Si parla, ci si spiega (o, almeno, ci si prova), si conta il peso delle parole e, a volte, si sbaglia il metro e tocca rincorrere il significato di quello che volevamo dire.
Resta delle parole il peso, sempre, e la responsabilità. Impegnano, significano, non possono essere irresponsabili altrimenti sono stupide.
Se sono leggere necessitano ancor più controllo, padronanza, responsabilità. Perché possono urtare, ferire, far male. Ma anche sorprendere, sbalordire, far sognare. Se serve, se riesce, se c’è un buon orecchio far pensare. Addirittura emozionare.
Dovrebbero essere sempre esatte. Adeguate.
Le parole per me sono importanti.
Ecco.
C’è una canzone che lo dice bene.
Emmevù
http://www.youtube.com/watch?v=57oMTDVSfd8
Le Mie Parole – Samuele Bersani
Le mie parole sono sassi
precisi aguzzi pronti da scagliare
su facce vulnerabili e indifese
sono nuvole sospese
gonfie di sottointesi
che accendono negli occhi infinite attese
sono gocce preziose indimenticate
a lungo spasimate e poi centellinate, sono frecce infuocate che il vento o la fortuna sanno indirizzare
Sono lampi dentro a un pozzo, cupo e abbandonato
un viso sordo e muto che l'amore ha illuminato
sono foglie cadute
promesse dovute
che il tempo ti perdoni per averle pronunciate
sono note stonate
sul foglio capitate per sbaglio
tracciate e poi dimenticate
le parole che ho detto, oppure ho creduto di dire
lo ammetto
strette tra i denti
passate, ricorrenti
inaspettate, sentite o sognate...
Le mie parole son capriole
palle di neve al sole
razzi incandescenti prima di scoppiare
sono giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare
piccoli divieti a cui disobbedire
sono andate a dormire sorprese da un dolore profondo
che non mi riesce di spiegare
fanno come gli pare
si perdono al buio per poi ritornare
Sono notti interminate, scoppi di risate
facce sopraesposte per il troppo sole
sono questo le parole
dolci o rancorose
piene di rispetto oppure indecorose
Sono mio padre e mia madre
un bacio a testa prima del sonno
un altro prima di partire
le parole che ho detto e chissà quante ancora devono venire...
strette tra i denti
risparmiano i presenti
immaginate, sentite o sognate
spade, fendenti
al buio sospirate, perdonate
da un palmo soffiate
le cose ci sono, sono lì a rispondere ai nostri sguardi più o meno sicuri, alle domande che non facciamo e nemmeno sappiamo, a salvarci e a condannarci: sempre e pur tuttavia solo cose. Sarebbero chiare se noi non fossimo così confusi. Non sono le cose a comandare ma l'atteggiamento che abbiamo noi di fronte ad esse. Come ci poniamo, come scegliamo se parlare o meno e cosa dire e cosa tenere per noi e non condividere. Cosa lasciare andare.
tutte parole con un peso.
RispondiEliminacomplete.
da tenere e far rotolare dentro.
non altre parole da aggiungere.
è vero le parole sono importanti
RispondiEliminaa me piace sentirle
leggerle
scriverle
Le parole tagliano spesso ma è vero che un sacco di volte sono sparpagliate a caso
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