marco valenti scrive

marco valenti scrive

30 settembre 2014

Chi dice che scrivere è sofferenza



Per quel che può valere il mio parere, io non credo che scrivere sia sofferenza.
La sofferenza è un'altra cosa ed è molto più seria.
Scrivere può essere faticoso, anche molto. Sì.
Fatica, impegno, difficoltà, responsabilità. 

(La responsabilità del resto è propria della parola, scritta come pronunciata: qualcuno se lo dimentica ma le parole pesano. 
Quel che pesa va pesato)
.
Scrivere può essere, a volte, doloroso ma non è un dolore che si possa paragonare ad una vera sofferenza. 
Si tratta piuttosto di intensità, di rimanere concentrati sulla parola e anche sul processo che riesce a rendere universale o comunque interessante un fattarello qualsiasi - particolare - vero o inventato, personale o sentito dire o surreale.
A volte si può anche partire da questioni che ci hanno toccato personalmente provocando dei dolori.
Sono le cose che ci hanno provocato dolore. Sono i fatti che ci capitano che possono provocare dolore: la scrittura non c'entra. 
Il dolore non può essere scriverne.

Scrivere non è dolore.
Scrivere è gioia e privilegio.

Chi dice che scrivere è sofferenza soffrirebbe comunque.
Marco Valenti



2 commenti:

  1. scrivere può essere sofferenza, se si torna a toccare corde dolenti del cuore, ferite ancora non cicatrizzate dell'anima, ma la sofferenza non la darebbe solo lo scriverne, anche il pensarne...scrivere è fatica, perché è fatica pensare, avere una autonomia razionale che ti faccia distinguere dalla massa e che comunque interessi l'altro...scrivere è vivere: la fatica è nell'all inclusive.

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    1. E' vero. In quel caso sono le ferite a far male e non lo scriverne. (Magari scrivere è medicinale).

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Costretto al test di verifica dal proliferare di spam. Mi spiace. Spero molto in tanti commenti e spero che, a prescindere dal fatto che non vengano moderati da me, siano di buon gusto e vengano firmati. Buona lettura e buon commento a tutti.