John
Edward Williams - STONER
Traduzione
di Stefano Tummolini - Postfazione all’edizione italiana di Peter Cameron
FAZI
EDITORE
Pubblicato
per la prima volta nel 1965, poi quasi dimenticato, Stoner di John E. Williams
è stato ripubblicato nel 2006 dalla New York Review Books, suscitando un
rinnovato interesse da parte della critica e dei lettori. (dal Sito ufficiale
dell’Editore)
Trama
Stoner
è il racconto della vita di un uomo tra gli anni Dieci e gli anni Cinquanta del
Novecento: William Stoner, figlio di contadini, che si affranca quasi suo
malgrado dal destino di massacrante lavoro nei campi che lo attende, coltiva la
passione per gli studi letterari e diventa docente universitario. Si sposa, ha
una figlia, affronta varie vicissitudini professionali e sentimentali, si
ammala, muore. E’ un eroe della normalità che negli ingranaggi di una vita
minima riesce ad attingere il senso del lavoro, dell’amore, della passione che
dà forma a un’esistenza. (dal Sito ufficiale dell’Editore)
Quel che ne penso io
William
Stoner (Missouri, 1891 – 1956) è il protagonista del libro, in scena dalla
prima all’ultima pagina.
Chiarisco che si tratta di un personaggio di fantasia.
Di lui l’autore John Williams ci racconta tutto,
Il
riscatto dall’ignoranza e dal lavoro dei campi e la scoperta prima ed i profondissimi rispetto e amore
per la letteratura anche nelle sue parti logiche, di costruzione dei testi, di
metrica, di composizione portano il protagonista ad essere grato delle sue
sorti, retto nelle sue azioni, lontano da qualsiasi eccesso nelle ambizioni. Felice del proprio lavoro e delle opportunità che la vita gli ha, comunque, offerto.
E’ per questo che il romanzo restò poco considerato alla sua uscita nel 1965 ma splende di successo dalla sua riedizione nel 2006: perché oggi si rivolge ad un mondo profondamente differente, dove il coraggio nella normale rettitudine, l’amore per il proprio lavoro e per quello che ci ha fatto ottenere, il rispetto delle regole e delle persone anche a costo di silenziare sentimenti e pulsioni entra nell’ordine dell’eccezione.
E’ per questo che il romanzo restò poco considerato alla sua uscita nel 1965 ma splende di successo dalla sua riedizione nel 2006: perché oggi si rivolge ad un mondo profondamente differente, dove il coraggio nella normale rettitudine, l’amore per il proprio lavoro e per quello che ci ha fatto ottenere, il rispetto delle regole e delle persone anche a costo di silenziare sentimenti e pulsioni entra nell’ordine dell’eccezione.
Ciascuno
di noi conosce degli Stoner; un po’ lo siamo anche noi o vorremmo esserlo, magari a
tratti; tutti ne rispettiamo l’animo e le movenze desuete e gli vogliamo bene, per come è e per come ci viene magistralmente raccontato.
Una esatta, poetica, pulizia che ci prende e ci ammalia. Questa è letteratura.
Parlo poco di libri nel blog; raramente alimento le tag "recensione" e "libro"; consiglio Stoner con convinzione.
Una esatta, poetica, pulizia che ci prende e ci ammalia. Questa è letteratura.
Parlo poco di libri nel blog; raramente alimento le tag "recensione" e "libro"; consiglio Stoner con convinzione.
