marco valenti scrive

marco valenti scrive

2 luglio 2015

In fondo, il titolo

Mi tira, sotto la suola, 
mi aumenta la gravità, 
m’attacca al suolo.


Strascico il piede, 
mi fermo, 
osservo la cosa.


Batto come lo zoccolo di un toro 
prima della carica.


Struscio ancora 
e ancora invano.

Enorme, schifosa, 
lercia, lurida e bastarda.

Dispero.


Mi rassegno all’erba, 
cerco un legnetto, 
esploro.

Mi siedo, mi curvo 
e ancora osservo.

Sfilo, raschio, sudo.

Il bastoncino viene fatto prigioniero 
ma, a fatica, lo libero.


Saltello 
cercandone un fratello: 
lo trovo 
e ricomincia la lotta.


Impiego del tempo, 
del mio tempo, pervicacemente
Fino a un risultato 
appena decente.


Mi incammino, rumore sinistro 
dal piede sinistro.

Uno schiocco residuo.


La casa è vicina
Penso a coltelli e pagliette
In cucina


Altro lavoro
Ritrovare decoro
E tornare all’ex ante
Fiammante.



Rimane un pensiero
Cattivo, funereo.




“Ma perché un attimo prima di sputazzare la tua gomma americana di merda non ti ci sei strozzato?” 
(Marco Valenti – estate 2015)



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