marco valenti scrive

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30 marzo 2020

un tempo piccolo


Un tempo piccolo
Un tempo piccolo può essere un giorno, una settimana.



Il 30 marzo 2013 è morto Franco Califano.

Di lui è stato immediato ricordarne qualche eccesso, compagnie non esaltanti, il personaggio che aveva recitato in televisione e sui media quando era tornato in scena così smaccatamente donnaiolo da parere a molti la tipizzazione del maschilismo.
Forse se ne è parlato poco, probabilmente male. 

23 maggio 2014

Carpe diem





Carpe diem

Tu non domandare - è un male saperlo - quale sia l'ultimo giorno che gli dei, Leuconoe, hanno dato a te ed a me, 
e non tentare gli oroscopi di Babilonia (i numeri babilonesi). 

Quanto è meglio accettare qualunque cosa verrà.

Sia che sia questo inverno - che ora stanca il mare Tirreno sulle opposte scogliere - l'ultimo che Giove ti ha concesso, 
sia che te ne abbia concessi ancora parecchi, sii saggia, 
filtra il vino 
e taglia speranze eccessive, perché breve è il cammino che ci viene concesso.
 Mentre parliamo, già sarà fuggito il tempo invidioso: 
cogli il giorno, 
fidandoti il meno possibile del domani.
Orazio –  Le Odi (Undicesima ode del primo libro)

Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios temptaris numeros.
Ut melius, quidquid erit, pati.
 Seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam, quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare Tyrrhenum: sapias, vina liques, et spatio brevi spem longam reseces.
Dum loquimur, fugerit invida aetas: carpe diem quam minimum credula postero.


Ma fugge intanto, fugge irreparabile il tempo, mentre presi
dall'amore indugiamo a descriverlo.
Virgilio – Le georgiche (dal terzo libro)

Sed fugit interea, fugit inreparabile tempus,
singula dum capti circumuectamur amore.


Qui, in Virgilio il tempo fugge mentre parliamo (fugit); in Orazio invece il tempo (invidioso) sarà fuggito già (fugerit) mentre stiamo ancora parlando e bevendo vino.
Che sia per questo che la cosa è meno « irreparabile » ?

Resta che qualcuno mi ha fatto notare come dal momento in cui si versa il vino (filtrandolo) il tono della ode si ammorbidisca.
Rileggete un paio di volte.
Qualcosa cambia.

Carpe poi è un termine usato nei lavori agricoli per « potare » e da lì si può pensare « cogliere i frutti ».
Carpe diem potrebbe essere quindi cogli i frutti del giorno, cogli il giorno, vivi il tempo presente.
Come un frutto.
Come un vino.
Consapevolmente.

Sapendo che nessun oroscopo potrà dirci cosa c’è in serbo per noi.

Meraviglia.

Oppure la cosa straordinaria è che mi meravigli e mi emozioni proprio io che di latino non ho mai capito nulla e ho passato tutto il liceo ad arrabbattarmi per non essere rimandato?

27 settembre 2013

T come tempo. Aforismi


 

 
Qui nel blog alla Tag aforismi per un bel po’ sono andato in ordine alfabetico per poi distrarmi con altre cose.

Adulazione Bugie Caso Dire Educazione Follia Genio Idea Libro Morte Nemico Opera d’arte Parola Quadro Ricchezza hanno preceduto la lettera S: alla S sono state riportate frasi, motti e aforismi su Scrivere, Scrittore e Scrittura.

La lettera T mi chiama al tempo, da tempo, e ora è tempo per il tempo: arrivo subito al punto anche perché, tra l’altro, “Tempus fugit irreparabile”  (Virgilio).
Solo poche frasi, tra tantissime, che mi hanno fatto riflettere e che – volentieri – condivido.


L'uomo vive nel tempo, nella successione del tempo, e il magico animale nell'attualità, nell'eternità costante. Jorge Luis Borges, Finzioni, 1944


Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l'ho scordato. Walt Whitman
 

Non abbiamo il tempo di essere noi stessi. Abbiamo solo il tempo di essere felici. Albert Camus, Taccuini, 1935/59
 

La pittura trasforma lo spazio in tempo, la musica il tempo in spazio. Hugo Von Hofmannsthal, Il libro degli amici, 1922


Voler essere del proprio tempo significa essere già sorpassati. Eugène Ionesco, Note e contronote, 1962

 

Concludo chiedendomi e chiedendovi chi abbia ragione tra Milan Kundera e Tiziano Terzani: leggete sotto.

