marco valenti scrive

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25 giugno 2017

Per preparare un uovo sodo




PER PREPARARE UN UOVO SODO
Eugène Ionesco


Chiedete un uovo al vostro lattaio.
Ditegli di guadare attraverso per controllarne la freschezza.
Probabilmente sarà un uovo di gallina.
Si può usare anche l’uovo d’anatra, che è più grosso, normalmente di un colore leggermente verdastro e che si trova meno facilmente.

Tornate a casa cercando di conservare l’uovo intatto.
È preferibile preparare l’uovo sodo in cucina, su un fornello.
Attenzione! Non si mette l’uovo direttamente sul fornello ma in una casseruola.

Prima di tutto mettete l’acqua nella casseruola in quantità sufficiente per ricoprire l’uovo.
Per esempio per una casseruola cilindrica di un diametro di 15 cm e di un’altezza di 20 cm non è necessario che un mezzo litro d’acqua.

Potete ottenere l’acqua girando il rubinetto messo nella maggior parte dei casi sopra il lavabo.
Se l’acqua è fredda potete farla scaldare dopo aver acceso il fuoco suo fornello.

3 gennaio 2015

dieci dal duemilaquattordici

Dieci cose belle dal duemilaquattordici
L’anno scorso ho gustato tante cose. Mostre, libri, spettacoli, cibi, vini. Ne appunto dieci, promemoria, un po’ meno scontate di altre e le lascio qui nel blog. Cose semplicemente un po’ meno famose tra quelle che porto comunque con me dal 2014. Una immagine e due righe per ogni cosa. Chi vorrà fare clic sulla didascalia sotto le immagini vedrà aprirsi una finestra per approfondire prescindendo dal testo.

Ecco le dieci cose: variazioni enigmatiche, parrucche, misatango, bottega Glitzer, skylark, fuoristrada, passocannone, damaschino, guerra dentro, rip.


Opera teatrale scritta nel 1995 da Eric-Emmanuel Schmitt e vista a Roma al Teatro Ghione con la traduzione e l'interpretazione di Saverio Marconi. Che bel testo (vero teatro di parola) e che straordinaria interpretazione!


Bisogna sempre avere voglia di vedere cose nuove nella vita. In un piccolo Teatro ho trovato questo bel testo di Fabio Mureddu con una bravissima attrice: Giordana Morandini (segnatevi entrambi i nomi). Bello che ci siano testi nuovi anche da noi.


Martin Palmeri (Buenos Aires, 1965) ha scritto la Misa Tango, o Messa di Buenos Aires nel 1995: è una composizione che unisce le parti cantate della messa in latino con le musiche e le atmosfere del tango argentino. Vista più volte con la direzione del Maestro Alberto Galletti, offre la opportunità di meravigliose partiture per coro, bandoneon, pianoforte e archi. Palmeri ha detto al riguardo: "E' sempre stata mia intenzione interpretare il tango con formazioni corali tentando di preservare l'essenza del genere".



Ding! dei Bottega Glitzer è un disco che mi ha messo il buonumore ogni volta che lo ho suonato nel mio impianto stereo. Popolare e intelligente, vario, intrigante. Li seguo con riconoscenza.



Skylark è un disco di cover di musica jazz del 2013 (www.zonedimusica.com) davvero bello e ho avuto la fortuna di ascoltare dal vivo la straordinaria voce di Laura (che voce!) in concerto con Michele al pianoforte. Sono due musicisti di gran valore: fossi un impresario li farei suonare ovunque. Conoscerli personalmente è un piacere.


Delizioso film di Elisa Amoruso. Poca distribuzione ma tanto consenso tra chi lo ha visto. Da vedere prima di spendere parole vane o retoriche sulle diversità, sulle pari opportunità, sul politicamente corretto e su qualche stereotipo.



Il Passocannone e il Damaschito hanno in comune il fatto di essere due vini biologici, di avermi sorpreso piacevolmente come nessun altro vino nel 2014 e di essermi stati presentati da Organic%l (la mia Vineria naturale di riferimento). 
Ne parlo come posso e come potete vedere se fate clic sui rispettivi titoli ma vorrei dire una cosa. Si sente sempre più parlare di come mangiare meglio e in modo naturale ma troppo poco di come bere meglio: bisognerebbe parlarne di più e agire conseguentemente.



Un libro appassionante scritto da una freelance in un bagno di guerra - quella vera che ti muoiono a fianco - senza retoriche. Ne parlo con molta ammirazione. Dopo averlo letto si ragiona meglio di siria, guerre, fondamentalismi, giornalismi e di parecchie cose.



Se siete arrivati in fondo a questo promemoria mi concederete il piccolo sfizio.
RIP è un mio romanzo uscito a fine 2014 per Antonio Tombolini Editore.
Ne parlerò volentieri con chiunque lo avrà letto.


18 marzo 2014

L'importanza di chiamarsi Ernesto



Se preferite anche l'importanza di essere onesto, o l'importanza di essere Franco: a piacer vostro.

