le cose ci sono, sono lì a rispondere ai nostri sguardi più o meno sicuri, alle domande che non facciamo e nemmeno sappiamo, a salvarci e a condannarci: sempre e pur tuttavia solo cose. Sarebbero chiare se noi non fossimo così confusi. Non sono le cose a comandare ma l'atteggiamento che abbiamo noi di fronte ad esse. Come ci poniamo, come scegliamo se parlare o meno e cosa dire e cosa tenere per noi e non condividere. Cosa lasciare andare.
marco valenti scrive

30 marzo 2020
un tempo piccolo
23 maggio 2014
Carpe diem
27 settembre 2013
T come tempo. Aforismi
6 giugno 2013
tempo e silenzio
ricordati questo tempo
guarda l'orologio dovunque sei
da qualunque sentimento
26 maggio 2011
bottiglie, bottles, bouteilles


Costretto a casa,
voglioso di disegnare, si misurava con preziose bottiglie dello scorso millennio che ho il privilegio di avere.
Impazziva con la luce che si rifrangeva nelle tante sfaccettature del cristallo.
Questo era Piero, quando era, ancora, da qualche parte, Piero.
Chi sa le bottiglie apprezzerà; meno gli altri.
L'aria si fa rarefatta in questa tag e altrove.
Si sta come si può.
enjoy.
10 settembre 2010
"E' tempo di agire insieme!"

È un mondo veloce, molto più svelto rispetto ai miei tempi di reazione e di azione. Non mi chiede di abituarmi. Forse non mi chiede affatto. Macina spedito chilometri di bites, aggiunge informazioni ad informazioni, si svolge sull’attimo, non lascia il tempo di riflettere. Occorre riflettere. Scegliere il tema, quando non sia il tema a scegliere te, ed è impossibile pensarci su con calma. Meditare. Digerire. Metabolizzare per elaborare e proporre qualcosa.
Se Gutenberg e la stampa (ben più che la scoperta dell’America) ha segnato il passaggio dal Medio Evo al Moderno, internet segna il passaggio alla nuova era globale: questo Tempo ha velocità non considerate, rapidissime, e diventa un susseguirsi di istantanee che non lasciano lo spazio adeguato ai ragionamenti.
Continuamente ci troviamo catapultati in un oltre, in un nuovo, in uno spazio diverso e a seguire nuovi scenari e nuove suggestioni.
Dico questo perché poche ore fa ho lasciato traccia, su Facebook, di una notizia e la stessa è stata inghiottita da altre notizie e altre ancora. Sul sito di Repubblica si richiamava il fatto che il 21 settembre è giornata mondiale contro il Morbo di Alzheimer ed io, coinvolto, lasciavo link sul social forum.
Stasera volevo tornarci sopra qui, con calma, e ragionare di assistenza non adeguata, di disagi crescenti, di incapacità ad affrontare qualcosa che ti cambia sotto il naso e si muove più veloce di quanto tu tema ed immagini.
Povero Paese il nostro perché non serve adeguatamente bimbi e anziani, fasce deboli della società anche in salute, affannato a rincorrere il quotidiano che, sempre più, si fa emergenza; povera Italia senza capacità di visione ottenebrata da particolarismi, personalismi, in cui ognuno bada solo al proprio orticello sovente sempre più ridotto.
Povera Patria accecata in ogni sua capacità di condivisione, di orizzonte, di comunione.
Ciascuno portato a ripiegarsi sul proprio particolare, insegnanti contro tassisti, operai contro dipendenti ex alitalia, ministeriali contro professionisti, medici contro avvocati e chi più ne ha più ne metta.
Oguno a rincorrere i suoi guai (Cit.).
La notizia sull’Alzheimer e la sua giornata mondiale è sepolta da altre. Chi ha a che fare con altri guai guarderà i propri. Molti si concentreranno filantropicamente sul sacrosanto problema dei cani che non vanno abbandonati e qualcuno, sul social forum, dirà “se non condividi sei un mostro!”.
Il 21 settembre è la giornata mondiale della lotta contro il morbo di Alzheimer.
Colpisce molte più persone di quanto pensiate e stravolge l’esistenza di chi ha familiari che ne sono colpiti. Accade perché ci si deve abituare ad una progressiva assenza e perché l’aiuto che si può avere è insufficiente e inadeguato.
Accade. È violentissimo.
Ecco: vorrei un paio di cose.
Un minuto per pensare che questa malattia fetente dilania l’anima di chi ha a che farci e un altro per riflettere su un mondo che con la sua velocità di informazioni ci divide e ci lascia inevitabilmente soli.
In fondo sono solamente due minuti.
Grazie.
XVII giornata mondiale Alzheimer; 21 settembre 2010; slogan "Alzheimer: è tempo di agire insieme!"; www.alzheimer.it
3 luglio 2010
telefonia

