marco valenti scrive

marco valenti scrive

26 aprile 2009

Architetture lontane

http://www.youtube.com/watch?v=JVCku7vg0Fc

C’è una canzone meno nota, tra quelle di Paolo Conte, che amo moltissimo perché racconta di un incontro poco probabile tra un lui e una lei diversissimi e lo fa con uno swing, un ritmo, una melodia che mettono di buon umore come poche altre canzoni.

Offre l’idea della leggerezza del fato, dell’assenza di pensieri, dell’incanto di un incontro che non ti aspetti tanto che, in meno di tre minuti l’atteggiamento di chi la ascolta può cambiare in meglio, roba da musicoterapia da rigattieri; ovvio che io la ascolti spesso.

Se un pezzo è ben scritto, ben orchestrato, divertente e migliora l’umore è musica con un senso.

“Architetture lontane” è nel CD Una faccia in prestito - 1995

emmevù

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Avvenne per caso in una

Stradina moderna sotto la pioggia

Gli ombrelli che fanno zum -zum - zum

E l’ universo fa bum - bum - bum

Lui: una canzone francese

Lei: una rossa risata irlandese

Piovvero languidi giorni

Piovvero languidi giorni…



Sì ma io dov’ero andato
Tutto mi sarei guardato

E ne avrei scritto anche meglio di così



Lui era un loden portato da una

Dolcezza senza rimpianti

Da studi classici ardenti,

La pipa morsa tra i denti…

Lei era un cavallo, un gatto, un’ondata Di mare nordico al sole,

Vestita come uno vuole,

Vestita come uno vuole…



Due belle gambe, lei e un po’ di Fumo azzurro, lui…

Col permesso degli dei…

Gli dei dei bei sonni…

Gli dei dei begli anni,

Gli dei dell’ amore rosso,

Del fuoco nelle sottane, architetture lontane…



La vecchia canzone francese

Contro una rossa risata irlandese

Gli ombrelli che fanno zum -zum - zum

E l’ universo fa bum - bum - bum

22 aprile 2009

La signora Boyle

http://www.youtube.com/watch?v=c_vjAgy-jKo
In un programma che ha somiglianza con la nostra “Corrida – dilettanti allo sbaraglio” sale sul palco una donna timida, emozionata, bruttina, che dimostra più dei suoi quarantasette anni.
Il pubblico ride.
Lei viene da un paesino; lei ha passato la vita ad accudire la madre malata fino alla mort
e, due anni fa; è sola e dice di sognare di diventare una cantante professionista.
Il pubblico ride.
Poi lei annuncia che canterà un pezzo dal musical “Les misèrables” I dreamed a dream.
Canzone da mezzosoprano, difficile. Scelta significativa per il testo e per la storia del personaggio che la canta, nel musical.
(Fantine è una giovane ragazza madre. Per provvedere ai bisogni della figlia Cosette, decide di affidarla, cercando fortuna, prima presso l' impresa di Valjean, e in seguito come prostituta. Muore di stenti nonostante l' intervento di Valjean).
Il pubblico sorride e si predispone al dileggio.
Poi parte la base e Susan Boyle canta…
…in modo così straordinario che il pubblico, commosso, le tributa una standing ovation.
Se non avete visto il video fatelo perché fa pensare parecchio.
La rivincita della sostanza sulla apparenza, dell’essere sull’apparire.
Meraviglioso.

emmevù

There was a time when men were kind

When their voices were soft
And their words inviting
There was a time when love was blind
And the world was a song
And the song was exciting
There was a time
Then it all went wrong
I dreamed a dream in time gone by
When hope was high
And life worth living
I dreamed that love would never die
I dreamed that God would be forgiving
Then I was young and unafraid
And dreams were made and used and wasted
There was no ransom to be paid
No song unsung, no wine untasted
But the tigers come at night
With their voices soft as thunder
As they tear your hope apart
And they turn your dream to shame
He slept a summer by my side
He filled my days with endless wonder
He took my childhood in his stride
But he was gone when autumn came
And still I dream he'll come to me
That we will live the years together
But there are dreams that cannot be
And there are storms we cannot weather
I had a dream my life would be
So different from this hell I'm living
So different now from what it seemed
Now life has killed the dream I dreamed.

15 aprile 2009

gelato

La stagione del gelato si è aperta. Come per la querelle pandoro o panettone si ripropone il dubbio se cono o coppetta. Occorre decidere se correre incontro alla goccia di gelato che già inzacchera il tovagliolino di carta, febbrilmente, oppure optare per un porto più tranquillo come quello della coppetta. Ah! Dubbi meravigliosi che si ascrivono a scelte di vita oppure a umori del momento. Meravigliosi inutilia. Personalmente ho risolto l’amletico dubbio: vista la mia propensione collaudata alla macchia su qualsiasi indumento continuerò ad optare per la rassicurante coppetta con paletta colorata. Ma, si sa, sono uno che per lungo tempo ha detto di detestare la pizza al taglio col pomodoro…

Buon gelato a tutti!

Emmevù


2 aprile 2009

bere con un senso

Una delle etichette di questo Blog si chiama "bere con un senso". Dal 2 al 6 aprile, a Verona, si apre la fiera di un settore che non conosce crisi. Dal sito ufficiale www.vinitaly.com riporto:
Vinitaly: The World We Love. Vinitaly quest’anno si presenta con il sottotitolo “il mondo che amiamo”: il vino prima di tutto, ma anche la qualità, il territorio, l’ambiente e la sua tutela, gli uomini e le loro sfide, i borghi e la loro storia... Vinitaly è tutto questo: il luogo dove ogni anno chi ama questo mondo si incontra.
Emmevù