marco valenti scrive

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10 aprile 2017

sedici noni


SEDICI NONI

Per girare su due ruote nella mia città ci vuole attenzione e un po’ di coraggio per via delle strade mal messe e della scarsa attenzione di troppi.

Ciò non toglie la possibilità di osservare gli altri guidatori e avere piccole manie o storielle, piccoli aneddoti o considerazioni, su quanto capiti.

Nel tragitto abituale dal lavoro a casa ci sono alcune persone che mi capita di vedere più volte e, tra gli scooteristi come me, tendo a dividerli – a occhio – in affidabili, inaffidabili e indifferenti.

Un affidabile è un guidatore di motoveicolo che, grosso modo, ha un comportamento simile al mio. Qualcuno potrà obiettare sul mio autodefinirmi affidabile, me ne rendo conto: tuttavia un affidabile è pronto nelle partenze, attento agli incroci, cerca di guardare anche oltre il mezzo che lo precede immediatamente, rispetta i pedoni (almeno quando attraversano sulle strisce pedonali), svicola ma non troppo, evita quanto più possibile di passare col rosso anche se magari qualche arancione se lo fa, se è in sorpasso effettua il sorpasso rapidamente, se è in corsia di sorpasso cerca di non rallentare chi lo segue (esclusi missili e alieni).

Tra gli affidabili ieri, dopo un po’ che non lo incontravo, ne ho rivisto uno.

Per la verità ne ho prima sentito il clacson – era dietro di me e, evidentemente, aveva premura. 
Mi sono lasciato sorpassare e ho lasciato che mi facesse da “pesce pilota” per più di una decina di minuti nei quali ho avuto modo, seguendone le mosse, di osservalo con attenzione.

Considero come pesce pilota un motociclista con caratteristiche omogenee alle mie a cui posso lasciare l’andatura e l’onere di prendere decisioni sulle traiettorie da seguire, seguendolo. 
Mi rilassa un po’, ogni tanto, averne uno.
Mi sono divertito, da terga, a studiare il mio ritrovato pesce pilota.

Scooter Honda non nuovo, grosso e basso, dal clacson usato molto più della bisogna, gomme cambiate di recente, qualche ruga del tempo alla carrozzeria, niente bauletto.

Il pesce pilota è più basso di me almeno di una quindicina di centimetri e indossa pantaloni jeans, scarpe da ginnastica vecchiotte e un soprabito da scooterista (simile al mio ma non di marca conosciuta) e un casco grigio. 
Ha cosce grosse ma, soprattutto, è grosso di torso, largo: è più largo di me parecchio.

Isolato dal contesto, dagli altri automezzi e guidatori, ritagliato di per sé, sembra un po’ una immagine deformata di certi specchi, che non restituiscono le dimensioni esatte e ti allargano o – meglio ancora – ricorda quegli scherzi che ti fanno gli schermi televisivi quando nel vedere un film o un altro programma in onda cambi con il telecomando le impostazioni dello schermo. 
Lo stesso accade con le impostazioni dello schermo di un computer.

Perciò seguendolo – e non conoscendolo – lo ho battezzato “sedici noni”.
Calza più di ogni considerazione.


Buona strada, sedici noni: a presto!


2 commenti:

  1. Nel tuo simpaticissimo post che ho trovato molto affine essendo anche io uno scooterista urbano (per lo meno lo ero ...ma spero di ritornarlo a brevissimo) ho trovato una definizione di altro pilota di scooter che condivido in pieno: "cui posso lasciare l’andatura e l’onere di prendere decisioni sulle traiettorie da seguire, seguendolo", perché è un atteggiamento che spesso attuo anche io, a volte sarà pigrizia.. che ti devo dì.. ma capita che, una volta considerate le assonanze di guida, di affidarsi ad un soggetto prescelto.. è un po' come guidare col pilota automatico, rilassandosi ancor più nel bailamme di traffico cittadino... Grazie e a presto!

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    1. Grazie a te. Concordo sul pesce pilota: pigrizia calcolata

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