marco valenti scrive

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14 febbraio 2014

La caduta



La caduta
Giovanni Cocco
ISBN 9788865942024
Casa editrice: Nutrimenti - http://www.nutrimenti.net/casa-editrice.asp
Pagine 223
Data di pubblicazione: Febbraio 2013
Note: Finalista Premio Campiello 2013  (terzo classificato) – Selezione Giuria dei Letterati.





Dal sito di Nutrimenti.

L'ira, la cecità, la catastrofe. La violenza dell'uomo e la collera della natura. Dai primi rintocchi del terzo millennio fino al dolente epilogo delle colonne di profughi in marcia nella polvere, una tumultuosa trama di eventi – un disordine scientifico e incontrollabile – infrange l'illusione di pace dell'Occidente e ne annuncia la dissoluzione.
Parigi è stretta nel cerchio di fiamme e rabbia delle banlieue. Londra esplode per quattro volte in un giorno di luglio. New Orleans è un fantasma d'acqua dopo il grande uragano. I vulcani, in silenzio per decenni, resuscitano oscurando il cielo. Un presidente nero annuncia la morte dell'uomo che ha attentato alle torri. Il sangue scorre a Tunisi, al Cairo, a Bengasi. Il ragazzo dai capelli rossi uccide dentro un cinema. L'immensa nave si piega su un fianco per l'ultimo inchino. L'uomo vestito da poliziotto, sull'isola, spara senza pietà.
La Caduta racconta gli sconvolgimenti che hanno segnato il primo decennio del nuovo secolo attraverso un impianto narrativo poderoso, ispirato alla Torah e al libro dell'Apocalisse e modellato sui cicli pittorici rinascimentali. Un romanzo implacabile e trascinante, in cui il flusso della storia permea il destino degli individui, e ciascun personaggio condanna gli altri a pagare il prezzo delle proprie scelte, a espiare il castigo o a trovare la redenzione.

Quel che penso io

Quando sono andato a “più libri più liberi”, la fiera della piccola e media editoria di Roma, ho cercato case editrici serie, vesti editoriali interessanti, autori italiani preferibilmente non ancora famosissimi.

La casa editrice Nutrimenti, di Roma, era tra i miei bersagli e ho scelto questo libro. 
Prima di leggerlo sapevo solo che era stato finalista al Campiello e che l’autore, Giovanni Cocco è del ’76 ed è di Como.
Lo ho letto ed è un bel libro. 
Bella scrittura, bella scelta di parole, di termini, di sintassi. Forte scelta di scenari di disfacimento della società, tra mafie, terrorismo, dissoluzione, dissolvimento di valori. Quadri tratteggiati benissimo per tinte, colori, drammaticità. Dolenza senza compiacimento e senza alcuna presa di posizione ideologica dell’autore.
Può parere fredda per qualcuno, asettica: io la definisco esatta e profonda. Se i quadri vengono esaminati uno per uno chi li guarda avrà maggiore empatia per alcuni che per altri: riconoscerà un tratto comune ma avrà diverso livello personale di coinvolgimento. Ovvio.
Se questi quadri-capitoli vengono visti in una mostra, letti in successione nel libro, una sensazione di appartenenza ad un unicum si fa strada e il senso del titolo del libro compare in tutte le diverse drammaticità che tocca. Questo ne fa un libro potente.
Quel che unisce le diverse storie narrate, fatto salvo il legame chiaro tra prologo ed epilogo, è flebile come trama. Quasi inesistente. Anche leggendo con tutta quella bella calma, quel respiro, che il libro ti richiede ho smesso di cercare un ordito comune che mettesse in relazione le storie e i personaggi. In fondo al libro l’autore ci dice alcune cose delle quali ci tocca tenere conto. Una è che il libro è il primo di una quadrilogia.
Beh… Con Harry Potter o con la saga di Star Wars c’è voluto amore e pazienza per capire tutti i legami e i perché e i percome e dietro c’erano disegni e orditure geniali.
Mi costringerò con piacere al secondo libro della serie di Cocco per capire meglio e per decidere se mi intrighi o meno la direzione che, inevitabilmente, la narrazione dovrà intraprendere. Se non dovesse piacermi mi rimarrà comunque questo “La caduta” con dei passi parecchio intensi che hanno saputo darmi emozione. 
Attendendo con grande curiosità il futuro della narrazione complimenti all’autore e a Nutrimenti che ha puntato su questo libro (che era stato oggetto di numerosi rifiuti in precedenza).
Recensioni più importanti della mia hanno fatto paralleli con grandi autori americani (da Faulkner a De Lillo) e sottolineato come l’ossatura richiami (per dichiarazione dello stesso autore) un impianto biblico. La prima cosa crea pericolosi e impropri paragoni; la seconda la trovo, al momento, una questione più organizzativa che significativa.

Alcune cose importanti dette da persone importanti o scritte su testate importanti

"Una scrittura potentissima al servizio di uno sguardo che non ammette confini. Cocco scardina l'ordine costituito del romanzo e regala al lettore qualcosa che ha finalmente il sapore del nuovo".
Raul Montanari

"La Caduta altro non è che un romanzo biblico: un romanzo nel quale soffia l'epos che possiamo trovare nella Genesi o nei Profeti. Non è certo un libro devozionale e anzi, proprio come la Bibbia, è pieno di violenza. Giovanni Cocco ha capito che cosa ha fatto grande nel Novecento il romanzo americano – la memoria biblica, appunto, sempre presente, da Faulkner a McCarthy o DeLillo – e ha tentato di dare finalmente all'Italia, il paese più cattolico del mondo, un'opera della stessa specie".

Giulio Mozzi

"Una voce nuova, che vuol staccarsi dai moduli narrativi italiani correnti".
Ermanno Paccagnini, Corriere della Sera

"Quando gli oscuri tempi vengono cantati con una lingua così forte e una così rara sapienza di visione, vale persino la pena di viverli".
Loredana Lipperini, la Repubblica

"Un talento purissimo di narratore".
Vittorio Giacopini, Il Sole 24 Ore

"Un capolavoro nel senso stretto del termine, il capo d'opera con cui l'artigiano dimostra di aver terminato con successo un proficuo apprendistato".
Fabrizio Ottaviani, Il Giornale

"Unico nel panorama della nuova narrativa italiana".
Fulvio Panzeri, Avvenire

"Una poderosa impresa narrativa, un esordio ambizioso e fuori dal coro".
Carlotta Vissani, Rolling Stone

"Cocco ha scritto un autentico capolavoro. La sua 'sfortuna' è di essere italiano: se fosse nato in America sarebbe il nuovo Thomas Pynchon".
Gian Paolo Serino, Satisfiction



C'è un'ultima cosa. 
Giovanni Cocco ha rilasciato parecchi interviste dicendo molte cose che condivido assolutamente. Tra le tante mi piace riportare questa sua frase.

“L’editor di una casa editrice dovrebbe avere almeno sui quarant’anni e avere letto tutto quello che serve per giudicare il lavoro dei nuovi autori”.


Do del tu a Giovanni solo per rispondergli “Bravo Giova’: pure più di quaranta. Bravo chi ti ha dato credito. Fagli i miei complimenti”.

Noterella solita che infilo, stavolta, nel finale.
Questo blog non è un blog di critica letteraria o di recensioni ma se un libro mi ha colpito e penso ne valga la pena ne parlo. 
Capita raramente ma capita: potete trovare altre recensioni e il riferimento ad altri libri nella "tag" recensioni.

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