Il tempo umano non ruota in cerchio ma avanza veloce in linea retta. È per questo che l'uomo non può essere felice, perché la felicità è desiderio di ripetizione. Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere, 1984

L'inizio è la mia fine e la fine è il mio inizio. Perché sono sempre più convinto che è un'illusione tipicamente occidentale che il tempo è diritto e che si va avanti, che c'è progresso. Non c'è. Il tempo non è direzionale, non va avanti, sempre avanti. Si ripete, gira intorno a sé. Il tempo è circolare. Lo vedi anche nei fatti, nella banalità dei fatti, nelle guerre che si ripetono. Tiziano Terzani.

26 maggio 2011

bottiglie, bottles, bouteilles



Costretto a casa,
voglioso di disegnare, si misurava con preziose bottiglie dello scorso millennio che ho il privilegio di avere.
Impazziva con la luce che si rifrangeva nelle tante sfaccettature del cristallo.
Questo era Piero, quando era, ancora, da qualche parte, Piero.

Chi sa le bottiglie apprezzerà; meno gli altri.

L'aria si fa rarefatta in questa tag e altrove.
Si sta come si può.
enjoy.

10 settembre 2010

"E' tempo di agire insieme!"

È un mondo veloce, molto più svelto rispetto ai miei tempi di reazione e di azione. Non mi chiede di abituarmi. Forse non mi chiede affatto. Macina spedito chilometri di bites, aggiunge informazioni ad informazioni, si svolge sull’attimo, non lascia il tempo di riflettere. Occorre riflettere. Scegliere il tema, quando non sia il tema a scegliere te, ed è impossibile pensarci su con calma. Meditare. Digerire. Metabolizzare per elaborare e proporre qualcosa.

Se Gutenberg e la stampa (ben più che la scoperta dell’America) ha segnato il passaggio dal Medio Evo al Moderno, internet segna il passaggio alla nuova era globale: questo Tempo ha velocità non considerate, rapidissime, e diventa un susseguirsi di istantanee che non lasciano lo spazio adeguato ai ragionamenti.

Continuamente ci troviamo catapultati in un oltre, in un nuovo, in uno spazio diverso e a seguire nuovi scenari e nuove suggestioni.

Dico questo perché poche ore fa ho lasciato traccia, su Facebook, di una notizia e la stessa è stata inghiottita da altre notizie e altre ancora. Sul sito di Repubblica si richiamava il fatto che il 21 settembre è giornata mondiale contro il Morbo di Alzheimer ed io, coinvolto, lasciavo link sul social forum.

Stasera volevo tornarci sopra qui, con calma, e ragionare di assistenza non adeguata, di disagi crescenti, di incapacità ad affrontare qualcosa che ti cambia sotto il naso e si muove più veloce di quanto tu tema ed immagini.

Povero Paese il nostro perché non serve adeguatamente bimbi e anziani, fasce deboli della società anche in salute, affannato a rincorrere il quotidiano che, sempre più, si fa emergenza; povera Italia senza capacità di visione ottenebrata da particolarismi, personalismi, in cui ognuno bada solo al proprio orticello sovente sempre più ridotto.

Povera Patria accecata in ogni sua capacità di condivisione, di orizzonte, di comunione.

Ciascuno portato a ripiegarsi sul proprio particolare, insegnanti contro tassisti, operai contro dipendenti ex alitalia, ministeriali contro professionisti, medici contro avvocati e chi più ne ha più ne metta.

Oguno a rincorrere i suoi guai (Cit.).

La notizia sull’Alzheimer e la sua giornata mondiale è sepolta da altre. Chi ha a che fare con altri guai guarderà i propri. Molti si concentreranno filantropicamente sul sacrosanto problema dei cani che non vanno abbandonati e qualcuno, sul social forum, dirà “se non condividi sei un mostro!”.

Il 21 settembre è la giornata mondiale della lotta contro il morbo di Alzheimer.

Colpisce molte più persone di quanto pensiate e stravolge l’esistenza di chi ha familiari che ne sono colpiti. Accade perché ci si deve abituare ad una progressiva assenza e perché l’aiuto che si può avere è insufficiente e inadeguato.

Accade. È violentissimo.

Ecco: vorrei un paio di cose.

Un minuto per pensare che questa malattia fetente dilania l’anima di chi ha a che farci e un altro per riflettere su un mondo che con la sua velocità di informazioni ci divide e ci lascia inevitabilmente soli.

In fondo sono solamente due minuti.

Grazie.



