le cose ci sono, sono lì a rispondere ai nostri sguardi più o meno sicuri, alle domande che non facciamo e nemmeno sappiamo, a salvarci e a condannarci: sempre e pur tuttavia solo cose. Sarebbero chiare se noi non fossimo così confusi. Non sono le cose a comandare ma l'atteggiamento che abbiamo noi di fronte ad esse. Come ci poniamo, come scegliamo se parlare o meno e cosa dire e cosa tenere per noi e non condividere. Cosa lasciare andare.
marco valenti scrive

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22 ottobre 2018
Maturità o solitudine?
"Le persone con le quali hai dialogato negli ultimi (...) anni sono state poche o sbaglio?
Sono state poche, è vero. Con il tempo gli amici scompaiono ed è molto difficile farsene di nuovi.
Io non parlo solo di amici in generale, ma anche di interlocutori importanti. Quando mi parlavi di (...) una serie di persone che hai incontrato si sentiva la loro forte presenza nella tua vita. Poi (...) hai parlato solo di lavori, di progetti o (...) del rapporto coi giovani in generale: e questa è un'altra cosa.
Forse hai ragione, è cresciuta la solitudine. Ma è anche vero che ho trovato meno persone con le quali mi interessava dialogare.
Adesso che me lo fai notare, ti dico che è possibile che il mio rallentato interesse per gli altri sia dovuto a delusione. (...) Quando ero giovane qualsisi persona avesse più esperienza di me mi interessava. Arrivato a una certa età l'esperienza non mi è più bastata; occorre che sia in consonanza con la mia e la solleciti a espandersi: e questo non è frequente. Debbo anche dirti che negli ultimi anni c'è stata una grande caduta della comunicazione. Le persone che vedevamo spesso e con le quali si dialogava le si incontrava in giro continuamente: erano nella sfera della mia esistenza. Oggi non si incontra più nessuno."
(Conversazioni su architettura e libertà - Giancarlo De Carlo, Franco Buncuga - elèuthera editore)
E' un libro in cui Giancarlo De Carlo parla di altro, ovviamente. Un libro per Architetti, o urbanisti, pianificatori, storici dell'architettura. Questo frammento, tuttavia, meritava essere citato fuori dal contesto (del libro).
22 dicembre 2017
controtendenza e verità
AMICI
Una bella cosa lunga, per disaffezionare dal blog. Una cosa in contro tendenza che se ne frega delle convenienze.
I tempi cambiano.
I costumi si modificano rapidamente.
La
percezione di velocità è indice che mi sto facendo vecchio.
Altri sono venuti
su allenati fin da piccoli a questo mondo tecnologico, rapido, che si consuma
andando, digitando, whatsuppando.
Ci si cinguetta in un social, ci si messaggia in un altro e
si ha la sensazione di appartenere a qualcosa.
Si condividono diari, emozioni, impressioni.
Qualcuno aderisce e qualcun altro propaga.
Ci si consuma davanti a uno schermo e ci si racconta come se
si fosse prossimi.
Personalmente sono un entusiasta e un generoso che racconta
di sé a piene mani con poco filtro e senza badare alle conseguenze.
Tutti sanno rapidamente di me più di quanto mostrino, a me, di loro stessi.
Sono fesso.
Bacio al primo incontro. Scordo i nomi ma, per principio,
sono di quelli che parte fidandosi.
13 gennaio 2017
grazie!
duecentomila?!
Il primo post ad agosto duemilaotto.
Blogger ha cominciato a contare le visite da metà duemiladieci.
Con l'inizio del duemiladiciassette il contatore mi dice che sono state superate le 200.000 (leggasi duecentomila) visite.
Grazie!
15 maggio 2014
Just friends
Just friends.
Canzone: non film.
La
canzone è famosissima.
Composta in America negli anni ’30 dal compositore e
pianista John Klenner (1899-1955) con il
testo di Sam Lewis (1885-1959) vanta tantissime versioni famose, da Frank
Sinatra a Sarah Vaughan passando per l’incisione di Charlie Parker del ’49,
Chet Baker e Stan Gets.
Rispetto
alla splendida versione che propongo in video ho una grande fortuna e un
rammarico.
