Domenica. Per tornarmene a casa, a Roma, dalla
Romagna prendo il regionale veloce da Cattolica a Falconara Marittima.
È un bel
viaggio di poco più di mezzora e se ti siedi a sinistra vedi il mare. Pesaro, Fano,
Senigallia. Bello.
Treno affollato ma riesco addirittura a sedermi al piano
superiore e nel lato giusto.
Arrivo al binario 4 di Falconara alle 15,07.
Il controllore, mezza età brizzolato leggero
sovrappeso, mi vede il biglietto mentre sto scendendo.
“Giusto in tempo” gli dico sorridendo.
Ricambia con
un sorriso aperto e simpatico: lo saluto augurandogli buon lavoro.
Per la coincidenza con l’Intercity c’è da aspettare
le 15,42; dal binario si vede il mare; mi allontano di due metri dal treno e mi
accendo una sigaretta.
In tanti chiedono al controllore, fermo sulla porta
del treno dalla quale sono sceso, da
dove parta il treno per Roma.
“Binario uno”.
Lo ripete con cortesia a tutti per poi anticipare,
sorridendo, la risposta.
“Roma binario uno,
binario uno,
uno, uno…
uno-uno-uno”.