La caduta
Giovanni
Cocco
ISBN
9788865942024
Casa editrice: Nutrimenti - http://www.nutrimenti.net/casa-editrice.asp
Pagine 223
Data di pubblicazione:
Febbraio 2013
Note: Finalista Premio Campiello 2013 (terzo classificato) – Selezione Giuria dei
Letterati.
Dal
sito di Nutrimenti.
L'ira, la cecità, la catastrofe. La violenza
dell'uomo e la collera della natura. Dai primi rintocchi del terzo millennio
fino al dolente epilogo delle colonne di profughi in marcia nella polvere, una
tumultuosa trama di eventi – un disordine scientifico e incontrollabile –
infrange l'illusione di pace dell'Occidente e ne annuncia la dissoluzione.
Parigi è stretta nel cerchio di fiamme e rabbia delle banlieue. Londra esplode per quattro volte in un giorno di luglio. New Orleans è un fantasma d'acqua dopo il grande uragano. I vulcani, in silenzio per decenni, resuscitano oscurando il cielo. Un presidente nero annuncia la morte dell'uomo che ha attentato alle torri. Il sangue scorre a Tunisi, al Cairo, a Bengasi. Il ragazzo dai capelli rossi uccide dentro un cinema. L'immensa nave si piega su un fianco per l'ultimo inchino. L'uomo vestito da poliziotto, sull'isola, spara senza pietà.
La Caduta racconta gli sconvolgimenti che hanno segnato il primo decennio del nuovo secolo attraverso un impianto narrativo poderoso, ispirato alla Torah e al libro dell'Apocalisse e modellato sui cicli pittorici rinascimentali. Un romanzo implacabile e trascinante, in cui il flusso della storia permea il destino degli individui, e ciascun personaggio condanna gli altri a pagare il prezzo delle proprie scelte, a espiare il castigo o a trovare la redenzione.
Parigi è stretta nel cerchio di fiamme e rabbia delle banlieue. Londra esplode per quattro volte in un giorno di luglio. New Orleans è un fantasma d'acqua dopo il grande uragano. I vulcani, in silenzio per decenni, resuscitano oscurando il cielo. Un presidente nero annuncia la morte dell'uomo che ha attentato alle torri. Il sangue scorre a Tunisi, al Cairo, a Bengasi. Il ragazzo dai capelli rossi uccide dentro un cinema. L'immensa nave si piega su un fianco per l'ultimo inchino. L'uomo vestito da poliziotto, sull'isola, spara senza pietà.
La Caduta racconta gli sconvolgimenti che hanno segnato il primo decennio del nuovo secolo attraverso un impianto narrativo poderoso, ispirato alla Torah e al libro dell'Apocalisse e modellato sui cicli pittorici rinascimentali. Un romanzo implacabile e trascinante, in cui il flusso della storia permea il destino degli individui, e ciascun personaggio condanna gli altri a pagare il prezzo delle proprie scelte, a espiare il castigo o a trovare la redenzione.
Quel
che penso io
Quando sono andato a “più libri più liberi”, la
fiera della piccola e media editoria di Roma, ho cercato case editrici serie,
vesti editoriali interessanti, autori italiani preferibilmente non ancora
famosissimi.
La casa editrice Nutrimenti, di Roma, era tra i
miei bersagli e ho scelto questo libro.
Prima di leggerlo sapevo solo che era
stato finalista al Campiello e che l’autore, Giovanni Cocco è del ’76 ed è di
Como.
Lo ho letto ed è un bel libro.
Bella scrittura,
bella scelta di parole, di termini, di sintassi. Forte scelta di scenari di
disfacimento della società, tra mafie, terrorismo, dissoluzione, dissolvimento
di valori. Quadri tratteggiati benissimo per tinte, colori, drammaticità.
Dolenza senza compiacimento e senza alcuna presa di posizione ideologica dell’autore.
Può parere fredda per qualcuno, asettica: io la
definisco esatta e profonda. Se i quadri vengono esaminati uno per uno chi li
guarda avrà maggiore empatia per alcuni che per altri: riconoscerà un tratto
comune ma avrà diverso livello personale di coinvolgimento. Ovvio.
Se questi quadri-capitoli vengono visti in una
mostra, letti in successione nel libro, una sensazione di appartenenza ad un
unicum si fa strada e il senso del titolo del libro compare in tutte le diverse
drammaticità che tocca. Questo ne fa un libro potente.
