Non voglio una Europa dove si dica che la Francia è stata
colpita dal terrorismo ma noi siamo al sicuro; voglio una Europa in cui si dica
che una nostra città, Parigi, è stata colpita.
Non è Hollande che deve reagire chiedendo la collaborazione
di altri Stati ma è l’Europa che deve decidere come farlo e decidere in fretta.
Ed evitare di cacciarsi in situazioni difficili da ora in avanti attuando
(per logica conseguenza) politiche di pace e di cooperazione vera.
La cooperazione vera sono
risorse vere nei territori emarginati: non sono proclami.
(Le risorse non si sparpagliano in troppi rivoli e non possono avere costi di gestione troppo alti che finiscono per depauperarne l'efficacia.)
Non voglio neanche una Europa dove un primo ministro
britannico aderisce da solo ad azioni militari e, vent’anni dopo, da ex e dopo
essere finito sulla copertina di Time, si scusa perché non c’erano armi di
distruzioni di massa e confessa di avere così contribuito alla nascita del
terrorismo dell’IS.
(Complimenti vivissimi!)
Non voglio una Europa in cui si dica: “la Grecia ha barato
sui conti; noi in Italia abbiamo già dato; cavoli loro”.
Voglio una Europa in
cui si riconosca che i cittadini della regione greca sono allo stremo e ci si
faccia carico tutti.
Tutti.
Perché i cittadini non devono pagare le colpe dl
malgoverno.
Mai.
Mai più.
Né ad Atene né a Roma. Non per colpa di un Governo
truffaldino greco e non per un dazio pagato alle mafie della terra di mezzo di una capitale europea.