La fortuna è quella di conoscere la straordinaria cantante Laura e
il bravissimo musicista Michele e di possedere un paio di dischi loro.
(Skylark, del 2013, è bellissimo). Amici. Una bella cosa. Non ci vediamo spesso
ma sono bellissime persone e fior di musicisti. La sfortuna è che dal vivo non sono
riuscito (ancora) ad ascoltarli. Rimedierò certamente.
Francesconi – Avanzolini 4et
/ Just Friends
Torrione Jazz Club, Ferrara 21 aprile 2014
Just friends, lovers no more
Just friends but not like before
To think of what we've been
And not to kiss again
Seems like pretending
It isn't the ending
Two friends drifting apart
Two friends but one broken heart
We loved, we laughed, we cried
Suddenly love died
The story ended
But we're just friends
Two friends drifting apart
Two friends but one broken heart
We loved, we laughed, we cried
Suddenly love died
The story ended
But we're just friends
Questo arrangiamento è di Giovanni
Bertelli e Michele Francesconi.
Il quartetto è composto da
Michele Francesconi al piano, Laura Avanzolini, vocals, Giacomo Dominici, double bass e Marco Frattini, drums.
Pro-memoria lascio la primissima versione di just friends.
È il 1932 e a cantare è Russ Columbo, un baritono di grandissimo successo all’epoca.
27 febbraio 2014
La rubrica (Lesson nr. 5)
Lesson
nr.5 – la rubrica.
(Ci sono post in questo blog che per me sono stati, in modi differenti, una lezione: sono raccolti sotto la tag "lesson".
Questa è solo la quinta.).
Ogni
anno si comprava una agenda nuova che, dopo dicembre, ha uno spazio per la
rubrica telefonica.
Tradizionalmente
si perdeva un po’ di tempo a trascrivere nomi e numeri telefonici.
Si sfrondava,
si cercava il modo più efficace per ordinare i propri contatti, ciascuno aveva
un po’ di tempo per fare le proprie considerazioni sui propri rapporti,
telefonici e non, con le persone indicate nell’indirizzario.
Un
modo come un altro per fare ordine, rassettare.
L’era
degli smartphone ha tolto in parte
questo tipo di usanza. Io lo faccio ancora.
Da
un’epoca che sembra distante nel tempo alla contemporaneità è rimasta la posta elettronica che,
anche se oggi è minata dallo scambio sui social
forum, mantiene un suo status (tutti la abbiamo e la adoperiamo).
Prossima
e presto indispensabile sarà la posta elettronica certificata che, unita alla
firma digitale, sarà l’unico mezzo per sburocratizzare e smaterializzare un
sacco di roba (ma questo, per quanto affascinante, è un altro discorso).
Quel
che volevo dire è che una casella di posta elettronica ha una sua rubrica di
indirizzi, un elenco ordinato di contatti da raggiungere e con i quali
interagire, proprio come la rubrica nelle agende.
Per
oltre venti anni ho avuto un indirizzo email
personale, abbastanza privato, con desinenza yahoo.it e agli inizi di febbraio ho
deciso di chiuderlo e aprire un nuovo account
privato perché diventasse il mio indirizzo di posta principale su gmail.com.
Ne
ho dato notizia alle società che incidono nella mia sfera personale: la banca,
l’assicurazione, e altre istituzioni varie.
(Su quanto abbia faticato con il programma Millemiglia Alitalia, in particolare, potrei scrivere qualche pagina di note piuttosto piccate ma non è detto che prima o poi non lo faccia: è stato più semplice per Ulisse tornarsene a Itaca!).
Fatto
questo mi sono trovato a fronteggiare la rubrica di yahoo.
La
cosa più semplice da fare sarebbe stata esportarla in gmail. Tecnicamente
semplice: si salva in un file adeguato la rubrica yahoo e la si inserisce in
gmail. Ti ritrovi tutto con pochi passaggi.
Quando
ho esaminato con un briciolo di attenzione la rubrica ci ho ripensato.
Spiego
perché.
Era come avere davanti tutte le agende degli ultimi venti anni insieme: oltre trecentocinquanta indirizzi di posta elettronica.
Una foresta mai potata.
Una foresta mai potata.
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