Quel che unisce le diverse storie narrate, fatto
salvo il legame chiaro tra prologo ed epilogo, è flebile come trama. Quasi
inesistente. Anche leggendo con tutta quella bella calma, quel respiro, che il
libro ti richiede ho smesso di cercare un ordito comune che mettesse in
relazione le storie e i personaggi. In fondo al libro l’autore ci dice alcune
cose delle quali ci tocca tenere conto. Una è che il libro è il primo di una
quadrilogia.
Beh… Con Harry Potter o con la saga di Star Wars
c’è voluto amore e pazienza per capire tutti i legami e i perché e i percome e
dietro c’erano disegni e orditure geniali.
Mi costringerò con piacere al secondo libro della
serie di Cocco per capire meglio e per decidere se mi intrighi o meno la
direzione che, inevitabilmente, la narrazione dovrà intraprendere. Se non
dovesse piacermi mi rimarrà comunque questo “La caduta” con dei passi parecchio
intensi che hanno saputo darmi emozione.
Attendendo con grande curiosità il
futuro della narrazione complimenti all’autore e a Nutrimenti che ha puntato su
questo libro (che era stato oggetto di numerosi rifiuti in precedenza).
Recensioni più importanti della mia hanno fatto
paralleli con grandi autori americani (da Faulkner a De Lillo) e sottolineato
come l’ossatura richiami (per dichiarazione dello stesso autore) un impianto
biblico. La prima cosa crea pericolosi e impropri paragoni; la seconda la
trovo, al momento, una questione più organizzativa che significativa.
Alcune
cose importanti dette da persone importanti o scritte su testate importanti
"Una scrittura potentissima al servizio di uno sguardo che
non ammette confini. Cocco scardina l'ordine costituito del romanzo e regala al
lettore qualcosa che ha finalmente il sapore del nuovo".
Raul Montanari
Raul Montanari
"La Caduta altro non è che un romanzo biblico: un
romanzo nel quale soffia l'epos che possiamo trovare nella Genesi o nei
Profeti. Non è certo un libro devozionale e anzi, proprio come la Bibbia, è
pieno di violenza. Giovanni Cocco ha capito che cosa ha fatto grande nel
Novecento il romanzo americano – la memoria biblica, appunto, sempre presente,
da Faulkner a McCarthy o DeLillo – e ha tentato di dare finalmente all'Italia,
il paese più cattolico del mondo, un'opera della stessa specie".
Giulio Mozzi
"Una voce nuova, che vuol staccarsi dai moduli narrativi italiani correnti".
Ermanno Paccagnini, Corriere della Sera
"Quando gli oscuri tempi vengono cantati con una lingua così forte e una
così rara sapienza di visione, vale persino la pena di viverli".
Loredana Lipperini, la Repubblica
"Un talento purissimo di narratore".
Vittorio Giacopini, Il Sole 24 Ore
"Un capolavoro nel senso stretto del termine, il capo d'opera con cui
l'artigiano dimostra di aver terminato con successo un proficuo
apprendistato".
Fabrizio Ottaviani, Il Giornale
"Unico nel panorama della nuova narrativa italiana".
Fulvio Panzeri, Avvenire
"Una poderosa impresa narrativa, un esordio ambizioso e fuori dal
coro".
Carlotta Vissani, Rolling Stone
"Cocco ha scritto un autentico capolavoro. La sua 'sfortuna' è di essere italiano: se fosse nato in America sarebbe il nuovo Thomas Pynchon".
Gian Paolo Serino, Satisfiction
C'è un'ultima cosa.
Giovanni
Cocco ha rilasciato parecchi interviste dicendo molte cose che condivido assolutamente.
Tra le tante mi piace riportare questa sua frase.
“L’editor
di una casa editrice dovrebbe avere almeno sui quarant’anni e avere letto tutto
quello che serve per giudicare il lavoro dei nuovi autori”.
Do
del tu a Giovanni solo per rispondergli “Bravo Giova’: pure più di quaranta.
Bravo chi ti ha dato credito. Fagli i miei complimenti”.
Noterella solita che infilo, stavolta, nel finale.
Questo blog non è un blog di critica letteraria o di recensioni ma se un libro mi ha colpito e penso ne valga la pena ne parlo.
Capita raramente ma capita: potete trovare altre recensioni e il riferimento ad altri libri nella "tag" recensioni.
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