Arriva, o dovrebbe essere meteorologicamente parlando, l’estate. Con essa ci si disperde, inevitabilmente, per il globo, compatibilmente con la crisi che – a mio avviso perlomeno – si sente parecchio. Nelle feste, vacanze e quant’altro il telefono cellulare ha il suo ruolo.
Devo premettere che al fenomeno della diffusione del telefonino ci ho creduto dalla prima ora. Quando venivano presi (giustamente) in giro i personaggi con un mattone all’orecchio che si pavoneggiavano chiamando per essere notati io dicevo: “badate che tra poco tempo ne avremo uno ciascuno”.
Oddio: non prevedevo che sarebbe diventato regalo da prima comunione.
Va bene: non sono il migliore dei maghi.
Ciò detto, l’estate rende il mezzo di comunicazione maggiormente utile. Ovvia considerazione. Ciascuno ha amici, figli, padri, cugine, fidanzate, amanti, conoscenti, affini e relativi che si sparpagliano disordinatamente e il cellulare fa da cordone ombelicale.
Personalmente, dal tacs in poi, sono stato un infedele ed ho girellato tra diverse compagnie aderendo all’offerta che mi stuzzicava maggiormente.
Attualmente ho un numero attivo con Vodafone ed uno con Wind.
Ecco. Segnalo che ci sono dei reali blackout della rete. Che la traduzione di wind sia vento sembra un destino segnato. Non amo le dietrologie per nulla e quindi è con genuino divertimento che segnalo che una persona che conosco, e stimo, affermi che l’assenza domenicale della rete sia una prova reiterata di golpe ma, tant’è, il wind telefono mi abbandona sovente in fascia oraria domenicale pomeridiana.
Il cordone ombelicale col mondo si ribella, si rifiuta, pare dire che ci sia un sovraccarico nella linea che neppure a capodanno.
Mi diverte: e se tornassimo ai gettoni?
Ok. Troppo vetero. E se ci citofonassimo? Neppure questa vi è piaciuta, mi rendo conto. Ve bene, rilancio: il numero fisso?
Non so… qualcuno se ne è già privato. Migreremo tutti su internet, e tutti avremo internet sul cellulare, e tutti avremo skype, e tutti saremo ovunque e sempre raggiungibili, forse controllabili, certamente individui individuabili.
Dunque torniamo al punto.
La matassa ha un bandolo ma non lo trovo. Ovvero sto segnalando un malfunzionamento del sistema ma ignoro totalmente la sua portata e, ovviamente, non ho soluzioni a portata di cervello. Devo fare tutto io in questo blog?
Che si interagisca, perbacco!
Il che, va da sé, non esclude ironia e divertimento.
14 ottobre 2009
Tempo Stimato
Chi, a Roma, dal Lungotevere in Augusta vuole andare a Porta Pia deve, necessariamente, percorrere il Viale del Muro Torto.
http://it.wikipedia.org/wiki/Muro_Torto.
È una strada tortuosa e priva di uscite dove anche un piccolissimo incidente crea un congestionamento stradale di proporzioni bibliche ed io ci passo quotidianamente per andare a lavorare.
Poco dopo aver lasciato sulla destra l’Ara Pacis http://it.wikipedia.org/wiki/Ara_Pacis un cartello luminoso segnala la situazione del traffico per Porta Pia indicando la stima del tempo di percorrenza recando, ad esempio, una dicitura tipo “PORTA PIA – TEMPO STIMATO 8 MINUTI – SCORREVOLE”.
All’ora in cui passo, di buon mattino, la stima varia tra i sei e i nove minuti e mi sono sempre chiesto, perplesso, da cosa dipenda la variazione e come venga, scientificamente, calcolato il tempo.
Preso dalle cose di lavoro, malgrado spesso legga l’orologio al passaggio sotto il cartello, non ho mai verificato l’esattezza dell’indicazione.
Giorni fa, non erano ancora le otto, alzando gli occhi al cartello, mi è preso un colpo leggendo “Porta Pia – tempo stimato 35 minuti – traffico congestionato”.
Impossibilitato a percorrere strade alternative mi sono messo l’anima in pace confidando nelle capacità di svicolo del mio scooter.
La strada era sgombra, il semaforo verde, nessun incidente: sono arrivato in meno di dieci minuti.
La grande soddisfazione ha messo in secondo piano la domanda su come venga stimato il tempo: che sia un team di scienziati analogo a quello che non azzecca mai le previsioni del tempo?