XVII giornata mondiale Alzheimer; 21 settembre 2010; slogan "Alzheimer: è tempo di agire insieme!"; www.alzheimer.it



3 luglio 2010

telefonia


Arriva, o dovrebbe essere meteorologicamente parlando, l’estate. Con essa ci si disperde, inevitabilmente, per il globo, compatibilmente con la crisi che – a mio avviso perlomeno – si sente parecchio. Nelle feste, vacanze e quant’altro il telefono cellulare ha il suo ruolo.

Devo premettere che al fenomeno della diffusione del telefonino ci ho creduto dalla prima ora. Quando venivano presi (giustamente) in giro i personaggi con un mattone all’orecchio che si pavoneggiavano chiamando per essere notati io dicevo: “badate che tra poco tempo ne avremo uno ciascuno”.

Oddio: non prevedevo che sarebbe diventato regalo da prima comunione.

Va bene: non sono il migliore dei maghi.

Ciò detto, l’estate rende il mezzo di comunicazione maggiormente utile. Ovvia considerazione. Ciascuno ha amici, figli, padri, cugine, fidanzate, amanti, conoscenti, affini e relativi che si sparpagliano disordinatamente e il cellulare fa da cordone ombelicale.

Personalmente, dal tacs in poi, sono stato un infedele ed ho girellato tra diverse compagnie aderendo all’offerta che mi stuzzicava maggiormente.

Attualmente ho un numero attivo con Vodafone ed uno con Wind.

Ecco. Segnalo che ci sono dei reali blackout della rete. Che la traduzione di wind sia vento sembra un destino segnato. Non amo le dietrologie per nulla e quindi è con genuino divertimento che segnalo che una persona che conosco, e stimo, affermi che l’assenza domenicale della rete sia una prova reiterata di golpe ma, tant’è, il wind telefono mi abbandona sovente in fascia oraria domenicale pomeridiana.

Il cordone ombelicale col mondo si ribella, si rifiuta, pare dire che ci sia un sovraccarico nella linea che neppure a capodanno.

Mi diverte: e se tornassimo ai gettoni?

Ok. Troppo vetero. E se ci citofonassimo? Neppure questa vi è piaciuta, mi rendo conto. Ve bene, rilancio: il numero fisso?

Non so… qualcuno se ne è già privato. Migreremo tutti su internet, e tutti avremo internet sul cellulare, e tutti avremo skype, e tutti saremo ovunque e sempre raggiungibili, forse controllabili, certamente individui individuabili.

Dunque torniamo al punto.

La matassa ha un bandolo ma non lo trovo. Ovvero sto segnalando un malfunzionamento del sistema ma ignoro totalmente la sua portata e, ovviamente, non ho soluzioni a portata di cervello. Devo fare tutto io in questo blog?

Che si interagisca, perbacco!

Il che, va da sé, non esclude ironia e divertimento.

14 ottobre 2009

Tempo Stimato



Chi, a Roma, dal Lungotevere in Augusta vuole andare a Porta Pia deve, necessariamente, percorrere il Viale del Muro Torto.
http://it.wikipedia.org/wiki/Muro_Torto.
È una strada tortuosa e priva di uscite dove anche un piccolissimo incidente crea un congestionamento stradale di proporzioni bibliche ed io ci passo quotidianamente per andare a lavorare.

 Poco dopo aver lasciato sulla destra l’Ara Pacis http://it.wikipedia.org/wiki/Ara_Pacis un cartello luminoso segnala la situazione del traffico per Porta Pia indicando la stima del tempo di percorrenza recando, ad esempio, una dicitura tipo “PORTA PIA – TEMPO STIMATO 8 MINUTI – SCORREVOLE”.

All’ora in cui passo, di buon mattino, la stima varia tra i sei e i nove minuti e mi sono sempre chiesto, perplesso, da cosa dipenda la variazione e come venga, scientificamente, calcolato il tempo.

 Preso dalle cose di lavoro, malgrado spesso legga l’orologio al passaggio sotto il cartello, non ho mai verificato l’esattezza dell’indicazione.

Giorni fa, non erano ancora le otto, alzando gli occhi al cartello, mi è preso un colpo leggendo “Porta Pia – tempo stimato 35 minuti – traffico congestionato”. 

Impossibilitato a percorrere strade alternative mi sono messo l’anima in pace confidando nelle capacità di svicolo del mio scooter.

La strada era sgombra, il semaforo verde, nessun incidente: sono arrivato in meno di dieci minuti.
La grande soddisfazione ha messo in secondo piano la domanda su come venga stimato il tempo: che sia un team di scienziati analogo a quello che non azzecca mai le previsioni del tempo?