L’Osteria della strega a San Giovanni in Marignano (Rimini)
è un bel posto in un bel borgo (il granaio dei Malatesta). Mi è capitato di
mangiarci qualche volta e sono bravi e cortesi. Si mangia bene spendendo
ragionevolmente ed hanno buoni vini.
Ci vuole un po’ a spiegare cosa c’entri con la torta rustica
di questo post ma ci possiamo arrivare con un poco di pazienza. Del resto blog
di ricette ce ne sono tanti e la torta salata gorgonzola, pere e noci – miele o
non miele – la si trova rapidamente mentre ragionamenti e storie di vini e
abbinamenti un po’ meno.
All’Osteria della strega hanno un ottimo Sangiovese a
mescita o, per meglio dire, hanno il miglior Sangiovese a mescita che abbia mai
bevuto finora. Perciò mi sono incuriosito e ho chiesto da dove venisse.
Mi hanno indirizzato a San Savino (che è sempre in provincia
di Rimini ma più vicino a San Leo e a San Marino) dove – in contrada Monte
Colombo c’è la “Fattoria del Piccione” ed io ci sono andato.
Tra i loro vini straordinari che ho bevuto il Sangiovese che
vendono anche in bag-in-box si chiama San Savino (Sangiovese superiore DOC).
Ne parlo più avanti (va bene) e passo alla ricetta ma
sappiate che è con una bottiglia di quel vino che ho deciso di accompagnarla e
non mi sono pentito affatto. C’è chi accosta al gorgonzola vini passiti e chi
rossi più corposi del sangiovese: io trovo che un vino tipo quello che ho
scelto si accosti ed esalti i contrasti propri della ricetta che unisce al
formaggio forte la gentilezza del miele e delle pere.
La ricetta è facile.
INGREDIENTI
Pasta brisee (va benissimo anche quella comprata al
supermercato e risparmiate energie);
200 grammi di Gorgonzola – ognuno scelga secondo i propri
gusti ma, secondo me, ne serve uno dal sapore forte);Un quinto di litro di panna (ma anche meno);
due uova;
quattro pere piccole (o meno se son più grosse);
sei noci;
miele quanto basta, q.b. (adoro il termine qb nelle ricette – ironicamente – e la sua voluta indeterminatezza).
PREPARAZIONE
Stendi la pasta e ci spargi sopra una manciata di
pangrattato perché il composto che ci metterai sopra dopo non la “ammolli”
durante la cottura in forno.
Rigiri il bordo della pasta che sborda e inforni per una
trentina di minuti in un forno già a temperatura di 200 gradi.
Quel Sangiovese lo ho scelto non è per i suoi 13 gradi e il
suo colore rubino vivo ma per il profumo
di viola mammola con retrogusto mandorlato e nota intensa di ciliegia matura
e sono cose che non le so dire di mio ma quando accosto quella sinfonia di
sapori che unisce un formaggio robusto alla dolcezza del miele e delle pere e
quel vago di noce mi rendo conto perfettamente di tutto e cibo e vino si
rincorrono a chi esalta di più l’altro.
Perciò oltre a provare la ricetta vi invito ad andare
all’Osteria della strega, a visitare i borghi del riminese e includere San
Giovanni in Marignano, a cercare la Fattoria del Piccione, a mangiar bene e a
bere meglio.
Ecco una tappa imprescindibile della nostra prossima gita di fine ottobre. Paboo
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