Una citazione del romanzo
«Era arrivato a un’età in
cui, con intensità crescente, gli si presentava sempre la stessa domanda, di
una semplicità così disarmante che non aveva gli strumenti per affrontarla. Si
ritrovava a chiedersi se la sua vita fosse degna di essere vissuta. Se mai lo
fosse stata. Sospettava che alla stessa domanda, prima o poi, dovessero
rispondere tutti gli uomini. Ma si chiedeva se, anche agli altri, essa si
presentasse con la stessa forza impersonale. La domanda portava con sé una
certa tristezza, ma era una tristezza diffusa che (pensava) aveva poco a che
fare con lui o con il suo destino particolare. Non era neanche sicuro che essa
sorgesse dalle cause più ovvie e immediate, ovvero da ciò che la sua vita era
diventata. Sorgeva, secondo lui, dall’accumularsi degli anni, dalla densità dei
casi e delle circostanze e dalla comprensione che era riuscito ad averne.
Provava un piacere triste e ironico al pensiero che quel poco di conoscenza che
si era conquistato l’avesse condotto a tale consapevolezza e che alla lunga
tutte le cose -perfino ciò che aveva imparato e che gli consentiva quelle
riflessioni – erano futili e vuote, e svanivano in un nulla che non riuscivano
ad alterare». - J. E. Williams
Ecco alcune cose che hanno
detto del libro quando è stato ripubblicato nel 2006
«Stoner
è qualcosa di più raro di un grande romanzo – questo è un romanzo perfetto,
così ben narrato, con una lingua superba e così profondamente toccante da
levare il fiato».
Morris Dickstein, The New York
Times
«Stoner
è una storia perfettamente costruita, di un gelido matrimonio e di un disperato
amore universitario; si è così vicini all’infelicità del protagonista che si ha
paura di respirare»
Nick
Hornby
«Questo
è semplicemente un romanzo che parla di un ragazzo che va all’università e
diventa un professore. Eppure è una delle cose più affascinanti che potrete
leggere».
Tom
Hanks
«Stoner
è uno dei grandi classici della letteratura americana del XX secolo.
Dimenticarlo sarebbe imperdonabile. Consentirgli una nuova vita e continuare a
leggerlo significa consentire a noi stessi la capacità di comprendere insieme
passato e presente. Stoner è un’aria del nostro tempo».
Colum
McCann
«Il
ritratto magistrale di un uomo autenticamente virtuoso».
The
New Yorker
Intervista a Ian McEwan a
proposito di Stoner. (Alcuni pareri aiutano la popolarità di un
romanzo, ovviamente. Su questo concordo in pieno).
John
Edward Williams (1922-1994), nato in Texas da una famiglia di contadini,
partecipò alla seconda guerra mondiale in India e Birmania. Al suo rientro si
trasferì a Denver, in Colorado, dove rimase tutta la vita insegnando
all’Università. Oltre a Stoner è autore di tre romanzi: Nothing but the
night(1948), Butcher’s Crossing (1960) e Augustus (Castelvecchi, 2010),
vincitore del National Book Award.
Il
suo necrologio sul New York Times all’epoca.
John Williams, 71, a Novelist,
Editor and Professor of English By WOLFGANG SAXON Published: March 05, 1994
John Williams, a writer and
educator whose 1972 novel "Augustus" won a National Book Award, died
on Thursday at his home in Fayetteville, Ark. He was 71.
The cause was respiratory
failure, his family said.
"Augustus" was much
praised, but the awards ceremony in 1973 produced an unusual display of public
disagreement among the judges. It was the first time that the jury split the
fiction prize between two writers, Mr. Williams and John Barth, who was cited
for his book "Chimera."
"Composed of fictional
letters, dispatches and memoranda," the committee said of Mr. Williams's
work, "this epistolary novel brings to life in very human dimensions the
violent times of Augustus Caesar (63 B.C.-14 A.D.)"
A review in The New York Times
said: "Out of the events surrounding one of the pivotal moments in Western
history, the transition of the Roman Republic to an imperial dictatorship, John
Williams has fashioned an always engaging, psychologically convincing work of
fiction."
Hai ragione Marco. Questa è letteratura. Sono molto contento che il romanzo di Williams sia piaciuto anche a te.
RispondiEliminaUn saluto.
so che cosa andare a cercare allora...grazie Marco!
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