Recentemente ho visto in teatro l’importanza di chiamarsi Ernesto, di Oscar Wilde, nella versione con la regia di Geppy Gleijeses e l’interpretazione oltre del regista stesso (nel ruolo di Jack), di Lucia Poli (Lady Bracknell), Marianella Bargigli (curiosamente Algernon), la giovane Giordana Morandini (Cecily) e altri bravissimi interpreti.

Personalmente ho trovato discutibile l’idea dei affidare uno dei due Ernesto ad una attrice, una Lucia Poli perfetta e un ottimo ritmo nel secondo atto.

Ho riflettuto sul fatto che questa è l’opera che ho visto di più nella vita, a teatro e al cinema, concordo con chi la ha definita “la commedia perfetta” e sta diventando un po’ il mio personale Rocky Horror Picture Show visto che conosco le battute prima che escano dalla bocca degli attori. È un piacere e un privilegio che mi offre la possibilità di notare anche la più piccola sfumatura.

Penso che sia inevitabile vedere questa commedia:
“commedia frivola per gente seria”.



 

Vi lascio altre locandine, memorabili, e alcune perle dal testo.
 
 
 
 
Citazioni da Ernesto

 
Non viaggio mai senza il mio diario.
Si dovrebbe avere sempre qualcosa di sensazionale da leggere in treno.
 
L'unico modo di comportarsi con una donna è di fare l'amore con lei, se è bella, e con un'altra, se è brutta.
Nelle questioni di grande importanza è lo stile, non la sincerità, quello che conta.

 

La verità raramente è pura e non è mai semplice.
Non bisogna mai dir male della buona società; solo chi non ne fa parte ne parla male.
 
I fidanzamenti lunghi danno l'opportunità di scoprire prima del matrimonio il carattere l'uno dell'altro: ciò non è mai consigliabile.

 

La bellezza è una trappola in cui ogni uomo di buon senso sarebbe felice di cadere.

 

Nessun uomo sposato è mai attraente tranne che per sua moglie e spesso, mi dicono, nemmeno per lei.
 
La memoria è il diario che ciascuno di noi porta sempre con sé.

 

Odio le discussioni di qualsiasi tipo.
Sono sempre volgari e spesso convincenti.

 

 






 

26 novembre 2012

Ionesco


Eugène Ionesco era nato il 26 novembre 1912.
Cento anni fa.
Secondo diverse fonti, in realtà, non nel ’12 ma nel 1909.
Comunque il 26 novembre.


Straordinario pensatore e autore teatrale.
Mettendo da parte ogni ritegno vi leggo “Per preparare un uovo sodo”.



Libera traduzione dal francese di Delia Casa (grazie!): nel mio blog in francese è lei che lo legge.

Un grande attore italiano, nato nel 1912, è stato Renato Rascel.
Su questo Blog ne ho parlato, qui.
 In questo video recita un lavoro di Ionesco, “Delirio a due”,  con Fulvia Manni.
La chiocciola e la tartaruga sono la stessa bestia?



Su Wikiquote un sacco di frasi e di citazioni da gustare.



Auguri Eugène, e buon teatro a tutti!

23 marzo 2011

Edizione limitata

Della canzone ho già parlato; del libro e dello spettacolo anche.

Spendo solo un personale grazie agli amici che qualche anno fa realizzarono questa bellissima versione.

Loro sanno senza che li citi e ho nel cuore ognuno di loro e quel tempo.

Invito all’ascolto, alla visione, a un parere.

26 febbraio 2011

Grazie Mario


Ho aspettato un mese.

È morto il 26 gennaio; era nato il 26 dicembre del 1919 a Roma.


Ho avuto il privilegio di vederlo recitare Moliere a teatro ed è stato uno dei più grandi attori italiani di ogni tempo.

Non se ne è parlato molto; a mio avviso e per quel che vale se ne è parlato pochissimo; evidentemente chi scrive oggi di spettacolo è troppo giovane, o sprovveduto, o impiegato in altri pensieri.

Si va in discesa.

Neanche sui social forum, così apparentemente attenti alla cultura e alla società, così pieni di “Ciao Mario” quando un Mario famoso se ne va, così intimi a chi non può rispondergli: “Ciao Mario a chi? Che cosa è tutta ‘sta confidenza, giovanotto?”, insomma tutti ne hanno parlato sorprendentemente poco.

Ho lasciato un mese a chiedermi cosa muova i cosiddetti intellettuali a piangere Tizio piuttosto che Caio e non mi sono dato risposta.

Lo ricordo oggi, a un mese dalla morte, a novanta e passa anni dalla nascita, con l’ironia del titolo del post e con la grandezza presa nel recitare Trilussa..

Un grandissimo che recita un altro grandissimo.

Chi avrà il desiderio di approfondire lo ricorderà in teatro come in televisione quale un grandissimo, misurato, professionista del recitare.

Mario Scaccia.

Adesso, dopo quanto detto, ci vuole: “Ciao Mario e grazie”.

http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Scaccia