Premessa.
Riprendo un vecchio post, modificandolo in parte e integrandolo: mi sono reso conto che non avrà mai fine e, pertanto, mi scuso per le molte omissioni.
DETESTO !
I broccoli, i cavolfiori e il cavolo verza e la puzza
quando vengono lessati. Le rape rosse, l’amaro dei lampascioni e i loro effetti
collaterali.
L’aglio (ma è lui che detesta me e si impone e si
ripropone), gli aliti che sanno di aglio, il cattivo odore di quando c’è tanta
gente, la gente quando è troppa e si accalca, la calca che non riesci a
camminare.
Correre, quelli che fanno jogging, dover correre, avere
chi decide l’andatura al posto mio.
Quelli che decidono al posto mio e decidono
pure male e proibiscono. I divieti privi di senso, i prati verdi dove è vietato
calpestare l’erba, le recinzioni immotivate che tu vorresti passare ma non
puoi, le strade senza uscita e i vicoli ciechi. I falsi ciechi, i falsi
invalidi, i falsi e tutte le ipocrisie; i baci e le moine davanti e le
coltellate alle spalle.
Il termine buonista, quelli che lo adoperano, quelli
che usano male le parole e la grammatica italiana. Quelli che usano benissimo
la grammatica, e pure la sintassi, ma la sprecano per limitarsi ad alludere
senza dirla tutta, dicono e non dicono, si evidenziano ma tentennano mentre
alludono e gli altri abboccano.
Odio quelli che abboccano più di quelli che li
pescano.
Detesto invidiare l’indifferenza del pescatore con la
canna al molo dietro il porto, i porti, i riporti, le cose riportate, mal
portate, mal riposte o mai riposte. Indisposte.