marco valenti scrive

marco valenti scrive

24 agosto 2008

presentazione di "Un senso alle cose"

filterimage.aspx.jpgPesaro, 31 agosto - ore 18:00
Palazzo Mazzolari Mosca, via Rossini
Paolo Scatarzi e Marco Valenti
presentano il loro romanzo:
UN SENSO ALLE COSE
- Boopen editore

Negli anni dei cellulari, degli sms, della e-mail, della comunicazione veloce, ...due amici quarantenni, prendono carta e penna e recuperano il gusto della scrittura 'pensata' e a largo respiro. Marcello, istinto e impulsi, vive a Roma, in un correre frenetico di città; Luca, misura e ragione, sceglie di andarsene a Tarvisio, per una vita semplice di montagna. Due personaggi simbolo che si scrivono lettere 'a mano' per cercare di riannodare un'amicizia incomprensibilmente incrinata; riflettono sui valori importanti che li uniscono e danno significato alla loro Vita, in un momento di smarrimento personale e sociale; ma anche: ascoltano musica, citano romanzi della loro formazione, sorseggiano buon vino... a sottolineare stati d'animo particolari.
Il tutto dà origine ad un intenso romanzo epistolare, ben costruito e con numerosi spunti di 'istigazione' al pensare. Originali anche le appendici con l'elenco delle musiche, dei vini e dei libri che hanno accompagnato i due amici nelle loro riflessioni.
In linea con i tempi, invece, la divulgazione che gli Autori hanno scelto per il loro romanzo d'esordio:
recensioni e commenti nella biblioteca virtuale aNobii:
http://www.anobii.com/books/Un_senso_alle_cose/9788862231022/0107de9c58d33ff1a0/
la casa editrice 'on demand', vende solo tramite il suo sito
www.boopen.it
.

(p.s.: grazie, Enrica)

23 agosto 2008

da "Cometa e bugie" uno

Ma ora tutti quanti pensavano che ci si può girare intorno quanto si vuole, prendersi in giro e falsificare la verità ma, se è vero come è vero quel che è vero, mi sono sbagliato, ci siamo sbagliati, si è sbagliata, ho ragione, o avevo torto e tutti i pensieri del mondo, ma la realtà è la realtà, le cose sono - a prescindere da tutto - come sono e se lo sai ci devi fare i conti fino in fondo.
Tutti prima o poi arrivano e le cose con cui fare i conti sono le cose importanti, e le cose importanti non sono mai urgenti.
Ed è vero, come è vero, quel che è vero.
E’ vero. E’ davvero vero. Non prima né poi ma sempre.
In fondo i casi delle cose non sono che tre: uno è che sei cretino, due è che muori prima e non fai a tempo, tre è che - prima o poi - ci arrivi.
Arrivo, sto arrivando, sono arrivato, ci sono, eccomi, eccoti, ben arrivato, benvenuto.
Perché è vero - come è vero - quel che è vero.
Quando ci arrivi e ci fai i conti fino in fondo ci può anche stare che ti fai male.

Da “Cometa e bugie”

Nota: il romanzo “Cometa e bugie” è ancora inedito

the river Bruce Springsteen

THE RIVER.

Bruce Springsteen.

Ormai diversi anni fa stavo scrivendo una storia (che, per inciso, debbo ancora finire) in cui un protagonista metteva su una canzone – un brano, un disco – e ci si lasciava morire.

Intendo dire che si suicidava con i barbiturici.

Non ho mai avuto reali propensioni suicide e così mi interrogavo sulla scelta del brano; doveva essere bello, struggente, da poter sentire senza fermarsi lasciandosi andare in un sonno senza risveglio.

Chiesi un parere ad amici e ne nacque una discussione (paradossalmente non priva di humor). Un’amica mi convinse con “the river”.

Il libro non lo ho ancora terminato ma la canzone resta quella.

Chissà con che brano si suiciderebbe la gente.

Pensate pure al brano ma non fatelo….

http://it.youtube.com/watch?v=pDjQRgoOcpk&feature=related" target="_blank">The river

I come from down the valley, where mister when you’re young

they bring you up to do like your daddy done

me and Mary we met in high school when she was just seventeen

we’d ride out of that valley down to where the fields were green

We’d go down to the river, and into the river we’d dive

oh down to the river we’d ride

Then I got Mary pregnant, and man that was all she wrote

and for my nineteenth birthday I got union card and a wedding coat

We went down to the courthouse and the judge put it all to rest

No wedding day smiles no walk down in the aisle

no flowers no wedding dress

That night we went down to the river and into the river we’d dive

oh down to the river we’ride

I got a job working construction for the Johnstown Company

but lately there ain’t been much work on account of the economy

Now all them things that seemed so important

well mister they vanished right into the air

Now I just act like I don’t remember, Mary acts like she don’t care

But I remember us riding in my brother’s car

her body tan and wet down at the reservoir

At night on them banks I’d lie awake

and pull her close just to feel each other breath she’d take ………….

Bruce Springsteen “The river”

pecorino dei fauri

Pecorino dei fauri.
vino bianco.
(pecorino colline Teatine - Chieti)
I.G.T.
Gradi: 14%
Il “pecorino” è (anche) un’uva. ...Il che è, di per sé, una notizia.
“vino ottenuto da uve pecorino, antico vitigno autoctono. Il bouquet è elegante e fruttato con spiccate note di frutta esotica. Al palato è piacevole, avvolgente, fresco con sentori che ricordano le menta e il miele”.
...non amo, personalmente, i bianchi senza corpo nè struttura; questo ne ha da vendere.

22 agosto 2008

Cose. Francesco De Gregori

È come il giorno che cammina,come la notte che si avvicina,
come due occhi che stanno a guardare,da dietro una tenda
e non si fanno notare.
È come un albero nel deserto,
come un trucco non ancora scoperto,
come una cosa che era meglio non fare,come il cadavere di una stella, sulla schiuma del mare.
È fulmine, è grandine, è polvere, è siccità,
acqua che rompe l'argine e lascia una riga nera,
al primo piano della città.
C'è qualcuno che bussa, baby, aspettavi qualcuno?
Hai guardato di fuori, baby?E non ho visto nessuno.
C'è qualcuno che bussa, baby, e muove la coda,
c'è qualcosa che passa in questa stanza vuota.
Come una sagoma sul pavimento,
come sabbia sotto il cemento,
come una magra malattia,
come il passato, in una fotografia.
Come una terra che diventa straniera,
come un mattino che diventa sera,
sera di un giorno di festa, che diventa tempesta.
Come un lungo saluto,
come un sorriso che dura un minuto,
come uno squarcio buttato al futuro,
come un'occhiata, al di là del muro.
È venuto qualcuno, baby, che non si è presentato.
È venuto lo stesso, baby, ma non era invitato.
È venuto qualcuno, baby, che ci guarda e sta zitto,
e c'è qualcosa che cambia sotto questo soffitto.
È come un giorno che cammina,
anzi è come la notte che si trascina,
come una nuvola sulla coscienza,
come l'apocalisse, in un racconto di fantascienza.
Come dal nocciolo di un'esplosione,
come dal chiuso di una nazione,
come dal coro di una cattedrale o dalla tana di un animale.
Come dal buco di una chiave,
come dal ponte di un'astronave,
come io e te che stiamo a guardare
tutte queste cose,
passare.
C'è qualcuno che bussa, baby, aspettavi qualcuno?Ho guardato nel buio, baby, e non ho visto nessuno.Troppe volte zero, baby, non vuol dire uno,c'è qualcosa che brucia in tutto questo fumo.