Grazie.
Grazie EURONOVA, grazie
Parnasi, grazie Pallotta e – lasciatemelo dire con orgoglio – GRAZIE ROMA!
Per le cose che ci avete
fatto scoprire (che non sapevamo), per quelle che ci avete fatto ricordare (che
ce le eravamo dimenticate), per quelle che abbiamo sempre saputo (me ce le
avete fatte ripassare).
Con la vostra proposta dell’intervento
a Tor di Valle a Roma, sulla direttrice tra l’Eur e il ridente e ordinato litorale romano,
ci siamo ricordati che quattrocentomila persone fanno avanti e indietro tra la
città e il mare, che la ferrovia Roma-Lido fa schifo e che la Metro B è
distante e dato che fa schifo pure lei non la vogliamo prolungare.
Qui le metropolitane le
blocchiamo pure quando erano in programma: figuratevi se le prolunghiamo!
Non abbiamo progetti e
neanche soldi per realizzare progetti del genere ma non vogliamo i vostri
soldi, “yankee”.
Abbiamo altre idee sulla mobilità sostenibile qui a Roma.
Magari una funicolare a Boccea.
Ma grazie perché ci siamo
ricordati che lì c’è un ippodromo abbandonato da qualche anno e siccome è (era)
del 1959 stiamo pensando di tutelarlo mettendo un bel vincolo su tutta l’area.
“Febbre da cavallo”: gran
film.
E poi grazie perché ci siamo
ricordati che l’area è a rischio esondazione.
Non vogliamo però che provvediate
voi con impianti idraulici. No. Anche perché poi ci toccherebbe mantenerli.
Io non lo so personalmente
ma penso bene che da qualche parte c’è un piano al riguardo.
Probabilmente già esiste a
nostra insaputa (come una polizza) perché è chiaro che non ci permetteremmo mai
che si sciupi con una quasi certa esondazione l’ex ippodromo abbandonato che è
un bene che stiamo per mettere sotto tutela.
Sicuramente.
Così come c’è – ben nascosto
ma ci deve essere – un piano pubblico per la mobilità sostenibile e le risorse
per realizzarlo. Qui si pianifica, cari americani!
Non vogliamo che facciate
strade, rotonde, allargamenti. Non vogliamo i vostri soldi ne i vostri vagoni
ferroviari, “yankee”.
Anche il potenziamento della
viabilità o un ponte ciclo-pedonabile tra Tor di Valle e la stazione della
Magliana di trecento metri non lo vogliamo.
No.
Grazie per il pensiero ma
non lo vogliamo.
Tra l’altro la maggioranza
di noi romani è proprio contraria per principio alla “urbanistica negoziata”
con i privati.
Non lo avevate capito “yankee”?
Urbanistica Negoziata? Al solo termine
rabbrividiamo nei nostri maglioncini di cachemire eco solidale!
Anzi: siamo per il
cemento-zero. Credo che si veda a colpo d'occhio: no?
E se una grande azienda
volesse stabilirsi nella nostra bella capitale troverebbe comunque qualche
simpatica palazzina per uffici, magari nella disponibilità di qualche
costruttore romano famoso, da prendersi in affitto.
Sapete com'è.
Prima hanno cementificato; ora amministrano patrimoni immobiliari.
Comunque non voglio divagare.
Non avevate visto l’ordinato
sviluppo armonioso della nostra città fino ad oggi?
Siete distratti. Mi spiace
dirvelo ma qualcuno doveva pur dirvelo.
Noi a Roma non abbiamo
problemi e quando li vediamo lontani all’orizzonte sappiamo pianificare ogni
azione, partecipata e coesa, perché non avvengano proprio mai.
E poi questi tre grattacieli
– lasciatecelo dire – sono uno schiaffo alla città. Mica c’è bisogno che lo
dica Sgarbi!
Tra l’altro vi resterebbero vuoti sul groppone e quindi a dirvi no
vi stiamo facendo un favore.
Abbiamo capito tutti che le
grandi imprese nazionali e multinazionali vanno nei grattacieli di Milano.
Perfino Sky lascia quel budello di Via Salaria a Roma e se ne va a Milano.
Ma quale pubblica utilità? Eddai sù!
Tra l’altro lo Stadio
Olimpico c’è già.
E’ perfetto per godere una partita di calcio e non ci da
nessun problema di traffico o di vivibilità quando ci sono eventi sportivi.
Anzi: gli abitanti dei quartieri afferenti l’Olimpico sono entusiasti.
Quasi
quanto le forze dell’ordine.
L’Olimpico c’è già e c’è
perfino lo Stadio Flaminio. Al limite – ma davvero al limite – c’è pure la Vela
di Calatrava. Splendido posizionamento
nel vuoto cosmico.
Insomma abbiamo sempre avuto
idee precise sullo sviluppo urbano e un sacco di soldi per realizzarle al meglio
da soli.
Avrebbe dovuto dirvelo
subito l’ex Sindaco Marino! Birba che era!
Ma, sapete, quello manco era
di Roma. Immaginate che per farlo sloggiare in tempo per il Giubileo della
Misericordia sono dovuti proprio andare dal notaio.
Ora, mentre vi scrivo ancora
si dilaniano quelli che ci governano e rigovernano, e ancora non si sa come
andrà a finire. Avrei un sacco di altre cose da dire ma, sapete come si diceva
qui a Roma? “Boccaccia mia statte zitta!”.
Però grazie: comunque vada
sarà un successo.