marziani
Barbès Editore
ISBN: 978-88-6294-248-5
Pagine: 170
Formato: 14x21
Cosa accade se uno la vita se la inventa? Lo sa bene Franco
Botteghi, stimato medico pediatra, che per trent’anni ha esercitato
abusivamente la professione in Italia e in Africa. O meglio lo scoprirà quando
per un’infelice coincidenza il suo imbroglio sarà smascherato. Cambia tutto, le
prospettive, gli affetti. La moglie Camilla gli chiude la porta in faccia e lo
mette in cattiva luce davanti ai tre figli. Il carcere, la sistemazione nella
piccola e malmessa casetta ereditata dalla madre tra il fiume e il mare. E
bisogna trovare di cosa vivere ora che il medico non lo può più fare. Per
fortuna ci sono i vicini di casa, una coppia di algerini con un cuore grande e
tanti figli, e Jelena, donna slava scampata ai massacri del suo paese, che ama
Franco nonostante il suo razzismo e un brutto carattere, spesso, quasi sempre,
peggiorato dall’alcol. Forse la vita si può inventare un’altra volta. Oppure
no, che con la malattia le bugie non funzionano. Una storia dura, scomoda,
poetica, ironica, per raccontare i piccoli e grandi mali del nostro tempo.
Michele Marziani con la sua scrittura lieve, ma per certi versi chirurgica, fa
sorridere o commuovere, dice le cose come sono senza retorica e giri di parole.
Accetta la contraddizione e l’irrisolvibile, anche nel linguaggio.
(dalla quarta di copertina del romanzo).
Michele Marziani ha un suo sito:
Quel che penso di Barafonda
Il più bel libro che ho letto quest’anno. Michele Marziani,
con una scrittura semplice soltanto in apparenza ma straordinariamente
ricercata e calibrata, ci porta per mano nella storia di un uomo che vede la
propria vita distrutta e si ritrova in un altrove nuovo di pacca, dove
sperimentare fino al fondo il proprio fallimento ed il proprio abbandono.
I luoghi e i personaggi che popolano Barafonda sono
tratteggiati con quella sapienza intrigante che ti offre il modo di pensare
molto e soprattutto di riflettere su tutto quello che non è scritto.
Ciascun lettore si può fare le proprie ragioni sulle
dinamiche affettive della vita precedente del protagonista Franco Botteghi e su
quelle della sua attuale deriva.
Ciascuno può ragionare di orto e di salmastro, di algerini e pesca di frodo, o di ex mogli straordinariamente distaccate, di razzismo spiccio o di autenticità di passione.
Questo libro suscita molte emozioni e le mie personali sono
marginali perché se dentro un libro puoi trovare cento cose che Marco Valenti,
come Tizio o diversamente da Sempronio e da Caio, ne abbia colte alcune importa
poco.
Mi limito a dire che per ogni personaggio, anche marginale,
ci sono pennellate essenziali di grandissimi effetto e suggestione.
Dentro Barafonda ci si può comunque indignare così come
sentire forte empatia, ci si può ritrovare politicamente corretti oppure tirare
fuori pulsioni fuori sinc rispetto a come gira il mondo (così apparentemente
perbene): resta sempre una lettura incalzante e talvolta feroce, sempre
straordinariamente efficace.
L’efficacia è, soprattutto, nel fatto che tutto quello che
ci trovi dentro (e può essere veramente molto) è qualcosa che il libro ti ha
smosso senza ricorrere ad alcun espediente didascalico o retorico.
Per quel che valgono, le mie lodi e i miei complimenti ad un
autore attentissimo, vivace e sapiente.
"Trovo impossibile
che questo splendido libro non venga
letto.".
Marco Valenti
LeCoseSonoComeSono