Vespe a Roma - Gianicolo - "il fontanone" - 2013
In America, nel 1908, il signor Miller Reese Hutchinson
inventò un dispositivo elettromeccanico e lo brevettò.
I diritti sul
dispositivo arrivarono nelle mani di una azienda di Newark che nel 1914 ne
iniziò la commercializzazione: la ditta si chiamava Klaxon.
In Italia, oggi, particolarmente nelle grandi città qual è
la mia, l’uso di questo dispositivo di segnalazione acustica che ha preso il
nome dalla ditta Klaxon e che perciò clacson si chiama, è diventato una follia.
Io ho in odio il clacson.
Non tutti i dispositivi di segnalazione acustica sono
uguali, come mostra chiaramente e scientificamente il video riportato: alcuni
sono più forti e nocivi e inducono un guidatore di Vespa al sobbalzo.
La cosa
può avere un certo profilo di rischiosità.
Diversi anni fa, guidavo un altro scooter, c’era una moto
che mi seguiva strombazzando continuamente.
Pensando che il guidatore volesse
avvisarmi di qualcosa che mi riguardava (perdi olio/benzina, stai prendendo
fuoco, c’è un serpente attorcigliato alla tua sciarpa, fermati: dietro l’angolo
ci sono dei banditi armati, ecc.) ho rallentato e mi sono girato per
interrogarlo.
Di fronte a me, fatalmente sulla mia traiettoria e dopo una
curva a sinistra, un’auto in seconda fila.
La seconda fila selvaggia è un’altra
piaga che affligge noi scooteristi (ma non solo) e casomai ne parliamo un’altra
volta.
Fatto sta e fu che tamponai giocandomi parafango anteriore e forcella.
Il motociclista che mi seguiva aveva, semplicemente,
premura.
Ormai il clacson ha su di me l’unico potere di irritarmi poiché
al 99% l’uso che ne viene fatto è – semplicemente – cretino.
“Definizioni; nanosecondo.
Il tempo che intercorre a Roma
tra la segnalazione luminosa verde del semaforo e la segnalazione acustica dal
veicolo che segue il tuo”.
Odio a tal punto il clacson che spesso, se costretto a
richiamare l’attenzione di qualche altro conducente a me prossimo nel traffico
caotico della città, fischio.
Sono in grado di emettere un buon fischio, cosiddetto “alla
pecorara”, senza usare le dita.
a proposito di fischi...
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