marco valenti scrive

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8 settembre 2009

Gillis Lundgren


Ho scoperto, oggi, senza che facessi alcuna ricerca né che interrogassi wikipedia di essere un fan di Gillis Lundgren. Ho gioito ed ho avuto un fremito nello scoprirlo. La sua aria da “mastro ciliegia” nordico mi ha conquistato e mi ha appiccicato addosso un buon umore di cui avevo impellenza. Sono stato intimamente felice che il suo nome e cognome non avessero dieresi o “umlaut”… grazie! Grazie, signor Lundgren a nome di improvvisati bricoleurs di ogni canto d’Europa. Grazie per il suo essere stato alfiere, presumo inconsapevole, di generazioni e generazioni di architetti improvvisati, di virtuosi del fai-da-te, di bamboccioni irretiti dalla facilità dell’arredamento mordi-e-fuggi.

Grazie perché trenta anni fa, stipendiato da Ikea, hai disegnato la libreria Billy.

Non esagero se dico che aprendo il catalogo 2010 (mitico catalogo ormai lasciato a disposizione tal quale le pagine gialle) ho avuto un fremito.

Delizioso.

Ho parecchio da dire e non posso esaurire le emozioni tutte insieme.

Resta un 1998 in cui da Roma andai a caricare Billy a Bologna.

Ikea non era ancora a Roma.

Trecentoventi centimetri di libreria secca secca e con i ripiani da ottanta che, fatalmente, si imbarcano (tanto poi ricompri il ripiano a due soldi).

Grazie comunque e lieto di aver fatto la tua conoscenza.

2 commenti:

  1. ikea!
    imbattuta icona del nulla dove tutti, prima o poi, andiamo a finire.
    :-)

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  2. non è come credevo.
    ikea è come mc donald.
    nel senso buono.
    lo stesso panino ovunque a prezzo basso.
    dove c'è ikea c'è casa.

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