Quando lo faccio mi convinco
che, in fondo, non sono luoghi segreti e che è giusto che altri condividano il
piacere che mi hanno dato. Possono essere un ristorante o un museo o un
negozio. Possono trovarsi ovunque, prossimi o lontani. Comunque posti tali da
alimentare la tag “felice di essere stato qui”.
Sono un piccolissimo
promemoria. Considerate il blog come un taccuino mio personale.
Era l’anno duemila ed
eravamo a Bruxelles per lavoro. Arrivata l’ora di cena si girava per le viuzze attorno alla Grand Place
indecisi sul da farsi. Tanti locali, moltissimi per turisti, con camerieri che
invitano i passanti ad entrare. Smodatamente. Ad un angolo di strada una
brasserie con un paio di persone in attesa di entrare. L’anomalia era che
aspettavano, che c’era la fila e non i “butta dentro”. Ci affacciammo a
curiosare attraverso le ampie vetrate. Un donna di corporatura più che robusta
si destreggiava magnificamente tra pezzature diverse di carni su una brace di
legna di notevoli dimensioni.
All’epoca riuscimmo a
mangiarci soltanto dopo un’ora. Eravamo il mio capo ed io e uscimmo sazi e
soddisfattissimi. Ottima carne, varietà di birre adeguata a Bruxelles, dolci
squisiti, cortesia, ambiente rustico ma con classe.
Aux pavés de Bruxelles.
Sono tornato a Bruxelles sempre per lavoro, quasi sempre con i tempi strozzati da impegni e riunioni con la Commissione europea, non ho mai avuto tempo per godermela se non per manciate di minuti. Quella brasserie, volta dopo volta, è stata sempre un piacere e una consolazione.
L’ultima volta a
gennaio (era qualche anno che non
andavo) con la complicità involontaria di una riunione fissata di venerdì ho
allungato ed ho fatto il turista facendomi raggiungere da Delia.
Non ho potuto esimermi
dall’invitarla a cena lì, Aux pavés de Bruxelles. Diverso l’Asador. Non c’è più
la signora che c’era anni fa ma la brace di legna di bosco è governata con
sapienza enorme e puoi vedere preparare i piatti davanti i tuoi occhi
aggiungendo soddisfazione a soddisfazione.
Poi, suvvia, diciamolo: non
avevo visto l’Atomium se non sui libri e, soprattutto, non conoscevo il museo
del fumetto, non ero mai riuscito a visitare la casa – oggi museo – di Victor
Horta e non avevo mai assaporato il
piacere di coniugare Bruxelles con la vacanza e il tempo libero.
Se
l’architetto belga Horta ha inventato l’Art Nuveau è vero anche che dalla tradizione dei
fumetti in Belgio hanno inventato
Tintin, Luky Luke e i Puffi.
Mettiamoci anche che il Centro belga del fumetto è
ospitato in un edificio progettato da Horta e ci avviciniamo alla perfezione.
Una prossima volta da
turista tra i numerosi musei che non ho ancora visitato (della birra belga, del
cioccolato e del cacao, del cinema, degli strumenti musicali…) non mancherò il
Magritte Museum.
Già.
Oltre Hercule Poirot era belga anche René Magritte.
Si aggiunga un fine
settimana di gennaio con il sole e si concluda che non di sola birra (buona)
vive l’uomo: felice di essere stato qui vi lascio qualche indirizzo utile e
qualche fotografia.
Aux pavés de Bruxelles.
Rue du Marché
aux Fromages 1, 1000 Bruxelles, Belgio
Telefono:+32 2 502 04 57
Horta Museum
Indirizzo: Rue Américaine 25, 1060 Bruxelles, Belgio
Telefono: +32 2 543 04 90
Indirizzo: Rue des
Sables 20, 1000 Bruxelles, Belgio
Telefono:+32 2 219 19 80
Chiuso di Lunedì
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